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Il Resto del Carlino – Il punto di Donadoni sul Mondiale e, in generale, il calcio italiano

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Già allenatore del Bologna dal 2015 al 2018, Roberto Donadoni non ha bisogno di presentazioni. Intervistato dai microfoni de Il Resto del Carlino, l’ex ct della Nazionale ha espresso il suo parere riguardo a temi, anche scottanti, del calcio odierno.

MONDIALI. Prima tra tutti, la questione Qatar: i più appassionati si ricorderanno che Donadoni militò nelle fila azzurre in quello (sfortunato) Mondiale del ’94, durante il quale si laureò vice-campione della rassegna iridata sotto la guida di Arrigo Sacchi. Riguardo alla kermesse che si sta svolgendo in questi giorni, l’ex Milan ha affermato: “Mi diverte seguirla, anche se giocarla in Qatar la prova lampante di quanto conti sempre di più il dio denaro”. Dalla voce dell’allenatore bergamasco traspare un velo di tristezza appena si nomina l’assenza italiana: “[Sono] Strani da vedere. Io sono dell’idea che la Nazionale che vince l’Europeo doverebbe essere qualificata di diritto al Mondiale”.

Secondo l’ex ala, o la Francia o il Brasile possono puntare al gradino più alto del podio, ma sicuramente rimane la critica nei confronti di un calcio che punta, ormai, solo al business: ecco perché sarebbe opportuno tentare di mediare tra questi due aspetti, soprattutto per evitare ritmi serrati di gioco che, inevitabilmente, conducono a infortuni di massa.

RIGORI SBAGLIATI. Purtroppo, Donadoni è un professionista delle occasioni sprecate davanti ai pali avversari: “A Italia ’90 mi fregò Goyochea e poi da ct, all’Europeo del 2008, due rigori sbagliati mi sono costati l’eliminazione ai quarti con la Spagna”.

VAR. Strumento che riprende un concetto già presente all’interno della pallavolo o del tennis, dovrebbe aiutare a vedere meglio i rigori, ma l’ex centrocampista non è del tutto d’accordo: “Vedo il rigore che hanno assegnato al Portogallo con l’Uruguay per il tocco di mano di un calciatore che stava cadendo e non poteva che mettere il braccio in quella posizione e sono rimasto senza parole”

DIMISSIONI JUVENTUS. Il fulmine a ciel sereno in casa bianconera ha lasciato interdette moltissime persone, del settore e non, ma va riconosciuta, secondo l’intervistato, la capacità di Allegri di non far pesare la situazione sul campo.

ORIZZONTE NAZIONALE. Donadoni è chiaro: se fosse presidente della FIGC lascerebbe più spazio ai raduni e alle partite, ma, come già per i Mondiali, “i calendari sono compressi e temo che sia difficile, per non dire impossibile, tornare indietro”.

SERIE A.Vedo un Napoli che mai come in questa stagione ha tutto per vincere lo scudetto” ha affermato l’ex Azzurro, nonostante i pensieri al “suo” Milan siano sempre presenti.

BOLOGNA. Sebbene Donadoni conosca bene il Motta calciatore, non conosce il Motta nelle vesti da allenatore: è lodevole, però, la continuità che la squadra ha trovato da quando l’italobrasiliano siede sulla pancina rossoblù.

L’ex Atalanta si dispiace per la situazione che ha trascorso Sinisa: “Osservo anche che non mancava così tanto alla sosta: forse ci poteva stare di aspettare qualche altra partita per dargli il tempo di distemare la squadra. Ma non conosco le dinamiche interne di Casteldebole e qui mi fermo”. 

Come ha da sempre affermato l’ex mister felsineo “per fare il salto sul campo bisogna che tutte le componenti lo vogliano e spingano nella stessa direzione” e, questo punto di vista, è stato ribadito: “Il Bologna di oggi, per valori tecnici, vale più del mio e a sinistra ci può arrivare. Specie adesso che è arrivato Sartori, un uomo mercato che abbina la competenza alla concretezza”.

ALLENATORE. Il bergamasco ha poi concluso l’intervista affermando che tornerebbe ad allenare: “Di recente ci sono state un paio di situazioni in Italia che non si sono concretizzate. Ma sono pronto anche a un’altra esperienza all’estero”. 

Fonte: Massimo Vitali – Il Resto del Carlino

 

 

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