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Il Resto del Carlino – Sassuolo vs. Bologna: questione di risultati

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Il derby di stasera tra Sassuolo e Bologna, con fischio di inizio alle ore 20:45 al Mapei, è molto più che una partita. Due club diversi per storia, obiettivi e visioni. In comune, oltre alla regione, la solidità delle proprietà e le scelte aziendali che però hanno portato alla differenza più ampia al momento: i risultati. Se da una parte con Saputo, il Bologna investe per il futuro con giovani di talento che però in occasione del salto di qualità spesso e volentieri mancano all’appello, dall’altra il Sassuolo plasmato dal patron della Mapei Squinzi pur partendo da categorie inferiori ha raggiunto nel giro di pochi anni l’Europa. Tanti i fattori che creano queste divergenze.

Sicuramente ad alleggerire le case dei neroverdi c’è il fattore dello stadio e del centro tecnico di proprietà: il Sassuolo è stato infatti uno dei primi team in Italia ad investire sulle strutture d’allenamento e sul terreno da gioco e assieme alla Juventus può essere considerato un modello a tutti gli effetti. I rossoblù si stanno muovendo in tal senso e manca poco alla fumata bianca per il restyling del Dall’Ara con i lavori in programma dall’estate 2022, come riporta Marcello Giordano nell’articolo di stamane. A livello dirigenziale, i due club possono contare su personalità affermate e autorevoli come Carnevali e Fenucci e la politica societaria attenta ai giovani e alle plusvalenze è la stessa. Il Sassuolo nell’arco degli anni ha dato seguito ad una serie di cessioni a peso d’oro grazie ai talenti di Sensi, Demiral, Acerbi, Pellegrini e così via: soldi reinvestiti in maniera ottimale con gli acquisti di Boga, Locatelli, Caputo, Djuricic che hanno proiettato i neroverdi nella zona alta della classifica. Un mix tra giovani di qualità e calciatori più esperti, da anni ormai in Emilia, come Berardi e Magnanelli, anima della squadra. A Bologna nonostante i 100 milioni investiti le plusvalenze si arrestano ai nomi di Diawara e Verdi che non compensano di certo le spese della società in questi anni. Un trattamento ben diverso è quello riservato a chi è in rossoblù da più tempo che spesso si deve accontentare di qualche spezzone di partite, come il capitano Andrea Poli.

Ulteriore differenza è quella legata alla conduzione tecnica. In comune solo il modulo: 4-2-3-1. Se da una parte però non trapela nulla e si lavora nel silenzio di un Roberto De Zerbi sempre vigile e con il mirino fisso sull’Europa. Alle sue spalle, una società capace di offrire garanzie a livello tecnico ed economico all’allenatore ma anche di aprire alla possibilità di un suo addio per piazze più importanti. Questione di ambizione ma anche di bravura dello stesso tecnico accostato sempre più spesso a panchine di vari top club in Italia. Dall’altra lo stesso Mihajlovic è una personalità che si espone, in conferenza stampa e non solo: a gran voce ha chiesto l’acquisto di una punta ed esplicitamente ha aperto alla valutazione di altri progetti estivi nonostante i due anni di contratto. Il decollo dei rossoblù con l’allenatore serbo tarda ad arrivare e un chiaro segnale sono i 10 punti che separano le due squadre. Il Sassuolo, però, è a solo 6 lunghezze da un posto in Europa mentre il Bologna stagna nel centro della classifica, in quel limbo di mediocrità che comincia a star stretto ai tifosi.

Fonte: il Resto del Carlino, articolo di Marcello Giordano

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