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IL GRILLO PENSANTE – Quest’anno non si molla

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Il girone d’andata si è chiuso con il miglior risultato assoluto da quando in Serie A la vittoria vale 3 punti, mai il Bologna si è ritrovato al giro di boa con 32 punti stipati in cascina; tale bottino significa quinto posto in classifica ad una sola lunghezza dalla Fiorentina, una posizione immaginifica, lontana anni luce anche dai pensieri più arditi ed ottimistici di inizio stagione. In proiezione, facendo riferimento alle ultime annate, significherebbe conquistare l’Europa League ma un intero girone di ritorno è una strada troppo lunga per poter prevedere quale sarà effettivamente la destinazione finale.

 

Il momento più complicato

 

A metà del guado si possono incontrare le difficoltà più aspre, l’acqua è più alta e la corrente è più forte, ed anche per il Bologna non c’è stata eccezione: brutto scivolone contro l’Udinese, pareggio all’ultimo respiro in casa col Genoa e sfortunata eliminazione in Coppa Italia contro la Fiorentina. Tutto in una decina di giorni. Il momento è indubbiamente il più complicato della stagione, nel pomeriggio funesto di Udine per la prima volta i rossoblu hanno incassato 3 reti e sono capitolati al cospetto di un avversario di bassa classifica; l’unica vera “stecca” di questo campionato, prima o poi poteva capitare ma il rischio che vengano minate le certezze acquisite è da allarme rosso per una realtà così poco affine ad occupare posizioni di vertice.

 

Non si molla niente

 

Il palcoscenico per riscattarsi è il familiare manto erboso di casa e l’avversario è l’ostico Genoa di Alberto Gilardino; i felsinei comandano il gioco ma faticano tremendamente nello scovare soluzioni offensive efficaci, tessono una fitta rete di fraseggi che si ingarbuglia sistematicamente nella densità creata in mezzo al campo da un Grifone sapientemente organizzato. Come una doccia gelata arriva quasi casualmente il vantaggio ospite e ci pensa poi il portiere Martinez a difenderlo con unghie e denti; i minuti scorrono inesorabili col punteggio inchiodato e l’atmosfera sembra impregnarsi sempre più della sgradevole sensazione di un idillio infranto, un meraviglioso sogno che la seconda sconfitta consecutiva dissolverebbe spalancando le porte al ritorno di una realtà molto più ordinaria. Sugli spalti del Dall’Ara aleggia il doloroso sospetto che canditi e coriandoli siano improvvisamente terminati. 

Lollo De Silvestri, il capitano più capitano tra i rossoblu, sa perfettamente che questo è un anno speciale e non può accettare che proprio nel bel mezzo del cammin il Bologna possa ritrovarsi in una selva oscura; si alza dalla panchina, entra e con un lampo di luce in extremis rischiara la via. Non è solo un punto, significa che non si molla niente. Quest’anno va così.

Coppa sfortunata ma Bologna vivo

 

La successiva partita è il quarto di finale di Coppa Italia a Firenze, un ulteriore tappa per misurare la febbre alla solidità (anche mentale) della truppa rossoblu; superare il turno significherebbe giocare una prestigiosa semifinale che manca da tempo immemore. ll Bologna conduce una gara sontuosa, tiene sotto scacco la Viola al Franchi per larghi frangenti, colpisce 3 legni ma in 120 minuti non riesce a sbloccare il risultato, arrendendosi infine nell’ultimo atto della lotteria dei rigori. Una disdetta, i rossoblu sono decisamente vivi e avrebbero meritato il passaggio del turno, resta però la granitica certezza che la squadra non sia un’effimera cometa ma un luminoso astro ben visibile nel firmamento anche nel momento in cui tutto non giri più in modo esattamente congeniale. La reticenza a non smontare di sella nonostante gli strattoni è un valore encomiabile, non si molla, la cavalcata riprende dall’insidiosa trasferta di Cagliari che assomiglia tanto ad un cruciale test di maturità da superare ad ogni costo.

 

 

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