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Lecce-Bologna (2-2): i numeri tradiscono, troppo spesso

Possesso e qualità non bastano al Bologna: il Lecce acciuffa il pari nel recupero e rovina una vittoria già scritta. Ma perché? Ecco la spiegazione dei numeri.

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Jens Odgaard in Bologna-Como
Jens Odgaard in Bologna-Como (© Damiano Fiorentini X 1000cuorirossoblù)

Per il Bologna, la trasferta di Lecce aveva il sapore di una prova del nove. Dopo la sconfitta europea a Birmingham, i rossoblù erano chiamati a rialzarsi, almeno, in Serie A. Il 2-2 è la conclusione di una partita fatta di dominio territoriale, qualità nel palleggio e momenti di lucidità, ma anche di una gestione non impeccabile, che ha finito per vanificare una vittoria che sembrava ormai in pugno.

Perché il possesso pesa così tanto?

La statistica più evidente è quella del possesso palla: 67% a favore del Bologna, a fronte del 33% del Lecce. Non un dato sterile, per così la squadra di Italiano ha messo insieme 517 passaggi, contro i soli 252 dei padroni di casa. Eppure, questo non basta, anche perché la precisione non è stata assoluta: 46% dei passaggi riusciti nella metà campo offensiva, un numero che racconta bene come il possesso non si sia tramutato in occasioni.

Lecce-Bologna: efficienza contro verticalità

Se il Bologna ha mostrato continuità nella manovra, il Lecce ha risposto con immediatezza e concretezza. I giallorossi hanno registrato un xG superiore (1.80 contro 1.37), sfruttando meglio le poche grandi occasioni concesse. I rossoblù, al contrario, hanno avuto solo due grandi chance, ma sono riusciti a trasformarle in gol: il rigore di Orsolini e la conclusione potente di Odgaard. Due squilli che avrebbero potuto indirizzare la gara, se non fosse stato per la beffa finale.

Cambiare i cambi

L’ingresso di Odgaard è stato un segnale della profondità offensiva a disposizione di Italiano. In 20 minuti lo scandinavo ha inciso con gol e movimenti che hanno dato respiro ad uno schema diventato prevedibile. Anche Cambiaghi e Castro hanno portato energia, ma la sensazione è che la squadra non abbia mai completamente spento le squadra avversaria, finendo per subire un assedio negli ultimi dieci minuti. Allora viene da chiedersi se sia la scelta giusta optare per questo tipo di cambi…

Lecce-Bologna e una difesa alla prova

Il Bologna ha provato a reggere l’urto, vincendo il 58% dei dribbling difensivi e mantenendo equilibrio nei contrasti (47%). Tuttavia, i numeri parlano di un Lecce più incisivo nei duelli aerei (57% contro 43%) e più aggressivo nel pressing alto. La rete di Camarda al 94’, arrivata su calcio piazzato, è l’emblema di una fase difensiva che ha vacillato proprio quando serviva massima concentrazione.

Per Italiano e i suoi, resta la consapevolezza di avere gli strumenti per crescere, ma anche l’urgenza di trovare quella spietata concretezza che fa la differenza in Serie A e, soprattutto, in Europa.

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