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Il Leone Dan Ndoye: «Sono innamorato di Bologna, ora c’è la Champions da conquistare. Vogliamo un altro pullman per la città»

Dan Ndoye, fautore del gol vittoria contro il Milan, ha rilasciato un’intervista in cui parla della gioia per la Coppa Italia e del suo futuro.

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Dan Ndoye con la Coppa Finale di Coppa Italia (©Damiano Fiorentini)
Dan Ndoye con la Coppa Finale di Coppa Italia (©Damiano Fiorentini)

Le lacrime di Dan Ndoye dopo la vittoria della Coppa Italia rimarranno per sempre tra i ricordi dei tifosi rossoblù. Il Leone ha colpito ancora, e lo ha fatto nella partita più importante che il Bologna ha disputato questa stagione. Una Coppa Italia conquistata dopo ben 51 anni di digiuno. La storia di un gruppo unito che ha compiuto un’impresa. Proprio di questo lo svizzero ha parlato con Matteo della Vite, nell’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport.

Sulla reazione dopo la vittoria della Coppa Italia

«Ho pianto e anche tanto. A fine gara sono andato con tutti sotto la nostra curva e ho guardato negli occhi la gioia, la passione, le lacrime della nostra gente felice. E si ho pianto».

Luca Montezemolo ha detto che il suo gol gli ricorda quello di Acerbi al Barcellona

«Lo ringrazio, lo conosco bene perché amo la Formula Uno. Ieri siamo andati a Imola. Il mio preferito è Charles Leclerc, ma mi piace molto la storia di Hamilton. Ho fatto e pensato di fare quel che era meglio per tutti. La dedica? La vittoria va alla città, ai tifosi, mai vista una cosa così. Il gol alla mia famiglia che era a Roma: a papà Sallon, mamma Virginie, mio fratello Issa e mia sorella Eva».

Il Bologna ha meritato di vincere la Coppa perchè…

«Perché siamo una squadra, una famiglia. Ma davvero. Un gruppo unitissimo. Il motto “We are one” è reale qui. Siamo uniti anche quando ci sono momenti di sofferenza, ci aiutiamo e non è un modo di dire ma di fare, facciamo un calcio che ci diverte fare. Contro il Milan? La partita perfetta».

Sul possibile nuovo soprannome di Ndoye “Fast and Furious”

«Mi piace. Per ora mi tengo stretto quello che ho: leone. Quell’esultanza del ruggito la feci la prima volta con la Svizzera all’Europeo. Ricevetti un sacco di complimenti: l’ho rifatta, in foto viene bene e tiene conto della mia origine senegalese».

Si può dire che Milan-Bologna, è stata la vittoria della squadra sui singoli?

«Anche noi abbiamo grande qualità nelle individualità, ma abbiamo dimostrato di essere una squadra nelle cose che facevamo tutti assieme, dal minuto uno all’ultimo secondo».

Sul modo in cui Italiano gli ha cambiato la vita

«Beh sì. L’anno scorsa potevo andare poco a cercare la porta. Motta chiedeva che io stessi di più sull’esterno. Italiano invece mi ha dato maggiore libertà. La possibilità di andare anche a segnare, l’idea di attaccare di più l’area. Diciamo che le qualità le avevo anche prima ma lui mi ha insenato la “freddezza” sotto porta e più calma al momento della conclusione.»

Dan Ndoye e Gianni Morandi (credits Damiano Fiorentini)

Con Aebischer e Freuler un’intesa vincente

«Ci troviamo bene assieme perché siamo anche amici e ragioniamo spesso allo stesso modo. Consigli? Succede: quello che li dà è soprattutto Remo, il più grande di noi.»

Sulla preoccupazione di Bologna che Ndoye possa andare via

«Ma adesso non è certo il momento di mettersi a pensare a queste cose. Per due motivi: sono innamorato di Bologna, del Bologna e della gente, non ho mai visto una passione così. Due, c’è una qualificazione Champions da conquistare. Noi non ci vogliamo fermare».

La chiamata a Zirkzee dopo la vittoria

«Certo ci siamo chiamati, anche con Calafiori, negli spogliatoi, dopo la finale. Loro sono sempre legati a noi e al nostro gruppo: erano felici. Se ho chiesto a Joshua di tornare a Bologna o se lui ha chiesto a me di andare a Manchester? (ride) Tutte e due le cose: ci siamo chiesti quello… Ma lui sta bene là e io qua. Con Joshua giochiamo spesso ai videogiochi online. Call of Duty. Lui è molto felice per la vittoria che abbiamo fatto. Adesso spero davvero nel bis».

Ndoye, ora l’obiettivo è un’altra coppa?

«No, un altro pullman lungo la città. L’anno scorso non avevamo una Coppa da mostrare ma tanta gioia per Champions. Quest’anno abbiamo da far sfilare il trofeo davanti alla città sarebbe bellissimo».

La morale di questa annata

«Che siamo diventati più forti e bravi di quel che si diceva in giro. “Non ce la faranno  fare un’altra annata come quella passata”. È andata meglio, abbiamo vinto una Coppa».

Sartori ci mise 2 mesi a convincerlo per venire a Bologna

«Io no, sono state le lungaggini burocratiche. Quando il Bologna contattò il mio agente, e dopo alcune video call, io avevo deciso in fretta. E non mi sono mai pentito. Mai».

Ndoye, il gol di tacco al Napoli il più bello in carriera?

«In assoluto. È stato istinto. Per ora è certamente il numero uno. Poi se ne farò uno in rovesciata beh, mi rifaccia la domanda…»

Fonte: Matteo Dalla Vite – La Gazzeta dello Sport

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1 Commento

1 Commento

  1. Sonia

    18 Maggio 2025 at 11:28

    Tu amo 🧡 mio bologna

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