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IL GRILLO PENSANTE – Nessun colpo ma restiamo uniti

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Nessun colpo ad effetto, al ventitreesimo rintocco di giovedì 31 Agosto si sono dissipate le ultime arcigne speranze di coloro che confidavano in un rumoroso acquisto in extremis da parte del Bologna. In assenza di interventi divini o canadesi che moltiplicassero le poche risorse disponibili non ci sarebbe potuto essere epilogo diverso. Bigon ha indossato i panni del farmacista per condurre alla conclusione un calciomercato sfibrante, figlio di una partenza ben concepita ma con troppi intoppi a deviare progressivamente il percorso ipotizzato. Dal punto di vista numerico il bersaglio è però stato centrato: le caselle di ogni reparto sono state occupate come da copione e nessuna pecora nera si allenerà malinconicamente ai margini di Casteldebole col marchio dell’escluso dalla lista-campionato.

Molto più difficoltoso e controverso è riuscire a quotare l’aspetto qualitativo di questa sessione estiva…il Bologna ne esce rinforzato o indebolito? Gli annunci primaverili di Joey Saputo non sempre hanno trovato un riscontro inconfutabile sull’operato dei mesi seguenti, in quanto sono stati sì mirabilmente respinti tutti gli assalti alla bella gioventù bolognese ma a centrocampo non è convinzione comune che Dzemaili sia stato sostituito in modo adeguato; il fatto che lo svizzero abbia sfoderato un campionato oltre le più rose aspettative non può essere considerata una giustificazione – soprattutto in considerazione della poco edificante 15esima piazza raggiunta a fine campionato scorso – ma anzi è più assimilabile ad un’aggravante il mancato ingaggio di un nuovo centrocampista, altrettanto valoroso, capace di elevare il livello dell’intero reparto. Andrea Poli a costo zero è un’operazione encomiabile e altamente funzionale per gli ingranaggi rossoblu, ma sarebbe stato un segnale significativo – ben oltre il puro aspetto tecnico – acquisire anche una pedina la cui personalità potesse trascinare la squadra verso una concreta crescita complessiva.

Si potrebbero dibattere anche altri aspetti perfettibili, ma la sola distonia tra il valore economico della rosa di giocatori (14° della serie A secondo Transfermarkt) e il monte ingaggi (10° del campionato) è sufficiente a comprendere come i margini su cui lavorare siano piuttosto ampi.

In sintesi i sogni di gloria sono rinviati a data da destinarsi, ma nel frattempo è necessario archiviare il capitolo calciomercato e stringersi appassionatamente attorno alla squadra nella speranza che l’entusiasmo ormai depauperato possa trarre nuova linfa dal campo di gioco; la dirigenza bolognese ha giocato un all-in rischioso ma sostanzialmente obbligato, scommettendo sulla crescita di un gruppo a cui sono state aggiunte ulteriori scommesse nell’auspicio di incastrare il jackpot. Si confida che il baco si trasformi in farfalla. E’ quindi il momento di accantonare turbamenti e rimpianti lasciando prevalere l’incitamento e il sostegno alla squadra, qualsiasi altra opzione sarebbe come remare senza senso controcorrente.

La terza giornata di campionato offre lo scenario ideale per unire tutti gli animi sotto il gonfalone rossoblu: l’occasione di restituire al Napoli l’umiliazione subita lo scorso anno, quando in una drammatica serata di Febbraio il Bologna fu seppellito di reti in modo quasi compassionevole sulle note di O surdato nnammurato intonate dai tifosi avversari. Una disfatta umiliante, tanto da far emergere prepotenti nei tifosi le pulsioni più emotive della passione sportiva, tipiche di chi sente di aver toccato il fondo; la corazzata di Sarri è osso durissimo per qualsiasi squadra – figuriamoci per un Bologna affannosamente alla ricerca della propria identità – ma un atteggiamento al limite del conciliante come quello adottato dai felsinei tra le mura amiche sarebbe da legge marziale se venisse ripetuto. La metamorfosi improcrastinabile risiede nello spirito della squadra, nella ferma volontà di trasformare il Dall’Ara in un arena in cui, a qualsiasi gladiatore forestiero, vengano meno le certezze quando in fondo al tunnel verrà inghiottito dagli infervorati spalti rossoblu.

 

Bologna ha una voglia mostruosa di poter credere nei suoi giocatori ma il credito si è esaurito e, a bocce ferme e mercato chiuso, è indubbio che recuperare l’entusiasmo della piazza diventi una precisa responsabilità di Donadoni e dei suoi ragazzi: sarebbe un formidabile punto di partenza trasformare il capo chino dello scorso Febbraio in cori di incitamento a prescindere dal risultato finale…ciò che farà la differenza consisterà nell’accoglienza con tappeto rosso o coltello tra i denti che gli alfieri rossoblu riserveranno agli altolocati rivali.

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