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L’analisi di Juventus-Bologna 3-0 – 10 gen

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Tango Juve allo Stadium. I bianconeri si sbarazzano senza troppe difficoltà di un Bologna dentro la partita solo per 30′ minuti, in cui i rossoblù hanno cercato di manovrare a centrocampo senza però riuscire mai a pungere dalle parti di Neto. La squadra di Roberto Donadoni si ferma ancora dopo la convincente vittoria nell’ultima partita dell’anno appena trascorso contro il Pescara, palesando enormi disattenzioni difensive e quella sterilità in avanti che ormai da diversi mesi contraddistingue la compagine del mister bergamasco. 

Massimiliano Allegri propone come prevedibile il 4-3-1-2 con Pjanic dietro alle due punte Dybala e Higuain. La Joya però in fase di possesso palla si faceva quasi sempre trovare tra le linee andando a formare un 4-3-2-1 con Il Pipita unica punta. 

I petroniani invece si presentano a Torino con il consueto modulo 4-3-3, che in fase difensiva diveniva di fatto un 4-5-1, con le novità Oikonomou, che è ormai con la valigia in mano; Donsah al posto di Nagy, probabilmente per dare più fisicità al centrocampo e Di Francesco come esterno di sinistra. Lo schieramento del figlio dell’allenatore del Sassuolo ha portato Krejci sulla fascia opposta, con l’intento di tagliare il campo sfruttando il “piede invertito”, a discapito dei cross dal fondo.

L’approccio alla partita dei bianconeri mette subito paura, e al minuti numero 7′ passano in vantaggio:

L’azione parte dalla fonte di gioco juventina, cioè Marchisio. L’azzurro non viene aggredito al meglio da Destro e nemmeno da Donsah che si preoccupa di coprire solo la linea di passaggio, non riuscendoci. Il fermo immagine rende palese un gravissimo errore della squadra felsinea: la distanza tra i reparti è enorme, lasciando la trequarti ai soli giocatori allenati da Allegri. In questo caso è errata anche la posizione di Krejci che non copre la sua fascia di competenza, lasciando un potenziale 2 contro 1, con Asamoah e Sturaro contro il solo Torosidis. 

La scelta di passaggio di Marchisio ricade su Pjanic che si sbarazza di Viviani con troppa facilità, consentendogli di alzare la testa verso l’area. Gli errori della retroguardia sono ben 3 nella stessa situazione: 

Masina troppo basso rispetto alla linea. Il terzino si fa attrarre ingenuamente dal movimento di Khedira tenendo in gioco Higuain.

Maietta esce sulla trequarti con l’idea di andare a coprire Dybala. La lettura però viene fatta troppo lentamente, perciò anche se Pjanic avesse scelto l’ex Palermo, avrebbe avuto comunque lo spazio per girarsi e calciare o per rendersi comunque pericoloso. La mancata giocata difensiva di Maietta lo porta a trovarsi nella terra di nessuno, rendendosi completamente inutile.

⦁ L’errore più grave lo compie Oikonomou che non legge la giocata dell’avversario, non marcando minimamente Higuain. Non una grande idea vista la straordinaria vena realizzativa della punta bianconera.

Il filtrante di Pjanic è un cioccolatino per il Pipita che non attaccato da Marios, in girata infila un non irresistibile Mirante. 

Gli uomini in giallo-fluo reagiscono alla rete subita cercando di proporre qualche buona trama di gioco, approfittando di una Juve stranamente più disordinata del solito, a detta dello stesso mister Allegri. L’aspetto che manca però è sempre il solito: l’ultimo passaggio. 

Nonostante la reazione, in difesa si continua a ballare, come al minuto numero 16:

L’azione si sviluppa sulla fascia coperta da Masina che non riesce a respingere tempestivamente l’avanzata di Khedira che rimane libero di calciare in mezzo. In area la difesa rossoblù si muove ancora una volta senza rigore: Oikonomou si trova spostato troppo verso sinistra, ma comunque in linea col suo compito in quel momento, cioè la copertura della zona sul primo palo. Maietta commette un grave errore guardando solo la palla e senza mai preoccuparsi dell’uomo alle sue spalle. Torosidis quindi, avendo la possibilità di vedere il pericolo, doveva scalare per andare a coprire il numero 9, cosa che però non fa.

Come si può notare Higuain ha la possibilità di saltare da solo in mezzo all’area, con solo un lieve disturbo del terzino greco da dietro. La sua conclusione di testa fortunatamente finisce a lato, ma la disattenzione di Maietta e soci rimane imperdonabile. 

