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Il Resto del Carlino – Inzaghi e le critiche, un piatto mal digerito

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Quando sei al comando di un gruppo, la comunicazione è molto importante. Lo sa bene Filippo Inzaghi, uomo copertina di questo Bologna e che in ogni sua uscita sa essere deciso, esaustivo, millimetricamente preciso. Preciso come sul campo da gioco, dove ha sempre danzato sul filo del fuorigioco, in un lunghissimo valzer con il gol. Ma ieri per lui la bandierina del guardalinee, come sovente capitava quando era lui l’allenato e non l’allenatore, si è alzata. Durante la conferenza stampa di ieri, il paragone tra l’intelligenza dei tifosi e quella dei giornalisti, non è stata una delle sue uscite migliori. Ma l’aria che respire il mister è quella che tutti conosciamo: una nebbia di pessimismo cosmico che avvolge il mondo rossoblù, permeandolo di una negatività non totalmente giustificabile. Perché è sicuramente vero che i risultati del Bologna in questo inizio di stagione non possono (e non devono) far sorridere, ma è altrettanto vero che non tutto è da buttare. L’inizio stentato in campionato è dovuto ad un’amalgama che ancora si deve cementare, sia tra i giocatori, che tra l’allenatore e i suoi uomini. Uomini che Inzaghi difende a spada tratta, complici le tante critiche che si sentono vicino ai cancelli di Casteldebole. Parole spesso che non elogiano l’operato dell’allenatore felsineo, permettendogli però di ergersi a difensore del proprio gruppo e, così facendo, di compattarlo ulteriormente, guidando anche i più giovani su binari ben definiti. L’attenzione della stampa è massima per quello che riguarda il Bologna, di cui in fonde, se ne hanno a cuore le sorti. Quindi attenzione Pippo, che le tue (giuste) preoccupazioni sulle “eccessive” critiche non diventino un’ossessione.

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