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Il Resto del Carlino – Inzaghi, avventura in salita

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Il primo errore di Inzaghi a Bologna? Essersi fidato a scatola chiusa del materiale tecnico che il club gli ha messo a disposizione, probabilmente ingolosito dalla prospettiva di potersi riaccomodare su una panchina di Serie A. Il secondo? Aver avallato l’astruso scambio alla pari Di Francesco-Falcinelli, sconsigliato da tutti i manuali del pallone. E poi quell’intoccabile 3-5-2, che nel corso dei mesi è diventato il modulo a cui aggrapparsi quasi più del 4-3-3 a cui si aggrappava Donadoni. Ma già dal debutto con la Spal (0-1 Spal) mostrava tutti i suoi limiti per dei giocatori con quelle caratteristiche, condannando la squadra ad un assetto troppo schiacciato a protezione della propria porta.

Filippo Inzaghi salva la panchina, ma il rischio di perderla ieri è stato alto. Il messaggio del presidente Joey Saputo ha tutta l’aria di essere un ultimatum nei confronti del tecnico: vincere con il Milan, oppure addio. Stando alle indiscrezioni, anche ieri l’esonero è stato qualcosa di una semplice ipotesi. Perché la gara con il Milan sarà tra più di una settimana e un nuovo tecnico avrebbe avuto un minimo di tempo per inserirsi. Dopo sarà tutto complicato: Parma il 22 dicembre, Lazio il 26 dicembre e Napoli il 29. Tre gare in una settimana. Donadoni e Mihajlovic sono nell’elenco dei potenziali sostituti.

 

Poi si sa che in queste situazioni a rimetterci è quasi sempre l’allenatore, il quale ha sicuramente moltissime responsabilità, ma non tutte. Perché in campo lui non può scendere e certi errori commessi dai suoi uomini stanno proprio alle basi delle regole del calcio. Ma il cambio allenatore, di solito, è una maniera da parte della società per comunicare il cambiamento. Contatti e movimenti ce ne sono stati: tra una settimana Inzaghi affronterà il “suo” Milan e un Gattuso in difficoltà per salvare la sua panchina.

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