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Il Resto del Carlino – Ciccio Graziani: “Bologna e Torino, troppi alti e bassi”

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A due giorni da Bologna-Torino, Ciccio Graziani, ex attaccante dei granata, ha rilasciato un’intervista per il Resto del Carlino. Una partita che Graziani ricorda con particolare affetto, quella fra i rossoblu ed i granata, anche perché è proprio al Dall’Ara, quando ancora si chiamava Comunale, che l’ex attaccante del Torino ha segnato il suo primo goal in Serie A; era il 1973 e le due squadre vivevano anni migliori rispetto ad oggi, con il Bologna che vinceva la sua seconda Coppa Italia e il Torino che terminava il campionato al 5° posto in classifica, preludio allo scudetto che sarebbe arrivato due anni dopo. 

Oggi, le cose per entrambe le squadre vanno in modo diverso: “Diciamo che vivono in una terra di mezzo, dove non rischi di retrocedere né di sognare qualcosa di importante. Il Torino è una squadra cresciuta rispetto a quella delle ultime due stagioni, ma vive ancora di troppi alti e bassi: fa una partita da sette e quella dopo da cinque. Però ha trovato Juric, il cui calcio fa balenare ricordi del vecchio Toro da battaglia”. Per quanto riguarda invece il Bologna, Graziani ha un’idea chiara: “L’idea di una squadra che ha tanti giocatori di valore, ma che sul campo questa qualità non la esprime con continuità. Vedo Orsolini e mi sembra che stia tradendo le attese; vedo Medel al centro della difesa e non ha la struttura fisica per interpretare al meglio quel ruolo. Se guardo ai calciatori che ha in rosa il Bologna non mi spiego come faccia a stare dietro a Verona e Sassuolo, due squadre che non hanno certo dei fenomeni, ma che hanno una logica e un’identità di gioco, come anche l’Empoli. Ora, se l’Empoli che ha 31 punti sta facendo il massimo il Bologna, che di punti ne ha 32, sta facendo il minimo”. E, a tal proposito, dice Graziani su Mihajlovic: “Sinisa lo stimo tantissimo e proprio perché ne conosco il carattere faccio fatica a immaginare che sia contento di vivere in questa terra di nessuno che oggi è il campionato del Bologna. E lo stesso ragionamento dovrebbe farlo il club: ci sono investimenti, c’è la volontà di ristrutturare lo stadio, ma c’è qualcosa che non funziona”.

Due squadre guidate da due grandi centravanti, Belotti ed Arnautovic, entrambi frenati da alcuni problemi fisici in questa stagione:”Credo che se Belotti non fosse rimasto fuori così a lungo oggi il Torino avrebbe 4-5 punti in più. Non che gli attaccanti di valore a Juric manchino, ma Belotti è un punto di riferimento per tutta la manovra e ha caratteristiche che lo rendono unico. Arnautovic è attaccante d’area, ma sa anche spaziare, fa gol, è forte fisicamente ed è la classica punta su cui appoggiare il gioco: da questo punto di vista mi ricorda un po’ Kennet Andersson”. 

 

Graziani ritorna infine al ricordo del primo goal in Serie A, il 16 dicembre 1973, proprio a Bologna: “Segnai al povero Buso, e la palla me la diede Bui. A Bologna venivo sempre a giocare col sorriso, perché aveva il prato più bello d’Italia e una delle tifoserie più sportive: tante volte mi è capitato di uscire tra gli applausi. Ma quante mazzate nelle sfide tra me e Cresci e tra Pulici e Roversi. Anche tante sudate su quelle scale…a Bolgna quando scendevi da pullman dovevi fare due piani di scale per arrivare allo spogliatoio, idem nell’intervallo. Però avercene di stadi così”.

Fonte: Massimo Vitali, Il Resto del Carlino

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