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Il Resto del Carlino – Musa Barrow croce e delizia

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eurosport

Un lampo di genio quel tiro dalla trequarti campo che sorprende il portiere dello Spezia e pareggia la partita al minuto 92. Un disastro quel rigore calciato al minuto 94 con annessa ribattuta. Questo è stato Musa Barrow, la partita di ieri sera rappresenta il suo inizio di stagione. Prima con un pallonetto delizioso e poi tre punti buttati dopo che il primavera Rabbi e Soriano avevano tirato fuori dal cilindro una magia per procurarsi un calcio di rigore a ormai tempo scaduto.

Mihajlovic è parzialmente contento, e come dargli torto, sotto 2-0 la sua squadra si è andata a riprendere la partita, in tredici più due primavera, andando anche a un passo dalla vittoria. La realtà è che alla fine dei conti il pareggio è un risultato giusto, perchè se lo Spezia ha concretizzato il 50% delle occasioni create non si può dire lo stesso dei rossoblu che creano tanto ma, come troppo spesso succede, sbagliano occasioni dove è più facile fare goal.

Se si cercavano risposte sul rapporto squadra-allenatore, il verdetto è abbastanza chiaro: la squadra segue l’allenatore. Solo bisogna considerare i fattori esterni a cui il Bologna è stato messo di fronte, per ora in questo campionato, ovvero gli infortuni. Giova ricordare che il Bologna è da almeno un mese che gioca con quasi sempre gli stessi undici giocatori e ha pochi cambi in panchina. La forma fisica infatti è quella che è e pressando sempre alto, costantemente e continuamente, in tredici poi si vedono i risultati. Meno lucidità, corsa e brillantezza: non è un caso se ieri sera Palacio e Dominguez fossero stremati già al sessantesimo minuto.

Ma Sinisa, nonostante questo, non cambia modo di giocare. Vogliamo dargli dell’incompetente perchè non abbassa la squadra? Del superbo perchè vuole sempre vincere e giocare in modo spregiudicato? Volendo si può perchè ognuno è libero di pensarla come crede, chi sposa il metodo di gioco per difendere meglio e chi il tutti avanti, ma lui è l’allenatore di cui il Bologna ha bisogno. Lui è il vero top player di questa squadra, e guai a metterlo in dubbio. Basti ricordare quanto ci siamo divertiti a veder giocare il suo Bologna in due anni dopo svariato tempo di possessi palla sterili e di “niente”. Poi nel calcio è normale dover affrontare dei momenti di difficoltà, infatti, adesso, l’allenatore deve solo trovare la quadra a questo momento difficile, condizionato da tanti infortuni e da un po’ di nervosismo e la squadra deve compattarsi e rimanere unita. Tra due partite c’è la sosta, qualche giorno per staccare la spina e poi riprendere il cammino tutti insieme, recuperando gli assenti e tornando a fare quello che il Bologna sa fare: giocare a pallone.

La cosa certa è una: oltre al resto MIhajlovic deve designare un nuovo rigorista.

Fonte: il Resto del Carlino, articolo di Massimo Vitali

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