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Joey Saputo tra sogno e realtà

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TVA Sports


Dopo 14 mesi di astinenza – forzata e non – Joey Saputo ha finalmente riassaporato l’odore del Dall’Ara. Un’assenza, quella del chairman canadese, che dalle parti di Casteldebole era diventata soffocante, come affermato anche da Sinisa Mihajlovic.

Un anno e due mesi sono tanti perfino per chi vede in una società calcistica solamente un fine economico, pensate cosa dev’essere stato per il patron. Obiettivi chiari, sin dal suo ingresso nella società rossoblù: competitività, modernizzazione. Sempre pensando alla maglia. Sono queste le due parole chiave della filosofia saputiana, che ha salvato il Bologna e il desiderio è chiaro, così come la sua parola d’ordine: migliorare. 

Il primo step riguarda lo stadio, quel restyling del Dall’Ara tanto desiderato. Parole e fatti, un binomio che spesso nel mondo del calcio non si vede. Il Covid ha rallentato un po’ i lavori ma nessuno si è fermato: il progetto c’è, è reale e sarà presto realtà. Costerà un bel po’, così come costerà lo stadio temporaneo in cui i rossoblù dovranno giocare nel mentre. Ma non c’è fretta. “Voglio uno stadio all’altezza”, parola di Saputo. Gli accordi sono ormai stati presi, per entrambi i progetti. 

Dal primo al secondo step ed ecco che si passa a un aspetto puramente tecnico: migliorare la squadra, elevare il tasso tecnico per puntare a traguardi più prestigiosi. Bologna è una piazza che dà ed è giusto che chieda il massimo dai propri beniamini. A inizio di questa stagione un desiderio, più che un reale obiettivo, era la qualificazione in Europa League. Un sogno infranto però quasi subito, vista anche la competitività delle altre squadre e alcune lacune che sono apparse decisive. Sono proprio queste lacune che Saputo&Co. hanno l’esigenza di colmare, perché la salvezza non basta più a nessuno anche perché la squadra quest’anno ha dimostrato di avere grandi potenzialità. Prendere ad esempio le gare giocate con le grandi squadre: zero punti guadagnati sulla carta ma con prestazioni che non possono essere dimenticate. 

Ed è proprio da questo aspetto che scaturisce la rabbia collettiva. La convinzione di poter fare e dare. Si potrebbe fare di più, basta soltanto avere le pedine giuste. Il centravanti, ad esempio. Ora però andiamo oltre, sul capitolo centravanti si è parlato tanto. Saputo sa cosa serve alla squadra e sa cosa gli ha chiesto Mihajlovic. Quest’anno la salvezza è stata quasi raggiunta, ora c’è bisogno di programmazione. 

Programmazione, il termine chiave.

C’era attesa per il colloquio tra il chairman canadese e l’allenatore serbo: è andato tutto bene. Un colloquio tranquillo e amichevole. Si è appunto parlato di futuro e di quel desiderio comune di rinnovamento. L’Europa League potrebbe essere un reale obiettivo per l’anno prossimo ma soltanto a certe condizioni. I tifosi non sono stupidi, vogliono i fatti e sanno che per puntare a determinati obiettivi c’è bisogno di qualcosa in più.   

A differenza di altre società, però, la piazza rossoblù è più tranquilla ed è consapevole di viaggiare in acque sicure. Il presidente canadese tiene alla squadra, ha a cuore Bologna e il Bologna. Spesso le promesse non sono facili da mantenere, lui ci sta riuscendo a piccoli passi. Parlare è facile, costruire qualcosa di importante richiede tempo e dedizione. Parola di Joey Saputo.

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