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La Gazzetta dello Sport – A sinistra il Bologna parla greco: intervista a Lykogiannis e Kyriakopoulos

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Quando il nome di Georgios Kyriakopoulos è iniziato a filtrare nell’ambiente Bologna, il buon Charalampos Lykogiannis non ci ha pensato due volte a mettere una buona parola al connazionale per convincerlo a venire sotto le Due Torri, per un rebus di mercato che si è risolto solo l’ultimo giorno di calciomercato invernale, quando finalmente Georgios ha riabbracciato Chalampos. I due, compagni di nazione e grandi amici, hanno rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport partendo da un aneddoto precedente alla partita di Salerno, quando Lykogiannis, guardando Atalanta-Empoli, aveva predetto all’amico Kyria che anche il 77 avrebbe fornito un assist con il suo piede debole il giorno dopo. Passano meno di 24 ore e all’Arechi accade ciò che era stato previsto da Lyko: Kyriakopoulos prima di destro assiste Ferguson per l’1-1, poi di sinistro ripaga della fiducia il connazionale e gli permette di pareggiare i conti sul 2-2, con Chalampos che dirà: «Quando ha fatto il primo assist sono saltato dalla panchina. E quando ha replicato per il mio gol l’ho ringraziato cento volte e baciato sei-sette volte dalla gioia».

UNO CONTRO UNO – Prima un excurus personale, capendo innanzitutto chi dei due ha il piede migliore con Lykogiannis che la butta sulla forza: «Il mio è talmente potente che da piccolo ho rotto due volte la mano a un ragazzino che giocava con noi in strada. Mi dispiace ancora…», mentre Kyria è più un uomo squadra in questo caso: «Abbiamo un bel piede tutti e due. Sui cross? Chiunque lo faccia, l’attaccante prende bene…». Quale sarà stato invece il loro gol più bello in carriera? Lykogiannis se lo ricorda bene, anche perché fu un gol pesante: «Al Benevento, col Cagliari, sfida-salvezza: tiro a giro», anche Kyriakopoulos sembra abbastanza deciso, roba di questa stagione: «All’Atalanta, al volo, top». Ora si passa all’argomento che più piace agli allenatori, la duttilità, con Lyko che si descrive così: «Io so fare il terzino, il quinto e il centrale nella tre», e Kyria che risponde: «Io il terzino nella quattro, il quinto e l’ala. Saper fare diversi ruoli è la nostra forza». Chi nella loro carriera ha lasciato più un’impronta? Entrambi non tentennano, prima sempre Charalampos: «Di Francesco» e poi Georgios: «De Zerbi. E pensare che all’inizio negli allenamenti mi metteva da parte perché apprendessi meglio…».

BOLOGNA – Passiamo all’attualità, il Bologna, di cui Lykogiannis ne parla in questa maniera: «Io non sono mai stato così bene in un gruppo come in questo: ma serve restare così, possiamo puntare in alto», con Kyriakopoulos che lo segue a ruota: «Non mi aspettavo un ambiente così amichevole: c’è unione e organizzazione, se sono qui è anche per i racconti fedelissimi di Babis (diminutivo di Charalampos, ndr). Ora serve concentrazione per giocarcela con tutti e puntare all’Europa». Ma ai giocatori piace il VAR? Lykogiannis per sé stesso non è troppo convinto: «Poco…», mentre Kyria è più favorevole, ma con una postilla: «Sì, ma credo che in nessun paese abbiano capito perfettamente come è articolato il famoso protocollo..». Prima hanno nominato due allenatori del passato, ora è il momento di parlare di quello attuale, Thiago Motta, che Lyko esalta: «Motivatore vero. Coinvolge tutti. Fa allenare molto col pallone. E giochiamo bene», Kyriakopoulos invece analizza un pregio in particolare: «Mi piace la concentrazione che mette in ogni allenamento. E come ci parla». Cosa ne pensano invece dell’Europa per club, che quest’anno è lì a vista? Lykogiannis fa il vago: «… non è brutto sognare», Georgios è più deciso: «Ho sfiorato due volte la Conference col Sassuolo. Arrivarci sarebbe la mia rivincita». Entrambi però, giustamente per ambizione, hanno in mente la coppa più grande, con Lyko che l’ha già assaporata: «Ho fatto la Champions con l’Olympiacos. La rivorrei» mentre Kyria: «Io invece non l’ho mai giocata: quindi magari…». Su chi si porterebbero con se degli attuali compagni entrambi non hanno dubbi, prima Charalampos: «Lollo De Silvestri: mai avuto un compagno così» e poi Kyriakopoulos, che mette i puntini sulle i: «Lollo sì. E anche Arna. Ma non voglio andare via eh…».

GRECIA E ITALIA – Per concludere, una piccola riflessione sul loro paese, la Grecia, che nel 2004 andava a vincere contro ogni pronostico l’Europeo in Portogallo, entrambi lo ricordano bene e non si sottraggono nel rispondere al chi era il loro idolo di quella spedizione, passando poi all’loro idolo in assoluto. Lykogiannis alla prima domanda risponde con un nome conosciuto in zona: «Zagorakis, che ha giocato anche qui. Idolo assoluto nel nostro ruolo? Roberto Carlos», anche Kyria sceglie un giocatore passato in Italia: «Karagounis, ex Inter: personalità. Idolo? Scelgo Marcelo». Il loro paese e il nostro sono molto affini storicamente, ne sono consapevoli anche loro, con Lykogiannis che fa trasparire tutto il bello di questa cultura: «Fratelli mediterranei. Gente sorridente, cibo buono, mare. Il calcio? C’è differenza: se in Grecia vai a giocare contro una non-big non c’è quasi nessuno allo stadio. A Salerno c’era una bolgia. Bello così», mentre Kyriakopoulos utilizza una frase molto comune in Grecia per i nostri connazionali: «Ha presente quando si dice “Una faccia una razza?”. Nel senso più bello del termine…». Chiusura sulle loro personalità, con Lyko che sulla simpatia risponde così: «Non conosco greci antipatici…» e Kyria che invece da un quadro più realistico di questa coppia greca che vuole prendersi il Bologna, come nell’ultima partita: «A lui piace parlare con tutti. Ma il più casinista sono io».

Fonte – Matteo Dalla Vite, La Gazzetta dello Sport

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