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Il Punto sul Bologna – “Una risata vi seppellirà”

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Se c’è una cosa ignobile è rendere lo Sport (scritto appositamente con la maiuscola) vittima di malizia. Se esiste un qualunque elemento che pregiudica il mio sguardo durante una partita, è chiaramente un elemento di disturbo. E se una qualunque forma di Potere che dovrebbe essere a mia garanzia e a garanzia dello Sport non impedisce malizia e pregiudizio, è un Potere che non serve. Perché, anche se si tratta “solamente” di Sport, vige ancora la regola della democrazia. E se vige questa regola, con quale naturalezza il Presidente degli arbitri sostiene che “se in una partita, su 50 decisioni, se ne sbagliano 2 fa parte della normalità”, come riportato in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport (visto? Anche qui è in maiuscolo). È questa la risposta che una figura come l’ex arbitro e ora alto dirigente Marcello Nicchi può avallare nei confronti delle sempre più stupite inquietudini di tifosi e giornalisti? La risposta rimane inevasa perché retorica.
Per quale ragione viene chiesto al tifoso di accettare silente queste deformazioni dello spirito? Perché si è talmente acuti nell’elaborare una strategia comunicativa che si basa anche sull’abbigliamento del giudice di campo (dalle “giacchette nere” alle variabili del fosforescente) e poi lo si abbandona ai suoi possibili errori? Perché il Potere ha abbandonato Manganiello, quando ne aveva più bisogno? Mi si può rispondere: il valente Var Orsato ci ha provato… Certo! Con lo stesso identico risultato di chi, al povero Manganiello, urlava dagli spalti le stesse identiche cose. Magari, con più cura nel dettaglio: ma come c…o fai a non vedere un rigore grande come tre suv messi uno sopra all’altro?
Sebbene la versione riportata sia evidentemente edulcorata, l’interrogativo posto rimane tale.
Ma ancora: perché il “potere decisionale” ha abbandonato, con colpa duplice, anche lo stesso Orsato che su Manganiello aveva un enorme vantaggio? Infatti, non si dimentichi come Orsato abbia avuto la possibilità di vedere l’immagine frontale, quella in cui è palese e luminoso l’uncino sulla caviglia di Svamberg. Dunque Orsato sa un attimo prima che quello È (toh, un’altra maiuscola) rigore!
Se fosse romanzato, il dialogo tra i due potrebbe essere metaforizzato così:
La seguente fiction si svolge una domenica d’agosto, a Pinarella di Cervia. Due personaggi di pura invenzione che si chiamano Orsa e Manga.
Orsa (che sente alcuni rumori strani provenire dal retro treno della macchina sulla quale stanno viaggiando per recarsi al mare): “Manga, abbiamo bucato!”
Manga (alla guida): “Ma dai! Figurati!”
Orsa (sempre più titubante): “Manga, accosta. Abbiamo bucato”
Manga (che si sta irritando): “Cheppalle! Va be’, accosto”.
I due scendono dalla macchina. Manga si accoscia davanti alla gomma posteriore sinistra evidentemente afflosciata e sgonfia.
Manga (coprendosi il volto dal sole): “Non vedo niente ma mi sembra che sia tutto a posto”.
Orsa (che non sa più come comportarsi): “Stai scherzando? Ma non la vedi? Toccala, allora!”
Manga (con schiena dritta): “Senti, ti ricordi come ci eravamo messi d’accordo? Chi guida, decide. Decide in quale autogrill ci si ferma, quando è ora di fare pipì, quando prendere il caffè e, soprattutto, quando una gomma è bucata”.
Ultima scena, la telecamera inquadra una macchina ciondolante che sparisce nel tramonto.

Ecco. E se qualcuno che si occupa di Comunicazione scrivesse una cosa così, forse farebbe bene. Perché sarebbe forse un modo ironico per prendere la questione. Perché qualcuno disse: “una risata vi seppellirà”. E ancora oggi è l’atto di ribellione non violenta più efficace che possa esistere. Perché fortunatamente, i tifosi possono essere più civili di chi decide dove deve andare la civiltà.

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