L’unico sussulto degli ospiti avviene al 19′:

Su un grandissimo passaggio di Dzemaili in verticale si avventa Di Francesco che dopo essere rientrato sul suo piede preferito lascia partire un destro a giro che non crea troppe difficoltà all’estremo difensore di casa. L’esterno in questo caso non premia la corsa di Masina che si era proposto sulla sua sinistra. Questa opzione poteva essere molto pericolosa perchè avrebbe consentito ad Adam di involarsi verso il fondo per tirare o cercare un compagno in mezzo. 

La buona mezz’ora del Bologna si conclude al 41′, momento in cui il direttore di gara Mariani indica il dischetto:

L’azione rappresentata rende palese l’ingenuità e l’inesperienza di Oikonomou, che abbatte Sturaro dentro l’area di rigore. L’errore di Marios è inspiegabile perchè ferma un giocatore diretto verso il fondo, coperto anche dal compagno Torosidis. Il centrale invece che temporeggiare e coprire la propria porta con il corpo con una marcatura orientata sgambetta l’avversario. Rigore sacrosanto che in seguito Dybala trasformerà spiazzando Mirante.

Nella seconda frazione Donadoni inverte la posizione di Krejci e Di Francesco, ma il risultato non cambia, anzi, al 55′ la Juve chiude definitivamente i conti:

L’azione parte da un’ottima triangolazione tra Lichtsteiner e Khedira, ma resa troppo semplice dai difensori felsinei. Masina sullo svizzero e Maietta sul tedesco, commettono lo stesso identico errore: non temporeggiare in una situazione sfavorevole, cioè di palese ritardo. In queste situazioni il difendente deve obbligatoriamente accompagnare l’offensiva avversaria coprendo la propria zona, perchè se sbagli i tempi di intervento, come i due rossoblù hanno fatto, ti esponi al contropiede lasciando enormi praterie.

In mezzo Torosidis decide di tagliare verso il centro per coprire un eventuale passaggio in direzione di Dybala. Oikonomou invece si trova nella zona di Higuain, ma come si vede nell’immagine Marios non lo guarda minimamente, tenendo lo sguardo solo verso il pallone.

Lichtsteiner riesce ad arrivare sul fondo e a crossare, quello che avviene al centro dell’area di rigore è incredibile: Higuain lasciato completamente libero. Il numero 2 del Bologna mantiene l’attenzione solo verso la palla, lasciando l’avversario distante diversi metri alle proprie spalle. E’ inconcepibile come Oikonomou scelga di coprire la zona del primo palo in questa circostanza di 2 contro 2 in area di rigore senza mai andare a marcare il Pipita.

Il traversone è perfetto, ed il colpo di testa fin troppo facile per un attaccante straordinario come l’argentino. Intanto Oikonomou e Torosidis osservano…

Ennesima sconfitta per il Bologna in trasferta, ennesimo passo falso in questo campionato che rimane indiscutibilmente mediocre, forse in linea con quello che è il vero valore della squadra oggi. Le assenze sono una buona giustificazione, ma non sono l’alibi per tutto: di certo Verdi non avrebbe risolto i disastri di Maietta, Oikonomou e Torosidis, ma almeno la davanti qualcosa in più avrebbe offerto. La tendenza di non riuscire più a concludere pericolosamente l’azione la raccontano anche le statistiche che individuano il Bologna come fortunato e poco bravo. Mi spiego meglio, nella statistica condotta da 11tegen11 in cui viene calcolato quanto una squadra converta in gol i suoi tiri e quanto riesca a salvarsi da quelli avversari, parametrandoli alla qualità delle conclusioni, i ragazzi di Donadoni spiccano in negativo sia per i tiri effettuati che in quelli subiti. Per i primi il dato è preoccupante perchè sono pochi e di bassa qualità, solo la Samp a livello di bontà di palle gol è peggio dei felsinei, con la differenza che i blucerchiati costruiscano più occasioni; difensivamente invece vengono concesse tante occasioni e di alta qualità. Quindi il Bologna viene ritenuto poco bravo per la sua scarsa vena offensiva e fortunato per il fatto di subire meno gol di quanto in realtà ne meriterebbe. Questi dati ovviamente rappresentano un trend e non una realtà oggettiva, durante una partita di calcio non ci si può basare solo da semplici numeri, però qualcosa dicono. 

Si spera che il mercato in questo senso possa aiutare, anche se i nomi sono pochi. Il vero nuovo acquisto di gennaio saranno i rientri di Verdi e Sadiq, con Simone che è ormai in rampa di lancio per rientrare in gruppo. Ora testa a sabato perchè alle 18 andrà in scena allo stadio “Ezio Scida” Crotone-Bologna, già banco di prova importante per Donadoni e la squadra.

Fonte immagini: sky

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