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IL GRILLO PENSANTE – Non si bruciano le tappe

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Foto Gazzetta dello Sport


La settimana che avrebbe dovuto inquadrare con precisione la via da percorrere nel finale di campionato (restare artigliati alla zona europea o navigare nella quiete di metà classifica) ha emesso una sentenza precisa ed unanime: il Bologna di oggi non è attrezzato per ambire alle coppe continentali, giudizio espresso candidamente anche da mister Mihajlovic dopo la gara interna col Napoli. Il timoniere rossoblu ha dovuto masticare l’ormai familiare sapore del rimpianto sia domenica scorsa a Parma che a metà settimana nel match interno col Napoli, anche se per motivi diversi: in terra emiliana il Bologna ha gettato alle ortiche una vittoria praticamente blindata compiendo un’inconcepibile harakiri nel tempo di recupero mentre con i partenopei l‘1-1 finale non rispecchia certo l’arrembante crescendo dei bolognesi, frenati sul pari da 2 reti annullate per fantasiosi off-side ed un clamoroso palo allo scadere di Danilo.

Appare piuttosto insensato seppellire la squadra sotto cruente critiche dopo una gara in pugno scivolata via oppure, con la medesima superficialità, incensarla oltremodo per una performance maiuscola al cospetto di un più quotato antagonista; la realtà suggerisce che la persistente discontinuità di prestazioni e risultati sia dettata da un esplosivo mix di valori e inesperienza ma, per quanto tali valori possano lievitare con la maturazione dei giovani virgulti, il buon Sinisa ha le idee molto chiare su cosa occorra per salire effettivamente di livello: 2-3 giocatori di comprovato spessore.

La società si è esposta con fermezza nel volersi garantire (già dalla prossima stagione) una permanente dimensione internazionale, ora tutti si attendono che i fatti rispecchino le intenzioni; la censurabile debacle con tanto di cinquina incassata dal Milan è la brusca conferma della distanza che divide il Bologna dal suo obiettivo, del divario da colmare per traslare dalla pubertà all’età adulta. La direzione è quella giusta anche se il passo è prudente, nessuna tappa è stata bruciata e il bilancio di fine stagione restituirà presumibilmente come dividendo un timido step sul lato dei risultati ed un progresso un po‘ più marcato come valorizzazione della rosa. Se chi va piano va sano e va lontano allora i rossoblu calpestano la retta via ma, come ben scandito dalla voce del coach serbo, questo Bologna è da metà classifica e lui non intende partecipare con l’obiettivo di orbitare attorno alla decima posizione. Difficile dargli torto.

Lo staff tecnico rossoblu, perfettamente allineato con le ventilate ambizioni, sembrerebbe aver già piazzato il primo colpo per la prossima stagione: si vocifera dell‘ingaggio a parametro zero del 32enne Lorenzo De Silvestri, operazione indubbiamente apprezzabile che andrebbe a fornire soluzioni in un reparto difensivo che incassa reti da 29 partite consecutive (record assoluto in Serie A per una squadra all’interno dello stesso campionato). Qualcosa quindi bolle già in pentola per il futuro ma anche il presente non è banale, nelle ultime 4 partite si cercheranno conferme o smentite sulle pedine importanti anche per il Bologna di domani e quelle invece da dirottare altrove in prestito o addirittura a tempo indeterminato.

Tra i nuovi arrivati nel corso dell’ultimo anno le uniche 2 pedine che trasmettono la palese sensazione di aver migliorato fin da subito l’ipotetica formazione titolare sono Tomiyasu e Barrow; anche altri fanno immaginare un futuro radioso (Dominguez, Schouten) o si sono dimostrati utili lottatori di trincea (Bani, Medel) ma il giapponese ed il gambiano, nonostante per entrambi l’anno di nascita sia il 1998, hanno portato argenteria pregiata in una bottega in cui non ve n’è abbondanza. Vestire di rossoblu altri due profili così incisivi nell’imminente calciomercato significherebbe accorciare in modo (forse) decisivo lo spazio tra Bologna e le frontiere europee.

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