Bologna FC
Il punto della “fatica buona”
Lazio-Bologna (1-1), il punto che racconta l’anima rossoblù: analisi e retroscena tra le parole dei componenti rossoblù.
Non è il pareggio dei rimpianti, né quello della prudenza. È il pareggio del controllo. È questo che il Bologna si porta via dall’Olimpico contro la Lazio: un 1-1 che pesa più di quanto dica la classifica.
Lazio-Bologna e la forza del gruppo
Vincenzo Italiano lo ha detto senza giri di parole: “giocare ogni 72 ore non è facilmente gestibile”. Eppure il Bologna, nel cuore di un calendario che non concede tregua, non ha scelto l’alibi ma la responsabilità. Ha accettato il rischio, ha accettato la pressione, ha accettato anche i propri limiti del momento. Dietro c’è emergenza vera: pezzi che saltano, giocatori da preservare, scelte obbligate. E proprio lì, dove c’è meno margine, nasce la forza di questo Bologna.
Federico Ravaglia, titolare in Cagliari-Bologna (© Bologna FC 1909)
Perché il punto dell’Olimpico ha il volto pulito di Federico Ravaglia. Non solo per il premio di “Player of the Match” o per le parate che hanno tenuto in piedi la squadra nei momenti più delicati, ma per quello che significano le sue parole: “Non ci sono undici titolari, siamo tutti importanti”. Una squadra che vuole nemmeno reggersi sui singoli, ma su un’idea di collettivo che continua a funzionare anche quando il meccanismo traballa.
De Silvestri e l’anima rossoblù
E poi c’è Lorenzo De Silvestri, che entra da centrale per necessità e trasforma l’emergenza in controllo. La sua esultanza, è una cartolina emotiva, ma la sua partita è altro: questo Bologna non si sente ospite di nessun palcoscenico. Si adatta e rimane in piedi. Tre anni a questi livelli non sono più una sorpresa. Bisogna aspettarselo.
Lorenzo De Silvestri: l’esultanza dedicata alla moglie incinta (© Bologna FC 1909)
Italiano ha ragione quando parla di ingenuità sul gol preso in superiorità numerica: in certe partite basta un errore per essere puniti. Ma è altrettanto vero che questa squadra ha imparato una lezione: sbagliare senza crollare. Subire e reagire. È una maturità che non sempre si vede, ma si sente.
Il senso di questo pareggio all’Olimpico
C’è anche un sottotesto che va oltre il campo: l’omaggio a Ciro Immobile, la memoria di Sinisa Mihajlovic. Per il Bologna non sono mai solo dettagli. De Silvestri lo ha detto con il cuore: Sinisa è ancora dentro questo gruppo. Lo è nei silenzi, nella fatica, nei punti strappati quando le gambe non girano più. In partite come questa, dove il peso emotivo è quasi pari a quello fisico.
Il Bologna torna da Roma con un punto e con una verità più grande: non è una squadra che si lamenta, è una squadra che stringe i denti. Forse è per questo che il pareggio dell’Olimpico non è affatto un compromesso. Perché non sembra il limite di una squadra stanca. Ma un gruppo che, anche nella fatica, non ha nessuna intenzione di fermarsi.
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