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IL GRILLO PENSANTE – Mercato tra sogno e realtà

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Il circo mediatico del calciomercato regala, anche quest’estate come ogni estate, un turbinìo isterico di indiscrezioni, notizie, sotterfugi e colpi ad effetto; Giugno non è stato avaro di emozioni con un Milan spudoratamente protagonista sia nell’acquisto di giocatori che nella proiezione del thriller Donnarumma…ed entrambi i fronti promettono altri risvolti accattivanti per le prossime puntate. Delle altre big la Roma sta stipando la tesoreria smobilitando a prezzi dorati alcuni dei gioielli di famiglia ed investendo su altri elementi meno pregiati ma di interessante potenziale, l’Inter ha in Sabatini uno scafatissimo professionista di poker che gioca su molteplici tavoli promettendo scale reali da un momento all’altro, Juve e Napoli sono acquattate nell’erba alta in attesa di scatenare la caccia grossa. E il Bologna? Bigon non è diabolico e quindi non ha perseverato nel farsi trovare impreparato come lo scorso campionato dove, ad onor del vero, qualche attenuante gli andava concessa considerando che si era da poco accomodato sulla sua nuova poltrona; questa volta ha sguinzagliato le avanguardie in largo anticipo e uno dei reparti su cui intervenire (la difesa) è stata puntellata tempestivamente con l’ingaggio del costaricense Gonzalez e del belga De Maio. Considerando come complessivamente negativo il campionato appena terminato (l’obiettivo di fare anche un punto in più dello scorso campionato è stato fallito di un soffio, ma lo stesso obiettivo era tanto al ribasso da apparire una formalità) si confidava di poter acquisire almeno un profilo che alzasse concretamente il livello del reparto (inizialmente si era vociferato di Gonzalo Rodriguez svincolato dalla Fiorentina e di un timido ammiccamento oltremanica nei confronti di Ogbonna), ma perlomeno i tasselli di esperienza tanto invocati da Donadoni sono stati formalizzati in tempi brevi e c’è grande fiducia che entrambi possano rivelarsi acquisti azzeccati. Neppure il tempo di metabolizzare questi primi arrivi che all’Isokinetic si presenta Andrea Poli per le visite mediche: il centrocampista viene ingaggiato senza alcun esborso dal Milan, 4 anni di contratto per lui e tanti applausi per Bigon, che senza staccare assegni riesce ad assicurarsi un giocatore italiano di 27 anni con una manciata di partite in Champions League e presenze in Nazionale alle spalle.

Il movimenti rossoblu, quindi, si traducono sostanzialmente in 3 arrivi e la sola partenza, seppur sanguinosa, di Dzemaili (anche Rizzo e Oikonomou, in realtà, hanno già imboccato virtualmente l’autostrada per Ferrara). E adesso comincia il vero mercato del Bologna. Fino ad ora sono sbarcati sotto le Due Torri soltanto giocatori in cerca di riscatto (Gonzalez è stato insignito della peggior media voto tra tutti i difensori della serie A e viene da una drammatica retrocessione col Palermo, De Maio ha collezionato la miseria di 8 partite stagionali tra Anderlecht e Fiorentina, Poli era stato relegato da mesi ai margini della squadra) ai quali sono stati accordati importanti contratti pluriennali a testimonianza della rilevante fiducia riposta in queste operazioni. Sembrerebbero in dirittura d’arrivo anche Falletti ed Avenatti, classificati alla voce “scommesse“ non avendo nessuno dei due mai calcato un campo di Serie A (anche Petkovic e Falco facevano sfracelli in cadetteria, ma la massima serie ha trappole ben più complesse da disinnescare, sono perciò da verificare); quindi, dopo profili da rilanciare in seguito ad annate funeste e giovani virgulti su cui puntare un po’ più di una fiches, per salire un gradino verso l’alto e giustificare tutte le operazioni fin qui compiute sono necessari giocatori che portino in dote un po’ di certezze e qualità che non siano oggetto di discussione. La società è stata encomiabile nel blindare i migliori prospetti già in organico (Verdi, Di Francesco, Masina) dando un evidente segnale di solidità e, anche se ci saranno molto probabilmente altri movimenti (giustificabili) in uscita, sicuramente non è ancora emerso il nome di spessore che prenderà il posto di Dzemaili sullo scacchiere rossoblu (il croato Bradaric si è chiamato fuori dai giochi); indipendentemente dal modulo che verrà adottato, dovrà essere un faro sia per mezzi tecnici che per personalità (qualità che latita nella rosa), e quindi verrà individuato con grande attenzione chi puntare per non sbagliare fatalmente la scelta. L’ultimo pezzo del puzzle, infine, dovrebbe essere un giocatore offensivo che possa garantire un apprezzabile numero di gol e che sia funzionale alle idee dell’allenatore, affinchè venga alleviata la sindrome da difficoltà cronica nel trovare la via della rete.

 

Nei giorni scorsi sono aleggiati tra i social nomi di giocatori dal blasone enorme accostati alla società Bologna, bombe deflagranti come Sneijder ed Ibrahimovic; immediatamente la tifoseria è andata in subbuglio, un intero popolo confuso tra battute che sdrammatizzano le ipotetiche bufale e messaggi di giubilo che fantasticano sulla voglia smisurata di poter ammirare al Dall’Ara le bellezze prodotte da giocatori tanto dotati. Tra le centinaia di sfaccettature delle reazioni c’è stato però un denominatore comune ed incontestabile: il calcio, se ci fosse la necessità dell’ennesima conferma, non potrà MAI essere solamente calcoli, numeri, conti e business…MAI…i sogni, le emozioni, i sentimenti e le speranze sono parte vitale ed inscindibile di questo fantastico sport. Tutta quanta Bologna prova immensa gratitudine nei confronti di Joey Saputo per l’oculatezza e la sagacia con il quale ha improntato la gestione societaria verso un orizzonte stabilmente luminoso; vestire però di rossoblu almeno un giocatore discretamente importante (Ibra è probabilmente fantascienza, ma nessuno aspira a tanto in questo momento) non rovinerebbe alcun equilibrio economico ma avrebbe di contro un impatto di una potenza devastante sull’entusiasmo della piazza…che da troppo tempo sta cercando di contenerlo in tutti i modi ma ha una voglia tremenda di poterlo manifestare. 

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