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L’Uomo del … Sabato – Blerim Dzemaili – 15 gen

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“Il Calcio è dubbio costante e decisione rapida”.

Quest’oggi apriamo con le parole di Osvaldo Soriano per parlare della partita di ieri sera, disputatasi alle ore 18 allo stadio Ezio Scida di Crotone, che ha visto il Bologna trionfare per una rete a zero contro i pitagorici. Chi ha fatto scrivere il suo nome sul tabellino dei marcatori è stato Blerim Dzemaili, sempre più leader di una squadra giovane che necessita una guida, bravo ad infilare Cordaz sul secondo palo con una conclusione imparabile per velocità d’esecuzione e rapidità di scelta. Eccezionalmente Uomo del Sabato, visto l’anticipo, il centrocampista svizzero si è però macchiato di un errore che avrebbe potuto chiudere definitivamente la gara, cestinando una colossale occasione dopo uno splendido dribbling di Mattia Destro, sempre più solo al centro dell’attacco. Quel che conta, in questo momento, è l’aver portato a casa i 3 punti, nonostante la squadra non abbia brillato in termini di gioco; a volte basta un’intuizione, una scelta presa sul momento per espugnare qualsiasi campo di gioco. Ecco a Voi la storia di Blerim Dzemaili!

Siamo in uno Stato che non c’è più. È scomparso, si è diviso, una guerra lo ha logorato e lo ha frammentato, pezzo dopo pezzo; sono stati tracciati confini, si è provato a cancellare il passato ma non ci si è riusciti, tanto grande era la portata dello stesso. Blerim Dzemaili nasce in Macedonia, stato che, ai tempi, faceva parte della Repubblica di Jugoslavia, soltanto un lontano ricordo. Non è un posto dove un bambino può nascere, lo dicono le macerie delle guerre e dei moti che la morte di Tito ha provocato. Ci spostiamo in Svizzera, a Zurigo, città che ha visto crescere il futuro calciatore. Il suo primo approccio al mondo calcistico avviene grazie allo Sportclub Young Fellows Juventus, prima squadra di Dzemaili, attualmente iscritta alla terza serie del Campionato svizzero. Il ragazzino è bravo, si vede, ha tecnica e mostra già doti da leader, tant’è che il Zurigo, da sempre attenta a giovani talenti che vengono covati da società calcistiche della città, decide di prenderlo sotto la sua ala protettrice; qui Blerim cresce ed inizia ad acquisire consapevolezza nei suoi mezzi, è rapido e può essere impiegato in qualsiasi posizione del centrocampo, a dimostrazione di una duttilità che già era nelle sue corde sin da giovane. Col Zurigo rimane sino al 2007, dopo aver collezionato più di 100 presenze e una decina di gol, il tutto a soli 20 anni. Il ragazzo non passa inosservato, quasi impossibile che qualche big europea non decida di accaparrarsi le prestazioni del centrocampista, con Big Sam Allardyce che ne tesse le lodi, prospettando per Lui un grande futuro, viste le sue qualità. Firma per il Bolton, ma l’avventura in terra inglese non va come previsto: infortunio ai legamenti del ginocchio, Allardyce che viene esonerato e Blerim non trova mai spazio, a causa delle scelte tecniche del nuovo allenatore, Sammy Lee, subentrato all’ex tecnico della selezione inglese ad aprile di quell’anno. È il 2008 e l’Italia inizia finalmente a far parte della vita di Blerim: voluto fortemente dal Torino di Urbano Cairo, che già allora contava numerosi prospetti interessanti che, da lì a qualche anno, avrebbero guadagnato la titolarità, sia nel Toro sia in altre squadre. La stagione, nonostante le 30 presenze (a dimostrazione della bontà del giocatore e della sua importanza a livello tattico) non si chiude bene, con la retrocessione della squadra allenata dapprima da Gianni De Biasi, poi da Walter Novellino e infine da Giancarlo Camolese, tre tecnici che non riuscirono a centrare la salvezza. Blerim sembra destinato a iniziare il campionato di Serie B con i granata fino a quando, il 31 agosto 2009, non arriva il Parma di Ghirardi che piomba sul giocatore, strappa un prestito al Torino e consegna nelle mani del centrocampista svizzero la maglia numero 10, da tutti ambita. Squadra divertente quella biancoblu, come dimostra l’ottavo posto finale, ad un passo dalla qualificazione in Europa League. Stagione splendida per la squadra, un po’ meno per Blerim che a metà stagione s’infortuna ai legamenti del ginocchio sinistro e conclude anzitempo la stagione. Il campionato successivo vede la sua definitiva consacrazione anche in termini di marcature grazie al gol contro il Palermo, e tante grazie a Salvatore Sirigu per il rinvio sbagliato. Blerim cresce, acquisisce maturità partita dopo partita e, finalmente, arriva la chance di giocare per un top club: il Napoli bussa alla porta del Parma, versa 9 milioni di euro nelle casse dei ducali e porta alle pendici del Vesuvio un centrocampista fatto e finito. In terra partenopea si ritroverà con il suo ex compagno di squadra dei tempi del Zurigo, Gokhan Inler, presentato in pompa magna con una conferenza a dir poco cinematografica. Sono 3 le stagioni in maglia azzurra prima del definitivo addio alla penisola; è tempo di cambiare, tempo di tornare vicino allo Stato che ha dato i natali a Blerim, è la volta della Turchia e del Galatasaray. 1 anno, qualche gol ma non tutte le presenze che ci si aspettava. L’Italia gli manca, gli manca il calcio italiano e gli manca confrontarsi con grandi giocatori: il Genoa lo intuisce e lo porta a Marassi, in prestito. Poi, ad agosto 2016, il colpaccio targato Bologna: Blerim si trasferisce sotto Le Due Torri in attesa di andare a giocare oltreoceano, al Montreal Impact, squadra che, verosimilmente, vedrà appendere le scarpine al chiodo di uno dei giocatori più decisivi di questo Bologna.

 

 

L’Uomo del … Sabato, Blerim Dzemaili

 

 

 

 

foto BolognaToday

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