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Il Punto sul Bologna – Argilla buona

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Scrollandoci di dosso la zavorra delle ipocrisie, ci si aspettava una partenza migliore. In che senso? Sulla qualità del gioco? Dei giocatori? Dei risultati? Difficile da trovare, un denominatore comune. Anche i più indulgenti lamentano un po’ di insoddisfazione, anche se viene giustamente sottolineato il fattore temporale: siamo alla seconda giornata!
Da qui in poi, si può scegliere di analizzare i fatti in due modi: di pancia e d’istinto o con logica e raziocinio. Per quello che mi riguarda, il primo atteggiamento non mi compete. È per questo che mi sento molto meno pessimista di quanto il mood di alcuni sostiene.
Questa squadra è argilla e l’argilla è materia nobile. Ancor più, se plasmata dalle mani di un buon vasaio. Perché l’argilla va lavorata. Ad esempio, Santander. Il ragazzone ha una tigna tale da supplire alcune carenze di tocco che palesa. Questo per dire che, certo! non sarà Andersson o Cruz ma attenzione a sottovalutarne le doti. Perché sia per l’alta, la media e la bassa classifica bisogna lottare. E nella lotta preferisco avere dalla mia parte “el ropero”. E, soprattutto, è già dalla mia parte. Quella per cui tifo e vivo.
Tornando all’argilla. Quando arriva nelle mani dell’artista, questi la deve valutare, soppesare, comprendere. Poi pone la sua idea su quella materia e questa comincia a muoversi e deformarsi, segue una via poi la cambia, stringe e si allarga. In un dato tempo. Un tempo logico che è quello definibile dal buon senso, dal senso comune. Più semplicemente: ci vogliono almeno 10/12 giornate per comprendere la forma di una squadra. In questo caso, nel nostro caso, è una squadra rinnovata: nei giocatori. Ma, come elemento determinante perché coinvolge vecchi e nuovi, il Bologna ha un nuovo allenatore. Ergo: un nuovo sistema di gioco, di intendere il calcio, di calibrare le posizioni, di valutare i giocatori già presenti in equilibrio con i nuovi innesti. Materia delicatissima. Vieppiù, se si è all’inizio di un nuovo ciclo e con le ambizioni ancora lungi dall’essere palesi.
Dijks e Mattiello sono anche loro evidente argilla, ugualmente nobile. Danilo sta prendendo comando in una linea che ricordiamo fragile ma che, al momento, ha preso solo un eurogol da venticinque metri. Okwonkwo ha già gli occhi di Inzaghi addosso, così come Svanberg. Per quest’ultimo non troverei azzardata l’eventuale scelta di vederlo in campo contro l’Inter, al posto di Dzeimaili o Poli (al momento, apparsi un po’ sottotono). Skorupski è materia buona così come Orsolini. E anche un prossimo inserimento di Calabresi non mi stupirebbe. Insomma, l’argilla è tanta e buona. Ora ci vogliono le mani del ceramista e la visione dell’artista. Inzaghi può avere entrambe.

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