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Il Punto sul Bologna – C’era una svolta

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Le favole, come i sogni, arrivano e trovano compimento così all’improvviso che, nella stragrande maggioranza dei casi, non te lo aspetti. Chiariamoci: tutti auspicavamo una vittoria del Bologna sui malconci ceramisti (il trend del Sassuolo, tolta l’ultima gara, era di 2 punti in cinque partite) ma le aspettative, si sa, in casa rossoblù sono state spesso disattese. E così, a piede lento seppur fiducioso, domenica ci si è recati allo stadio o accomodati sul divano davanti alla tv con la consapevolezza che sarebbe stata comunque una partita faticosa.
E così è stata. Il Bologna ha giocato meglio degli avversari (così come pare accadere dall’arrivo di Mihajlovic in poi) ma il Sassuolo avrebbe potuto creare comunque insidie alla squadra felsinea. Eppure la partita non sembrava sbloccarsi, nonostante anche la verve come sempre positiva dell’immarcescibile Palacio. E allora sarebbe servito un piccolo miracolo, di quelli che cambiano l’andamento di una gara. Accade così che Babacar commette un errore sesquipedale, toccando in area con un braccio un pallone che non aveva caratteristiche di grande pericolo, dato che si stava allontanando dall’area stessa e dalla preoccupazione neroverde. Dunque, rigore. E sul dischetto va Blerim Dzemaili. Caso vuole, però, che proprio in quegli attimi mister Mihajlovic stava facendo entrare Pulgar per sostenere meglio la mediana. Il cileno non era titolare per la convocazione con la propria nazionale ma è anche diventato il rigorista ufficiale del Bfc, con gli ultimi due messi a segno. Cosa fare quindi? Dzemaili aveva tutte le ragioni del mondo per battere quel rigore (tra l’altro la coincidenza del compleanno del figlio sembrava poter essere una motivazione per tentare la rete e, nell’eventualità, dedicargli la marcatura). Ma lo svizzero ha concesso la possibilità a Pulgar, dimostrando anche una certa coesione di squadra. L’ultimo problema rimasto, il fatto che il cileno non avesse neanche toccato un pallone. Anzi, dalla panchina si è direttamente indirizzato verso il dischetto. A freddo, come si direbbe in questi casi. E già questo, qualche polso lo ha fatto tremare. Ma stiamo parlando di una favola e le favole finiscono bene. Così il Bologna è passato in vantaggio a circa venti minuti mancanti alla fine della partita. Un sogno.
Ma affinché questa favola avesse qualcosa anche di epico, l’antagonista Sassuolo ha fatto in modo che la domenica del Bologna tornasse a complicarsi. E quando? Al primo degli ultimi cinque minuti concessi dall’arbitro Guida come recupero. Boga, entrato da poco, trova l’occasione giusta per interpretare il ruolo della strega cattiva e avvelenare la speranza rossoblù.
A quel punto, si dica onestamente, in pochi hanno mantenuto la speranza che le cose tornassero a posto e quasi già ci si stava accontentando di un punto che dava prosecuzione ai sei conquistati nelle precedenti due gare.
Ma, ehi!, questa è una favola. E tutte le favole, prima del lieto finale, hanno necessità di far apparire il mondo più buio di quello che possa sembrare. Così Miha ha tentato la carta Mattia Destro. Una carta specifica, il Jolly a cui tutti ambiscono. E al 95’, negli ultimissimi secondi di partita, i rossoblù hanno conquistato un calcio d’angolo. L’ultima occasione possibile, la spada di San Giorgio contro il drago.
Il pallone partito dai piedi di Orsolini è parso rimanere in aria un tempo interminabile, seppur così ristretto. Il Dall’Ara in apnea, la panchina del Bologna in apnea. Tutta la città senza fiato. Tutto si ferma nei momenti che si ricordano per sempre. E per essere la giusta conclusione e liberare Cappuccetto Rossoblù dal ventre lupesco, solo una testa poteva svettare tra le altre. Ed era quella di Mattia Destro. Con tutta quella carica che la corsa dopo il gol ha dimostrato che avesse dentro.
Un sogno, un miracolo. Una favola. Ancora lontano dal compiersi in modo definitivo. Ma questa favola del Bologna inizia in modo leggermente differente, rispetto alle altre: “C’era una svolta…”

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