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L’ultima sfida di Walter

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Chissà se qualcuno gli ha mai fatto notare la somiglianza con Jorah Mormont (o meglio, con Ian Glein, l’attore che gli presta il volto), cavaliere errante e solitario de Il Trono di Spade, con cui Walter condivide la passione per gli amori dannati: nel caso del personaggio uscito dalla penna di George R. R. Martin, quello per la bella Daenerys; nel caso di Sabatini,  le sigarette. Anche se giura di essere sulla retta via : “Ho fatto un patto con mio figlio”.

Chiamatelo Walter. Non guru: troppo esoterico. Meglio epicureo: cioè, in parole spicce, amante delle cose tangibili. Più visibili che invisibili. E per forza: quando stai a contatto con l’aldilà, per un mese buono, torni più vivo. Pronto, cioè, per “la sfida finale”. Da giocare a Bologna (“Ho fretta, voglio tutto e subito”), nell’inedito ruolo di eroe dei due mondi. O meglio: supervisore. Con un occhio in Canada e l’altro in Italia. Con Bigon come collaboratore (“So quanto ha sofferto, ci sono passato anch’io”) e Saputo come presidente (“Un signore, molto educato: ci sono andato a cena e mi è piaciuto molto”). Ma la lontananza non potrebbe pesare, alla lunga? “Il Liverpool ha vinto la Champions con un presidente che vive negli Usa” dice Fenucci. Aggiunge Walter “Sì, e coi miei giocatori”. Risate, applausi: il nuovo coordinatore tecnico incanta, stupisce. Calandosi appieno nel clima godereccio delle Due Torri.

Ma perchè proprio Bologna? “Perchè è il miglior posto per far calcio…una bolla di gioia”. E poi “nel’64 ho seguito la cavalcata dello scudetto. Sono un romantico, amo il calcio in bianco e nero. Quello di Gino Villani”. Amore per il pallone, in ogni sua forma ed espressione: prima da calciatore, poi da dirigente. “All’Inter non è andata perchè ho avuto fretta, coi cinesi bisogna andare cauti”. E la Roma? Gli chiedono di Totti, ma glissa. Vuole stare sereno “Oggi è un giorno di festa, mi sono messo pure la cravatta”.

E il mercato? “Arriveranno diversi rinforzi, giovani e non, ma la rosa in generale non sarà stravolta”. Annuncia di fatto Orsolini e quel Tomiyasu impegnato nella Copa America: lo chiama “il nostro”, e quando capisce che ha parlato troppo, è tardi. “Posso?” chiede a Bigon, riproponendo in chiave calcistica il duetto tra Max Gazzè e Carl Brave. Risposta negativa; ma il dado ormai è tratto. E Destro? “Deve ritrovare lo spirito che aveva a 22 anni”. Pulgar? “Lo gestiremo al meglio, non siamo tonti”.

Chiusura tra il serio e il faceto: dova vivrà Walter Nostro? “In un residence, con lenzuola e asciugamani”. Basta? “E un’ edicola sotto casa, fondamentale”. E qui riemerge Walter il Romantico “Amo il cartaceo, odio i telefonini”. Obiettivo personale? “Vivere come uno di voi, come un bolognese. Non voglio essere ricordato come un dirigente, ma come un abitante di questa città”. La sfida finale, per Walter, è già partita.

 

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