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Il Punto sul Bologna – Falsi miti

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Il dato è certo: abbiamo un problema da risolvere e si chiama Mattia Destro. Ma non nel senso che i più potrebbero intendere. Bensì, si tratta di non farci distrarre da ciò che potrebbe essere un semplice “falso mito”.
Mi spiego: il fattore “Destro” sta impiegando la nostra attenzione più del dovuto. Alla fine di ogni partita, che giochi o che non giochi, che faccia una buona o una pessima prestazione, tutto sembra vertere su di lui. Sia per chi crede che sia imprescindibile, sia per chi lo ritiene uno scarto di bottega. Come se il destino del Bologna Football Club 1909 dovesse verificarsi unicamente attraverso i comportamenti del ragazzo marchigiano. Non è così. Eppure, è bene ricordarsi che tutti noi (operatori dell’informazione, tifosi e chi più ne ha più ne metta) abbiamo accolto con clamore e trionfo “l’epifania” del bomber, mediata dalla sapiente mano del “Panta”. Se all’arrivo alla stazione ci fosse stato un qualunque altro buon nome (perché Destro È un buon nome), lo avremmo accolto in egual misura. E questa si chiama “fame”: ma non quel languorino soluzionato dal buon Ambrogio (ah, ne avessimo anche noi uno così…). No: fame! Appena cinque anni fa (che per chi segue il calcio, in un modo o nell’altro, da 40 anni, cinque diventano un nulla, “ieri” praticamente), ci stavamo sgretolando, appassendo. Nell’entusiasmo scomparso, nel “mai ‘na gioia”. Poi, d’improvviso, Saputo. Corvino. E, udite udite, Mattia Destro (giovane ex Roma ed ex Milan). Un’ebrezza improvvisa, da check-up cardiografico.
Ne son passati tanti, di giocatori. Ultimi in ordine di tempo, gli azzeccatissimi Palacio e Poli. Ma, alla fine, gira che ti rigira, il nostro discorso arriva sempre lì: Destro. Praticamente, una litania. Un grano di rosario tra mani oranti.
“Che due marroni!”, direbbe l’Autunno personificato, mostrando i propri frutti.
Ecco, cerchiamo di essere stagionali anche noi. Questa è una stagione buona. Le due sconfitte con l’Atalanta e Lazio (preventivando la terza, sabato a casa di babbo DiFra), non devono abbatterci. Non dobbiamo farci offuscare la vista dalla casualità (?) del calendario. Non è in queste tre partite che si parrà la nostra nobilitate. Il Bologna è solido e si sta fortificando. Come direbbe un filosofo o Guido Meda: il Bologna c’è.
Mattia Destro è uno dei tanti. E nei “tanti” e nei “tutti” dobbiamo riversare le nostre ambizioni. Non cerchiamo a tutti i costi un colpevole della nostra insoddisfazione. È una perdita di tempo: perché, da “praticamente” ieri, è iniziato il tempo della soddisfazione. Lentamente. Un climax da orgasmo lunghissimo. Godiamocelo tutto e tralasciamo ciò che è solo un disturbante e falso mito.

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