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IL GRILLO PENSANTE – L’importanza dell’entusiasmo

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Se ogni tifoso bolognese volge lo sguardo ad ore 6 per prendere contatto visivo su cosa si sia lasciato alle spalle non può che tirare un sospiro di sollievo; ogni passo ci allontana sempre più da un orizzonte plumbeo, anni tempestati di sofferenze e personaggi discutibili e discussi, dove la terra che pestiamo oggigiorno sarebbe sembrata un autentico miraggio da perseguire vanamente.

Se miriamo l’orizzonte dinanzi a noi, invece, sembra di scorgere una sorta di Shangri-La, una terra inesplorata disseminata di tesori tutti da conquistare, tanto meravigliosamente vivida nelle nostre speranze quanto però sfocata nella proiezione sulla realtà attuale. Ed è proprio il tempo presente il vero gigantesco punto interrogativo che grava su Bologna; lo scenario è quello di una fase cruciale in cui l’entusiasmo sprigionato dall’avvento della premiata ditta Joe&Joey di oltre 2 anni fa incomincia a disperdere il proprio vigore sulla scia di una squadra dalla quale ci si attendeva (lecitamente) qualcosa di meglio di quanto fin qui prodotto. La percezione è che attualmente non si lotti per la retrocessione soltanto perché sono presenti nella lega alcune compagini francamente impresentabili a certi livelli ma, sebbene nessuno fosse tanto folle da serbare già ambizioni europee, è un po’ generalizzata la convinzione che al secondo anno di serie A si potesse prendere possesso stabile della parte bassa della colonna sinistra della classifica; invece si naviga a strappi sotto la linea mezzana di galleggiamento, con la dirigenza a predicare calma e pazienza nei confronti di un pubblico che però risponde con costante partecipazione, testimoniando la propria voglia di respirare ben altre atmosfere (per presenze allo stadio il Bologna è ottavo in serie A con quasi 21.000 spettatori di media, peraltro dovendo ospitare ancora la Juventus ed entrambe le romane).

 

Con il Centro Sportivo di Casteldebole pomposamente rinnovato e con il recente nulla osta sulla fattibilità della ristrutturazione del Dall’Ara (con indiscrezioni che indicherebbero una probabile capienza attorno alle 30.000 unità, che per un bacino d’utenza come Bologna sarebbe il minimo sindacale) il cerchio incomincia progressivamente a chiudersi, con tutti gli obiettivi fissati dallo stato maggiore capitanato dal patron Saputo puntualmente centrati come sperato. I successi architettonici presenti e futuri del Bologna sono motivo di orgoglio per l’intero popolo rossoblu, perfettamente consapevole che tali strutture saranno un motore imprescindibile per poter raggiungere gli ambiziosi traguardi che tutti osano soltanto sussurrare, con un filo di voce, come se un tono troppo alto li facesse di colpo svanire. Le imprese più belle, però, non sono fatte soltanto di mura, contratti ed uomini, ma soprattutto di sentimenti e di emozioni forti che, come una meravigliosa colonna sonora, ci travolgono fin nelle più profonde fibre passionali, spingendoci emotivamente verso qualunque traguardo senza timore alcuno; in realtà si segue lo sport con l’unica speranza di vivere queste sensazioni sentendosi parte integrante di una tifoseria, di poter condividere insieme alle persone che credono nella stessa causa le gioie e le sofferenze provocate dalla squadra del cuore. Saputo è uomo d’affari e, sebbene ha un credito inesauribile ed incondizionato da parte di Bologna, è proprio la parte meno tangibile che non deve disperdere: l’entusiasmo dei suoi tifosi. Aleggia da alcune settimane, confrontandosi con vari abbonati che frequentano lo stadio in diversi settori, la scarsa fiducia nel rinnovare la tessera per timore di dover pagare (piuttosto profumatamente) un altro anno di cocenti delusioni live, di dover assistere all’ennesimo campionato abulico dove la squadra si trascina stancamente verso Maggio in un patetico teatrino già visto. Sarebbe delittuoso da parte della dirigenza rossoblu arricchire la società di strutture sportive mirabili e non coltivare l’entusiasmo di una tifoseria tanto appassionata; sperando di terminare in crescendo un campionato sciatto e fin qui piuttosto povero di contenuti apprezzabili, sarebbe saggio e lungimirante che nella prima fase della campagna acquisti estiva venissero piazzati un paio di “colpetti” ad effetto per riportare in alto il termometro dell’eccitazione bolognese… non si tratterebbe di un puro esborso economico fine a se stesso, ma di un vero e proprio investimento per aprire una porticina su un futuro che apparirebbe ad una distanza un po’ meno siderale di quanto viene percepita al momento.

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