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Bologna

La domenica degli umarells

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Da wikipedia: “Umarell, uomini di età pensionabile che passano il tempo a guardare i cantieri, soprattutto i lavori stradali, stereotipicamente con le mani giunte dietro la schiena e offrendo consigli indesiderati”. Bene, oggi ho vissuto la mia domenica “da” e “con” gli umarells (che al plurale ci vuole la “s”) e adesso ve la racconto. Sono un felice non abbonato a Dazn, che quasi mi viene l’orticaria solo a scriverne il nome, così per vedere il Bologna senza andare a Genova sono stato costretto a organizzarmi. Rientrando nella categoria (magari non osservo i cantieri, però sono sicuramente in età pensionabile e dispenso consigli e pareri non richiesti), sono andato a cercare i miei simili all’ippodromo. Dove oggi – secondo la tradizione – si sarebbe dovuto correre il Continentale, ma la lungimiranza dell’ippica italiana ha deciso di posticipare di un paio di settimane. Arcoveggio chiuso, dunque, ma lì, nella pancia della tribuna, la sala corse è aperta e i televisori sintonizzati sul campionato di calcio. Arrivo verso le 14, per prendere un buon posto: si sta consumando lo psicodramma della Roma, costretta a chiudere sul 2-2 una partita che non si doveva giocare perché il Chievo non doveva essere in Serie A. Una storia di ordinaria follia pallonara, che però non incrina il buonumore di Ercolino, il primo umarell che mi si siede accanto, perché ha puntato “over” sapendo che Di Francesco non è capace di allenare. E questa è la prima dritta che memorizzo. Di Fra deve cambiare mestiere, che magari può anche essere, ma temo non dipenda dal parere di Ercolino, brevilineo (1,65 a regalargli qualcosa) cagacazzo che mi capita di avere in mezzo ai maroni pure quando vado in piscina a Ozzano: è alto una sega e un barattolo, ma ha una muscolatura da Big Jim (da qui il nomignolo), eppure per cambiarsi sceglie sempre lo spogliatoio riservato a noi disabili, così può rimirarsi in santa pace. Ercolino, finita la partita all’Olimpico, si alza e va ad arringare gli umarells che si accalcano per assistere a Genoa-Bologna. Accanto a me si accomoda La Mummia, ex driver (volendo esagerare) che ha una sola espressione e neppure troppo intelligente. Un suo amico gli chiede perché si tenga il cappellino da baseball in testa, visto che siamo al coperto, lui non risponde e la partita può iniziare. Gli umarells temono il peggio: Il Gufo (che si è costruito solida fama fulminando centinaia di cavalli nei pressi del palo) è perentorio (“Inzaghi non mangia il panettone”), l’ex Bidello del Righi un simpatico nostalgico (“Ve l’avevo detto che era più bravo Donadoni…”), ma a tagliar corto è il Pensionato delle Ferrovie dello Stato (“Basta rompere i maroni, non vedete che gioca meglio il Bologna?”). All’inizio del secondo tempo, Il Gufo ha capito tutto: “Avete visto mentre i calciatori erano nel tunnel? I genoani hanno detto a De Maio che il pareggio va bene”. Lo chiamano Il Gufo, un motivo deve pur esserci. E infatti, dopo un’oretta di niente arriva il polacco che pesca il gratta e vinci della domenica. Ercolino non ci sta: “Allora è finita, gli altri fanno un tiro in porta e un gol, il Bologna è in Serie B”. L’ex Bidello del Righi, che da quando si ritirò Gunther (cavallo guidato da Luciano Bechicchi: questa ve la fate spiegare da un cavallaro anziano, se volete) non ha più preso in un palazzo, emette una sentenza da Corte di Cassazione: “Stanno rubando i soldi a quello scemo di Saputo e lui non reagisce”. Il Pensionato delle Ferrovie chiude con un lapidario “Il Bologna quest’anno non lo salva neanche Murri”, strappando un sorrisino (di più era davvero impossibile) alla Mummia. Poco prima del triplice fischio dell’arbitro arriva il mio amico Gabriele, che mi fa giocare un cavallo a Treviso (quinto, per la cronaca: mai una gioia…) e mi chiede un giudizio sul Bologna. Lo guardo, mentre Ercolino – tuttologo in servizio permanente effettivo – bacchetta un tifoso della Fortitudo (“Avete un americano del cazzo, dove volete andare?”, che gallina beccami se so di che cosa parli), e gli faccio, sottovoce: “Magari non sono dei fenomeni, come d’altronde tanti altri, però sono pure sfortunati, che al mondo d’oggi non è un’attenuante”. Eccolo, il mio giudizio tecnico allo stato attuale. Ma se non avete voglia di aspettare le prossime 34 partite, potete sempre parlarne con Ercolino, Il Gufo, il Pensionato delle Ferrovie, l’ex Bidello del Righi e la Mummia: col caldo che fa, per loro siamo già a fine maggio 2019 e rien ne va plus. Io no, a ‘sti otto mesi non voglio proprio rinunciare…

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