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IL GRILLO PENSANTE – Il momento di essere Davide

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Ansa


E’ oramai diventata una prassi in salsa bolognese: quando i rossoblu sembrano aver recuperato il filo del discorso puntualmente si ritrovano una porta in faccia. E’ successo anche questa volta, al cospetto di un Milan indubbiamente più robusto e meritatamente vittorioso ma non certo trascendentale. Questa volta neppure la presenza del guru Miha è stata sufficiente, l’acuto di Napoli è rimasto una luce che ha rischiarato per un istante un periodo ombroso.

L’attenuante dell’infermeria troppo affollata è reale ma non esaustiva, i sostituti ci sarebbero ma non restituiscono i dividendi desiderati. E’ inquietante come da troppe stagioni il calciomercato estivo si chiuda con appiccicose sensazioni di incompletezza che poi si manifestano sul rettangolo di gioco ed ogni volta ci si aggrappa, come se fosse la panacea di tutti i mali, ad un affannoso recupero nel mercato di riparazione, sessione che ancor prima di iniziare ha visto evaporare il sogno Ibrahimovic in maglia rossoblu. Il gigante svedese è rimasto integro al proprio profilo di mercenario iper-ambizioso mentre, scegliendo Bologna, avrebbe arricchito la sua storia anche dal punto di vista poetico e sentimentale; il Dalai Lama ricorda però che a volte, non ottenere ciò che si vuole, può essere un colpo di fortuna e pertanto confidiamo in alternative che possano soddisfare le esigenze rossoblu anche se la città era pronta ad incendiarsi come non accadeva dai tempi di Roberto Baggio.

Pertanto è aperta la caccia ad operazioni un po’ meno “immaginifiche” o “creative” come dichiarato da Walter Sabatini, occorrono piuttosto risposte chiare e rassicuranti. Di certo è indispensabile un difensore centrale forte e veloce, già testato sui campi di serie A e che porti ordine e solidità in un reparto che nel mezzo ha come unica certezza il veterano Danilo; il ritorno di Lyanco sembra più che un’ipotesi, Bologna attende speranzosa avendo ancora ben vividi i ricordi del gladiatore brasiliano a giganteggiare nella retroguardia rossoblu.

La sfortuna richiede anche l’arrivo di un terzino sinistro in quanto il calvario di Dijks sembra non avere mai fine ed anche il diligente Krejci si trova a sbattagliare con delle noi fisiche; il prescelto potrebbe essere Di Marco che lo scorso anno ha ben figurato nel Parma ma che in questa stagione all’Inter è rimasto praticamente incellofanato. Si vedrà, anche perché la concorrenza è folta.

Infine urge un centravanti di spessore che capitalizzi a dovere le tante (troppe) occasioni create e fallite dai rossoblu; sono diversi i nomi che il vento sta portando dalle parti di Casteldebole, di certo il colpo grosso è necessario considerando che in 15 partite il capocannoniere della squadra è Sansone con 4 reti di cui 3 segnate su rigore.

Quando piove però può accadere che grandini ed, in questo periodo particolarmente intricato, all’arena del Dall’Ara arriva la fiera più feroce possibile. L’Atalanta di Gasperini è una moderna opera d’arte, un capolavoro di strategia, organizzazione, pianificazione ed intuito, il cui culmine dell’impresa di Donetsk è la magnifica ricompensa alla cavalcata delle ultime stagioni; la forza degli orobici risiede nella capacità non comune di cadere e di rialzarsi ogni volta più forti e convinti: lo scorso anno furono estromessi dai preliminari di Europa League dal Copenaghen andando poi a centrare incredibilmente un piazzamento in Champions e quest’anno, dopo aver perso malamente le prime 3 gare del girone della massima competizione europea, hanno riscritto la storia strappando il passaggio del turno nella gelida casa dello Shakhtar. L’Atalanta ha molto da insegnare: non è un ristorante da 100 € e non possiede un fatturato invidiabile ma nell’anno nuovo sfilerà a San Siro tra le 16 squadre più forti d’Europa mentre le blasonate padrone di casa, Inter e Milan, potranno soltanto ammirarla dalle tribune. Ci ricorda qual è la bellezza del gioco del calcio.

Bologna può e deve diventare la nuova Atalanta, ha la piazza ed i mezzi per essere ancora migliore; molti segnali indicano che la strada intrapresa è quella giusta (modernizzazione delle strutture, sistemazione del bilancio, aumento del fatturato, investimento sui giovani) ma molte devono ancora essere fatte (vari miglioramenti di ottimizzazione delle risorse, soprattutto sul lato tecnico: basti pensare che il monte-ingaggi di un Bologna a metà classifica è di 41 milioni contro i 36 milioni dell’Atalanta ai sedicesimi di Champions League). In questo momento al Dall’Ara arriva un’evoluto Golia e i rossoblu hanno il dovere di rispondere come farebbe un Davide all’altezza.

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