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La rinascita di Orsolini tra Umberto Saba, la letteratura e Javier Zanetti

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“Voglio fare bene qui e in futuro spero di arrivare in Serie A”: queste parole, dette da Riccardo Orsolini ai tempi dell’Ascoli, risultano oggi strane nelle orecchie dei tifosi. Era il 2015 e il calciatore ascolano, tra le mura amiche del “Cino e Lillo del Duca”, iniziava a emergere. Quasi cinque anni più tardi lo ritroviamo a Bologna, coinvolto in un progetto che lo vede assoluto protagonista. Autore di 8 reti e 5 assist, Orsolini sta diventando sempre di più il pupillo di Sinisa Mihajlovic, e come dargli torto: gli ha finalmente cambiato ruolo e lo ha valorizzato tirandogli fuori le proprie potenzialità: “Il mister per me è stato fondamentale, ha subito avuto fiducia in me spostandomi nel mio ruolo preferito: gli voglio davvero bene”. Ora si sta allenando da solo, a casa propria: non ha un’immensa villa con piscina e palestra, ha però diversi attrezzi che bastano per restare in forma. E proprio uno di questi attrezzi, il tapis-roulant, l’ha usato per improvvisare una corsa sotto la Curva Bulgarelli per esultare dopo un gol: “E’ stato fantastico, ho una voglia di calcio incredibile”.

Orsolini, nato in un minuscolo paesino in provincia di Ascoli, si avvicinò al calcio grazie a suo padre: “Mi portava al campetto del paese e stavamo ore intere a calciare in porta”. E da quel pallone, il piccolo Riccardo, non si sarebbe mai più staccato. Entrato a 7 anni nel settore giovanile dell’Ascoli, uscì da quel luogo pronto per affrontare sfide sempre più impegnative. Dopo l’esperienza nelle Marche è maturato sempre di più, è riuscito ad abituarsi a un palcoscenico importante come quello della Serie A. In Emilia si trova alla perfezione. E’ considerato un idolo, la gente lo ama e il calore del pubblico si riflette nelle sue prestazioni. In campo è sempre sorridente, molti pensano che non gliene importi nulla ma non è così: “Sorrido sempre, prima delle gare sono felice e tranquillo”. Il giovane attaccante ha però altri lati del suo carattere, quelli più nascosti e che in campo non sempre si vedono. 

Ha anche dei difetti perché, a differenza di molti suoi compagni, non è molto bravo nel giocare a Fifa. Piuttosto che navigare con il cellulare o mettersi davanti alla Tv (anche se a volte gioca alla Play con i ragazzi della Primavera), preferisce rilassarsi a mente libera, magari facendo altro. Non lo vedrete mai a fare esercizi o problemi di matematica; più che le materie scientifiche ama la letteratura e la poesia, ad esempio, e tra i grandi scrittori apprezzati ha affermato come Umberto Saba sia quello che preferisce di più. Ora però sta leggendo un altro libro, consigliato a tutta la squadra proprio da Sinisa Mihajlovic: “Si chiama “Teste di c…”: è molto interessante, ve lo consiglio”. Orsolini non è però una di quelle teste calde, oltre lo sport ha un’altra vita e, perché no, anche altre ambizioni: gli piacerebbe iniziare una carriera accademica, magari Scienze Motorie. Sia chiaro, il calcio per lui viene prima di tutto, ma anche regalare una grande soddisfazione ai propri genitori sarebbe il massimo. 

Ora fa sognare i tifosi bolognesi, in futuro magari urlerà di gioia in una big pronta a scommettere su un grande talento. Ma Sabatini ha parlato chiaro, Orsolini vale minimo 60 milioni di euro. Proprio ricollegandolo ai bianconeri esce fuori un’altra particolare curiosità del calciatore, un idolo che dalle parti di Torino è sempre stato visto come un rivale storico: “Il mio idolo è Javier Zanetti, quando mi arrivò la sua maglia autografata ho provato delle sensazioni fortissime. Per me è sempre stato un esempio”. E chissà, un giorno potrebbe emulare le gesta del suo calciatore preferito, magari segnando a San Siro proprio di fronte a lui. Per ora però c’è solo il Bologna, perché Orsolini ha ancora bisogno dei rossoblu e, dall’altra parte, la città di Bologna ha bisogno di lui.

Continuando sempre a sognare, perché sono i sogni a dare forma al mondo.

 

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