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Il Resto del Carlino – San Siro, il Milan e Sinisa: la rinascita del Bologna nell’ora più buia

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Fonte immagine: Damiano Fiorentini / 1000cuorirossoblu.it


È stato un Bologna sorprendente quello che lunedì, a San Siro, ha messo in difficoltà la capolista Milan costringendola ad un pareggio che sa di riapertura dei giochi scudetto, se mai si fossero potuti definire chiusi.

CORAGGIO. La squadra arrivava da una settimana inevitabilmente difficile. L’annuncio di Sinisa Mihajlovic aveva lasciato un vuoto, non solo per l’assenza fisica dell’allenatore a Casteldebole, quanto per l’assenza emotiva, il vuoto che il tecnico serbo ha lasciato nel gruppo con quel triste secondo annuncio, 2 anni e mezzo dopo la prima volta. Insomma, una settimana difficilissima per società e calciatori, costretti a vivere Sinisa da lontano, e per Mihajlovic costretto come un leone in gabbia nella stanza del Sant’Orsola a combattere la partita più importante, ma anche a seguire i suoi con occhio, se possibile ancora più attento. Tutto questo si è trasformato in coraggio e voglia: coraggio di affrontare con sfrontatezza la capolista; voglia di far vedere un Bologna che tutti si erano dimenticati. E lo zampino inevitabilmente, nonostante la lontananza è quello di Sinisa, che via internet ha sentito la squadra due ore prima dell’inizio e l’ha caricata come probabilmente solo lui era in grado in un momento tanto delicato.

RINASCITA. Il Bologna, per almeno un’ora, ha ribattuto alla forza della prima in classifica con coraggio e voglia di far vedere che la squadra c’è, che non è in vacanza, che anche in assenza di Mihajlovic è in grado di dare tutta sé stesso. Si è rivisto un Bologna che non si vedeva da tempo. I rossoblù hanno retto l’urto in fase offensivo e si sono riproposti con grande continuità, cucendo trame di gioco che non si vedevano da tempo. Simboli della rinascita sono stati Schouten, all’ottava partita consecutiva da titolare dopo il rientro da titolare, e assolutamente perfetto nel ruolo di metodista: frangiflutti insuperabile e regista ideale. E Musa Barrow, con spunti, accelerazioni e giocate tecniche del Musa di 2 anni fa. Sono poi usciti dall’ombra giocatori che stavano per essere quasi definitivamente etichettati come oggetti misteriosi come Kasius e Aebischer. 

Insomma, il Bologna ha ritrovato sé stesso in fonda all’anima e nel momento più buio. E niente di tutto questo sarebbe stato possibile se accanto a Sinisa non ci fossero stati anche i fedelissimi uomini del suo staff: Miroslav Tanjga e Emilio De Leo.

 

fonte: Massimo Vitali, Il Resto del Carlino

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