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Il Punto sul Bologna – Nettuno lo può giudicare

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Che ci frega di Ronaldo, noi abbiamo Santander. Questo è il mantra di questi primi giorni di nuovo Bologna. Un segnale. Un segnale di quanto questa piazza cerchi “disperatamente” un idolo a cui affidarsi dopo la dipartita sportiva dell’ultima icona rossoblù Simone Verdi. Ma, come detto, noi abbiamo Santander. Senza alcuna ironia. “L’è un zigant”, sussurra qualcuno memore del Nettuno. E sì, è così. È talmente “grosso” che diventa persino rassicurante: “Fate entrare Santander” suggeriva infatti qualcun altro dopo i primi “calciazzi” dei giovanotti (non così amichevoli, sebbene la sgambata a Pinzolo lo prevedesse) venuti da Southampton. Ma l’erculeo attaccante era in palestra con una mano fasciata. E questo perché nella precedente amichevole, per segnare, era caduto male tirando giù la rete della porta. Non metaforicamente. Praticamente, comunque, stiamo parlando dell’alternativa bolognese al più conosciuto “chiamoamiocugginochefakaratè”. Ecco, noi chiamiamo Federico, il paraguaiano.
A dirla tutta, c’è anche chi mette in dubbio le sue qualità di bomber, adducendo il fatto che il campionato danese (dove il ventisettenne giocava) non sia così formante in tal senso. Per quanto possa essere veritiera questa istanza, però, il “meccanismo Inzaghi” ha soluzioni diverse per arrivare a “bollare”. Paradossalmente, l’ex bomber del Milan prevede un attacco con più uomini in movimento. Ecco così che si rivela la prima funzionalità del giocatore sudamericano: una pesante prora della nave rossoblù che crea spazio. Ma spazio a chi? Be’, innanzitutto alla punta che lo affiancherà ma, soprattutto, alle mezze ali d’attacco su cui sta spingendo il pensiero del nuovo mister.
Non sarà impossibile, infatti, vedere in campionato la pericolosità di Orsolini mentre lo “spazzaneve” paraguaiano starà creando spazio, magari portandosi via l’uomo in marcatura.
Ecco, la visione di portare più uomini ad insidiare la porta avversaria sarà una delle chiavi fondamentali per l’assetto della compagine petroniana. Forse, addirittura un punto di forza se consideriamo le nostre vecchie e nuove mezze ali. Precipuamente, molto adatti a compiere questo tipo di operazione sembrano essere Dzemaili, Donsah, il nuovo Svamberg e perfino Orsolini. Come detto, quest’ultima è la variante tattica su cui ha insistito Pippo Inzaghi e che ha portato immediatamente frutti. Ovvio, non si parla di frutti dolci e succosi quali potrebbero derivare da una partita di campionato; tuttavia, Pinzolo ha mostrato questa soluzione ed è parsa anche efficace (tre gol in una sola amichevole per Orsolini). Senza stare a guardare chi si aveva davanti, la miscela tattica è sembrata assolutamente adattabile al gruppo. E perfino Falletti (che da più parti viene dato per partente), è parso avere un po’ di linfa nuova con questo ruolo da centrocampista interno, nella linea dei cinque.
In conclusione, se tutto ciò sarà funzionale ce ne accorgeremo già dall’imminente partita di coppa Italia. Nel frattempo, il rinnovato entusiasmo di una parte di tifosi pare corroborante. Dunque, tutti in coro: che ci frega di Ronaldo, noi abbiamo Santander…

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