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Le parole di Freuler: «Mi hanno proposto il progetto Bologna e ho accettato»

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Oggi alle 12 si è tenuta l’ultima delle conferenze stampa organizzate al centro tecnico “Galli” di Casteldebole per presentare i nuovi giocatori arrivati sotto le due torri durante il calciomercato estivo. Protagonista della conferenza di oggi l’ultimo neo-acquisto rossoblù, il centrocampista svizzero Remo Freuler, il quale è stato introdotto dal ds Di Vaio con queste parole: «Remo è una pedina fondamentale dal punto di vista tecnico, che porta esperienza e tecnica nel nostro centrocampo. Non è stata una trattativa semplice ma Remo ha creduto nel nostro progetto».

Le parole di Freuler

Di seguito le parole del giocatore 31enne, ex di Atalanta e Nottingham.
 
Come stai? Questa pausa nazionale con la Svizzera ti ha aiutato?
«Sto bene, in nazionale ho giocato due volte titolare. Sto bene in campo».
 
Il tuo rapporto con Giovanni Sartori?
«Con Giovanni ci siamo sentiti spesso, mi ha scritto varie volte. Mi ha proposto il suo progetto e ho accettato».
 
Ho letto del tuo disappunto per la trattativa che è andata per le lunghe.
«Certo mi è dispiaciuto ma non ho mai dato la colpa a qualcuno, so che le trattative sono lunghe e ci vuole tempo. Io volevo venire prima però lo so che bisogna avere pazienza in queste cose».
 
Come ci si accorge quando si cambia di status? L’Atalanta l’ha fatto e ora punta a farlo anche il Bologna.
«Alla fine quello che conta sono i risultati. Devi sempre lavorare tanto e bene, poi ti rendi conto che i risultati arrivano».
 
In questi anni che hai vissuto in Inghilterra che idea ti sei fatto del Bologna?
«La Seria A l’ho sempre seguita, avevo amici a Bergamo e ho sempre parlato con loro. Mi hanno raccontato che contro il Bologna l’anno scorso è stato molto molto difficile, quindi questo ha facilitato la mia scelta».
 
E un’eventuale fascia di capitano?
«Non mi interessa granché della fascia di capitano, l’importante è che in campo siamo uniti». 
 
Il tuo ruolo preferito a centrocampo?
«Mi piace giocare da 6 e da 8».
 
Il pensiero di lavorare con Motta ti ha stuzzicato nella tua decisione di venire a Bologna?
«Sì perché per anni ho fatto un gioco più difensivo, quindi quando ho parlato con il mister la scelta è stata facile».

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