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Il Punto sul Bologna – Per colpa di Sky

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Un bicchiere riempito a metà lo si potrà leggere sempre in due modi: chi ne guarda la parte piena e chi la vuota. Ma in questo caso, nel caso del nostro Bologna, verrebbe da chiedersi se sia lecito che sia riempito solo a metà da così tanto tempo. Cioè, che cosa manca affinché ci si possa ubriacare? Perché qui, dalle nostre parti, si ha davvero una gran voglia di non far più questa vita da “salutisti” a cui ci sembra di essere condannati.
Ad aggravare la situazione, però, non è stato il pareggio con la Fiorentina. Anzi, in altri tempi avremmo potuto parlare di un buon punto, conquistato contro una squadra tecnicamente più forte della nostra. No, la colpa è di…Sky! Già. Perché in questi giorni Matteo Marani ha mandato in onda sul network un bellissimo documentario sul Bologna del ‘63/‘64. Quel Bologna lì, quello che faceva tremare il mondo. Quel Bologna che ancora ci fa commuovere, ci fa spuntare la lacrimuccia. Il Presidente che muore senza vedere la sua squadra vincere. L’ingiusta accusa di doping. L’eroica trasferta di Roma. Poi Fogli e Perani. Giacomino e la sua sapienza. Ezio su Burgnich. Carburo e Bernardini. E Haller. E Nielsen. Insomma, quando così si giocava solo in Paradiso.
E poi c’è Bologna-Fiorentina. Zero a zero. E il Bologna in terzultima posizione. Ecco, la concomitanza temporale di questi due fatti, la messa in onda del documentario e la prosecuzione dell’odierno campionato ci scuote i bollori. Perché mister Saputo lo sa bene che quel concetto di orgoglio noi ce l’abbiamo nel dna, perché fa parte della nostra storia. E sa anche bene che vedere l’attuale classifica è per noi e per tutti quelli che vogliono bene ai colori rossoblù una sofferenza.
Forse la squadra di Inzaghi può ancora avere un margine di crescita e uscire dalle pastoie della situazione. Una situazione critica, nasconderlo non farebbe bene a nessuno. Perché forse Bigon non si aspettava questo. Perché forse Inzaghi non si aspettava questo. Perché forse Fenucci non si aspettava questo, perché forse Di Vaio non si aspettava questo. C’era qualcuno, nella dirigenza, che si aspettava questo? Dando (augurandomi) per scontata la risposta, “ieri” è già tardi per trovare una soluzione. Qualunque sia. Ma pensare di essere costretti a penare un altro anno sarebbe chiedere davvero tanto. Considerando le potenzialità che questa azienda ha dimostrato di avere.

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