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L’altro Spogliatoio: Lo Spezia di Volpi – 21 nov

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Continua il nostro viaggio fra le tifoserie avversarie e i siti delle squadre che andremo ad incontrare durante il cammino rossoblù: è la volta di Andrea Bonatti, di www.cittadellaspezia.com, noto giornalista della città ligure, che ci accompagna alla scoperta dei “bianchi” di Bjelica. Grazie Andrea e buona lettura.

Rallentare per andare più lontano. Sembra un ossimoro, ma è quello che lo Spezia sta riuscendo a mettere in pratica alla sua terza stagione consecutiva in serie B, dopo aver fatto e disfatto squadre e quadri dirigenziali alla velocità della luce nelle ultime due stagioni. Cinque allenatori (Serena, Atzori, Cagni, Stroppa e Mangia), tre diesse (Ricci, Vitale, Romairone) e decine di giocatori sono passati dal Golfo dei Poeti dal ritorno in serie B del 2012 al giugno 2014, tempo speso alla ricerca di un equilibrio trovato infine in Croazia.

Damir Miskovic, presidente del Rijeka e socio del patron Gabriele Volpi, ha impostato la linea in estate scommettendo su Nenad Bjelica, 43enne tecnico croato che ha fatto miracoli in Austria dopo una carriera da calciatore che lo ha portato anche in Spagna e in Germania.

 

Monte ingaggi dimezzato rispetto alla scorsa stagione, grazie al lavoro sul mercato del diesse Guido Angelozzi, ma non per questo indebolita. Si è puntato poi sull’inclusione di alcuni giovani prodotti del vivaio e su una squadra internazionale, anche in questo caso a forte presenza croata. Lo Spezia ha balbettato inizialmente prima di trovare risultati e certezze in autunno. Decisivo il passaggio alla difesa a tre e la crescita della mediana con il metronomo Juande (ex Betis Siviglia), il talento montenegrino Bakic e la grinta di Brezovec (ex capitano del Rijeka).

Nelle ultime sei gare sono arrivati 14 punti su 18 con quattro vittorie e due pareggi. I gol subiti sono solo tre: un rigore e due prodezze da fuori area. In attacco, perso Catellani per infortunio – ma sabato potrebbe andare in panchina – ecco due assi della categoria mettersi in luce: Ebagua tocca finalmente un buono stato di forma e Giannetti recupera ogni giorno in fiducia e gamba dopo il brutto infortunio della scorsa primavera.

Ma è soprattutto una squadra che punta sul collettivo quella di Bjelica, capace di creare un gruppo a tempo di record – lui che parla croato, tedesco, spagnolo e ora anche italiano – nonostante l’eterogeneità della provenienza e dei vissuti degli atleti in bianco. Uno di questi è un’altra scommessa, il 23enne argentino Chichizola, già numero 12 del River Plate svincolato in estate e portato in Italia. e davanti a lui l’esperienza di Ceccarelli e Piccolo (di ritorno dalla Romania), la fisicità di Datkovic, capitano dell’under 21 croata, o la rapidità di Valentini, argentino con un breve passaggio al Livorno alle spalle. Sugli esterni infine, il mancino Migliore ormai stabilmente tra i migliori della categoria nel suo ruolo, e la scoperta Milos che ha preso il posto dell’infortunato De Col.

 

Nell’anno in cui il programma per puntare alla serie A è dichiarato triennale, lo Spezia si trova oltre ogni aspettativa al terzo posto in classifica e in un buono stato di forma. In generale, un club emergente come pochi nel panorama nazionale con una serie di investimenti messi in campo dal 2008 a oggi che stanno dando frutti anche a livello giovanile. In questi giorni sarà steso il manto del secondo campo a undici del centro sportivo “Bruno Ferdeghini” alle porte della città: sede del club e centro delle squadre giovanili dalla Primavera in giù, che hanno in Pietro Fusco il responsabile. Uffici, tribuna, palestra, magazzino, presto una foresteria e forse una piscina: una spesa attorno ai 10 milioni di euro sostenuta direttamente dal club, mentre in Nigeria – Paese dove Volpi ha le sue attività – nasce un canale diretto con l’Accademia di Abuja, fucina di talenti con sede nella capitale del gigante africano. E poi i due campi dove la prima squadra si allena, creati pochi mesi fa nell’entroterra cittadino per sfuggire alla piovosità del capoluogo.

Una “piccola” solo sulla carta insomma, al lavoro per provare a fare il suo ingresso un passo alla volta sui palcoscenici massimi del calcio italiano.

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