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Il Punto sul Bologna – L’orologio funziona

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Alla Nazionale italiana la Svezia, a noi la speranza. La speranza che il Bologna sia davvero quello che stiamo vedendo. Una squadra tenace e coriacea che, anche se si trova in difficoltà, si organizza per uscirne. Una squadra che ha bussato alla porta successiva, trovando il favore di commentatori che prima non si curavano di noi. Dunque, il Bologna è quel Bologna che stavamo idealizzando da troppo tempo: un gruppo di ragazzi che ci diverte il giorno della partita e che ci fa sognare il resto della settimana.
Ma sarebbe un errore grave di valutazione se immaginassimo un passo più lungo della gamba. Anche perché le prossime tre partite (nel tempo di una settimana appena), con la Bergamasca e le due romane, potrebbero essere ancora passaggi troppo ostici e competitivi per noi.
Ma questo poco importa. Perché è palese che l’orologio di Saputo (stadio a parte, ma sapevamo che sarebbe stato un percorso lungo) è in perfetta sincronia con quanto ci ha sempre promesso: ovvero, la crescita di una squadra che, tolta da situazioni precarie e a noi poco consone, dovrà poi essere condotta alla freschezza della cima delle montagne/classifiche in modo stabile.
È un buon momento, non c’è dubbio. In parte, possono anche aver influito fattori più fortunosi che ragionati, ma nel complesso questo Bologna è figlio del lavoro ben eseguito ed organizzato. In fin dei conti, lo si sospettava che avere la squadra pressoché al completo già dal primo ritiro, poteva essere un fattore di svolta. Meglio: di crescita. Perché è “crescita” il termine giusto da utilizzare. E questa crescita è in piena fase di sviluppo. Questo non ci rende ancora “perfetti”, perché ancora inciamperemo. Ancora cadremo. Ma questi ragazzi sembrano aver proprio la faccia giusta per sopportare questo andare ondulatorio; per sopportarlo e attivare, al contempo, i meccanismi per passare oltre ogni possibile debacle futura.
Ed in questo camminare comune, sarà importante anche il supporto che noi, da tifosi, dovremmo sempre concedere alla nostra amata. E i bolognesi già lo fanno. Certo, qualcuno ancora bazzica meandri reconditi per sollevare un po’ di polemica, vedi le critiche a Destro anche quando non gioca (cosa dovrebbe fare ‘sto ragazzo per non dover subire una polemica tutti i giorni?); ci sarà ancora qualche malumore sparso, qualche sbuffo insoddisfatto. Ma, ormai, rischia di diventare solo un’abitudine che qualcuno ha e che è solo comportamentale, dunque non dannosa.
Il resto è per noi puro godimento. E adesso lo sanno anche a Ferrara.

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