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Il Report 2018 della Federcalcio dimostra che ha ragione Saputo – 30 Mag

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Lorenzo Vendemiale in un articolo in uscita sul Fatto Quotidiano on line ci parla di un problema toccato spesso da Joey Saputo, e che fortunatamente (per alcuni motivi) o sfortunatamente (per altri) non entra in testa ai tifosi e non solo: servono basi per una società che si riesca ad autofinanziare. Il calcio italiano infatti è in costante perdita economica, ed una parte delle società di Serie A se fossero aziende qualsiasi sarebbero molto probabilmente già fallite.

Il giornalista segnala i numeri in arrivo dal Report Calcio 2018, un censimento a 360° del movimento calcistico pubblicato annualmente dalla Federcalcio, nella cui prefazione si legge:  Il paziente migliora ma ancora non gode di buona salute”. I dati più allarmanti sono quelli dei debiti, la sola Serie A ha 3,6 miliardi di euro di debiti nei confronti di banche, fornitori e dipendenti, ma anche quelli debiti tributari con lo Stato (che si aggirano sui 310 milioni di euro).

La maggior parte delle società vive grazie alle banche ed al gioco delle plusvalenze, infatti l’aumento della produzione del +17% rispetto all’anno precedente è il segnale che i giocatori valgono di più, ma lo stesso report svela il gioco poco virtuoso: “Il sistema calcio tende all’equilibrio reddituale grazie alla spinta dei trasferimenti di calciomercato”. Le squadre italiane si sono specializzate in queste operazioni e nel 2017 si è visto un +71,4% rispetto al passato, senza un reale miglioramento del livello medio del campionato e comunque nonostante questo il movimento è in costante perdita.

Ovviamente i problemi più grandi continuano ad averli i “piccoli”: grazie all’assenza di impianti di proprietà i ricavi da stadio sono fermi da anni all’8%, mentre quelli commerciali sono al 16% ed ormai è la sola televisione a far sopravvivere il calcio, grazie al 40% del fatturato totale (con il problema MediaPro che si aggiunge a questa foto non certo idilliaca). Non parliamo poi dei dilettanti o dei campionati intermedi, dove società anche storiche continuano a fallire e diminuiscono anche i calciatori (-2,3% tra i professionisti e -3,5% nei dilettanti).

Ecco quindi che ancora una volta, ancora di più, il lavoro di Saputo per modificare la divisione dei diritti televisivi e soprattutto quella di dare alla società una struttura economica importante con infrastrutture degne dei migliori club italiani ed europei deve essere visto in maniera positiva almeno dagli addetti ai lavori, che devono raccontare ai tifosi quanto sia importante questa fase della gestione Saputo. In tanti pensano che le infrastrutture non segnino e non creino punti, ma il report della Federcalcio parla chiaro, chi può permettersi i campioni che poi fanno la differenza, o ha dei debiti (anche con noi, visto che facciamo parte dello Stato) oppure ha le infrastrutture adeguate.

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