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L’altro spogliatoio: le difficoltà della Fiorentina di Italiano

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fonte immagine: Twitter ufficiale Fiorentina


Il momento di cambiare passo è questo. Il Bologna arriva a Firenze, reduce dalla buona vittoria casalinga con lo Spezia e tre risultati utili consecutivi. I rossoblù possono vincere e allungare sulla Fiorentina in classifica, nonché tenere a distanza la Juventus. Di fronte comunque troveranno un avversario carico e, forse, anche un po’ stanco dalla vittoria di Coppa Italia contro il Torino, che l’ha proiettato in semifinale.

MODULO E ATTEGGIAMENTO. I risultati altalenanti di questo avvio di stagione hanno condizionato la classifica della squadra di Vincenzo Italiano. Il tecnico di Karlsruhe non ha comunque mai rinunciato al suo modo giocare e pensare il calcio: possesso palla, scambi veloci, creazione di superiorità numerica al limite dell’area e soprattutto ricerca dell’imbucata verticale per centravanti ed esterni offensivi.

La Fiorentina ha però accentuato in maniera negativa la sua capacità di mantenere il possesso del pallone. La presenza di Amrabat in regia ha garantito copertura, buone geometrie, dinamismo, ma pochi inserimenti offensiva. La scarsa propensione delle mezzali, i problemi a collegare il centrocampo con l’attacco e la difficoltà nel finalizzare l’azione da parte di Jovic e Cabral ha costretto Italiano a deviare dal classico 4-3-3 e provare prima il 4-2-3-1 e poi soluzioni asimmetriche.

L’atteggiamento comunque è rimasto quello aggressivo-offensivo, con la difesa che cerca di giocare sempre molto alta e anticipare gli attaccanti avversari, spesso rischiando e incassando le imbucate in profondità (ultimo esempio il gol di Karamoh al 93′ contro il Torino in una gara condotta 2-0).

FASE OFFENSIVA. I Viola attaccano cercando di creare superiorità sulle fasce per arrivare sul fondo e crossare, oppure cercando di isolare gli esterni offensivi nell’uno contro uno. Tuttavia, questo modo di attaccare non ha portato grandi risultati alla Fiorentina, che risultava troppo scollegata. Italiano ha dunque cominciato a inserire Barak dietro la punta e Kouamé come esterno atipico, accanto al centravanti, giocando molto stretto in supporto al centravanti. Soluzione che ha permesso alla Fiorentina di migliorare sottoporta, ma ha tolto ulteriore imprevedibilità alla manovra.

 

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