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L’altro spogliatoio: il Parma di Roberto D’Aversa

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fonte immagine: Twitter ufficiale Parma


È un Parma diverso nella guida tecnica, ma non nelle scelte tattiche quello che ospiterà il Bologna questa sera, alle 18, allo Stadio Tardini. All’andata il Bologna si trovò davanti una squadra che provava faticosamente ad evolvere il proprio calcio, con Liverani in panchina. Il progetto è tuttavia naufragato, e nel mese di gennaio, visto il ritorno ad un gioco più “reattivo”, incentrato sulla tenuta difensiva, la dirigenza gialloblù ha optato per il ritorno di Roberto D’Aversa.

DIFESA E CENTROCAMPO – Il ritorno di D’Aversa avrebbe dovuto ridare certezze, quantomeno psicologiche, al gruppo pressoché identico a quello col quale il tecnico pescarese aveva ottenuto la salvezza nelle due precedenti stagioni. Niente di più sbagliato, con Liverani in panchina e la perdita di un leader tecnico come Kulusevski e la sostituzione di quest’ultimo con l’inserimento di alcuni giovani promettenti è stata fallimentare.
D’Aversa ha così raccolto un gruppo fragile, che soprattutto in difesa, punto di forza delle sue precedenti stagioni, accusa gravi difficoltà. In difesa non ha certamente aiutato l’assenza prolungata di Bruno Alves, la cui mancanza ha creato un vuoto d’esperienza che oggi dovrebbe essere garantita dall’ex di turno Mattia Bani, all’esordio col Parma. L’ex rossoblù dovrebbe sostituire proprio Alves, che sarà comnque in panchina ma ancora non in condizione. L’assenza di Alves non può essere comunque un alibi per un Parma che ha già subito 38 reti. Il problema è dunque complessivo: anche il centrocampo, pur con buone individualità, ben predisposte anche dal punto di fisico e dell’interdizione, non è in grado di fare filtro per arginare le offensive avversarie, lasciando dunque la difesa scoperta e spesso inerme; inoltre la mediana del Parma è carente dal punto di vista tecnico, motivo per cui il Parma spesso si ritrova schiacciato nella proprio area di rigore e non riesce quasi mai a costruire un’azione in maniera ordinata e scorrevole. Così i difensori, recuperato il pallone sono costretti a saltare il centrocampo con lanci lunghi alla ricerca della profondità o la testa del centravanti.

L’ATTACCO – L’attacco del Parma è nettamente il peggiore del campionato: appena 14 le reti segnate, di cui appena la metà da attaccanti. Gli altri gol invece sono giunti da Juraj Kucka, il quale, nonostante sia centrocampista è l’uomo con la miglior vena realizzativa all’interno della squadra.
Questa scarsa propensione a incidere in avanti è stata il principale “argomento” del mercato di gennaio. La dirigenza gialloblù ha investito sul mercato (qui l’analisi) per completare e dare più qualità ad un reparto in cui i due centravanti Cornelius e Inglese hanno finora totalizzato 0 reti in campionato e che si sostiene sulle sgroppate di Gervinho.
Oggi, assieme a Gervinho e Cornelius, ci sarà anche il nuovo acquisto Man (qui la sua scheda), che completerà il classico tridente del Parma. Il modo di giocare comunque non cambierà essendo calciatore romeno un attaccante rapido e dotato di ottimo dribbling, ma soprattutto con un fiuto del gol certamente superiore a quello degli altri due.

Difficile capire se Bani e Man, unici due acquisti (sono cinque in totale) di gennaio che probabilmente esordiranno al Tardini, potranno effettivamente dare al Parma la ritrovata solidità e qualità che gli è mancata finora. Il Bologna tuttavia dovrà fare molta attenzione alle marcature preventive per impedire che le due frecce davanti sfruttino la profondità, sia sulle eventuali sponde di Cornelius, che sui lanci lunghi dalla difesa.

 

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