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Il Resto del Carlino – Mihajlovic scioglie il ritiro e prepara la difesa a cinque

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Dal comignolo dell’hotel Calzavecchio pare sgorghi un denso fumo bianco, a preannunciare il termine del conclave rossoblù. Dopo i dieci gol subiti nelle ultime due trasferte — inframezzate dal due a due casalingo contro il Genoa — Sinisa ha optato per la linea dura: ritiro immediato a Casalecchio per lavare i panni sporchi in famiglia.
 
I segnali filtrati dall’accampamento riportano di confronti e dialoghi benefici fra il tecnico e la squadra, che pare aver digerito a fatica la presa di posizione del proprio leader. La clausura ha permesso ai giocatori di guardarsi negli occhi e mettere sul tavolo, a mente fredda e bocce ferme, tutti i fattori che hanno portato alle rovinose ritirate andate in scena sabato scorso al Meazza e domenica al Castellani.
Oltre ad atteggiamenti e malumori, l’analisi del tracollo ha necessariamente scoperchiato il capitolo tattico. Dopo le prima tre giornate in cui il Bologna aveva subito soltanto due gol all’esordio, seguito da due clean sheet consecutivi, il registro delle reti al passivo ha subito una brusca impennata: 12 gol incassati nel successivo terzetto di partite. La settimana da incubo iniziata sabato sera contro l’Inter impone un decisivo cambio di rotta, ed è naturale che, nel segreto del ritiro, l’attenzione sia stata focalizzata sulla messa a punto della fase difensiva.
 
Domenica all’ora di pranzo il Bologna ospiterà al Dall’Ara la Lazio, galvanizzata dalla fresca conquista della supremazia cittadina. Mihajlovic sembra deciso ad apportare una variazione alla linea arretrata: dentro un centrale in più e difesa a cinque. Premesso che un’efficace fase difensiva non dipende dal numero di difensori, ma dall’armonia e dalla precisione con cui tutti gli undici si muovono nel momento di non possesso, l’accorgimento di Sinisa mira a dare maggiore solidità ad un reparto che nelle ultime uscite è apparso in grande difficoltà.
Mentre non ci sono molti dubbi sul fulcro centrale del triangolo difensivo, con Medel che per leadership ed esperienza pare essere nato per stare al timone durante la tempesta, e sulla sinistra l’eventuale avvicendamento fra Bonifazi e Theate non comporterebbe una variazione tattica, la sfumatura decisiva dello schieramento verte su quanto accadrà sul centrodestra. Il ballottaggio fra Soumaoro e De Silvestri porta con sé due possibili interpretazioni, fra loro differenti. Con il francese la difesa a tre risulterebbe pura, con significativa dote in chili e centimetri, sempre utili nel caso in cui si finisca per combattere all’arma bianca a difesa dell’area di rigore. De Silvestri invece rappresenterebbe un tentativo di apertura alla modernità, con la linea in grado di passare a tre o a quattro in base all’esigenza dettata dalla singola azione, con un semplice scivolamento verso destra.
 
L’impressione però è che la ricerca di una proposta fluida e all’avanguardia non figurasse fra l’ordine del giorno del ritiro punitivo rossoblù. Le circostanze impongono di applicare velocemente una toppa sullo squarcio della chiglia, per impedire alla nave di imbarcare acqua. In questo momento i ricami non sembrano un lusso che il Bologna di Mihajlovic voglia e possa permettersi.
 
Fonte: Massimo Vitali, Il Resto del Carlino

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