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Il Resto del Carlino – Un Bologna multinazionale

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Al momento il Bologna non si affida agli italiani. La squadra emiliana è la prima in Serie A per minutaggio dato ai giocatori stranieri. I numeri di Transfermarket dicono 94,3 per cento e posizionano i rossoblù in cima a questa speciale classifica. Motta ha impiegato pochissimo i giocatori italiani, ma questa è ormai una tendenza che ha preso sempre più spazio nel nostro campionato.

Un mercato rivoluzionario

La situazione è figlia anche della rivoluzione che è stata operata dalla società in estate e del mercato messo in atto da Sartori e Di Vaio, concentrato in due settimane che ha cambiato la rosa del Bologna in modo radicale. A Casteldebole è arrivato un folto gruppo di stranieri da Beukema a Ndoye passando per Karlsson, Freuler, Saelemaekers, Kristiansen e Van Hooijdonk.

In totale adesso gli stranieri sono 19 con 14 paesi rappresentati. L’Olanda con Zirkzee, Beukema e Van Hooijdonk insieme alla Svizzera con Aebischer, Ndoye e Freuler sono le due nazioni con più giocatori, nelle fila rossoblù. Poi ci sono i due Polacchi Skorupski e Urbanski per poi passare alle bandiere di Austria, Francia, Croazia, Svezia, Danimarca, Scozia, Grecia, Finlandia, Belgio, Marocco e Colombia.

Nessuno come il Bologna

Solitamente era l’Udinese che formava rose con molti stranieri. Un modus operandi che ha creato le prime fortune dei bianconeri. Ma ne è passato di tempo e tantissimi stranieri sono passati nel campionato italiano. Nessuno, però, in 270 minuti ha ricorsi ai giocatori esteri come ha fatto Thiago Motta. All’esordio con il Milan infatti in capo c’erano 11 titolari stranieri come contro il Cagliari nell’ultima partita.

Al momento l’unico italiano che è stato schierato titolare è Orsolini contro la Juventus. Diciamo però che gli italiano sono un piccolo gruppetto nello schieramento intero. Oltre a Orso ci sono De Silvestri, Bonifazi, Fabbian, Corazza jr e i due portieri di riserva Ravaglia e Bagnolini. I due potenziali titolari, Orsolini e Fabbian, quest’anno il posto se lo dovranno sudare, ma vedremo solo più avanti quanto Motta continuerà a privilegiare un Bologna “multilingue” oppure più italiano.

Fonte: Il Resto Del Carlino, Massimo Vitali

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