Bologna FC
Lezioni di Italiano – E vissero tutti felici e… Vincenzi
L’intelligenza di un uomo si misura dalla qualità delle sue azioni: Italiano, firmando con il Bologna, ha dimostrato di voler crescere. Ma senza forzare una carriera che, soprattutto a Bologna, lo ha visto vincente.

Pochi minuti dopo le 13 di ieri la notizia, che la Bologna rossoblù aspettava, è apparsa ieri sul sito del Bologna Fc 1909: Vincenzo Italiano ha firmato il prolungamento del contratto. Un’anno fa, l’epilogo di una vicenda analoga, ma non nel finale. Due allenatori differenti, due persone differenti, due vicende con conclusioni differenti. Ma la stessa città che li aveva accolti (magari con diffidenza), conosciuti, apprezzati e alla fine amati, era la medesima e in questa stagione i paragoni si sono sprecati. Perchè dopo anni di mediocrità calcistica (lo dicono i risultati), gli ultimi 24 mesi avevano portato al ritorno di un grande passato. Un quinto posto e una qualificazione in Champions League l’anno scorso, un nono (ahime, ndr), ma una Coppa Italia vinta e la conquista dell’Europa League quest’anno. E la città era andata in delirio, con due giri con il pulmann scoperto e un futuro colmo di aspettative…
Per questo il grande rifiuto di Thiago Motta, lo scorso maggio, è una ferita ancora aperta per tanti. Per questo, invece, la firma di Vincenzo ha un valore molto più importante, non tanto e solo per la continuità di natura sportiva, ma per il rispetto verso la comunità a cui il Bologna Fc 1909 appartiene. E la firma ne è una controprova.
Italiano un percorso di crescita continuo
Italiano ha un percorso di tutto rispetto, sia come calciatore che come allenatore: tralasciando il primo ruolo, il secondo ha mostrato un mister che ha saputo sfruttare ogni occasione di crescita dal 2017. Arzignano Valchiampo, Trapani, Spezia, Fiorentina, sono tappe di crescita, sfruttate al meglio e con ottimi risultati. Giusto per chiarire lo sviluppo del suo percorso, è il primo allenatore che trionfa in tutti i play off che lui ha giocato, in tre differenti categorie nazionali. Dalla serie D con l’Arzignano (2017-18), passando per quelli di con il Trapani (2018-19), per finire con quelli vinti in serie B con gli spezzini (2019-20). Ma è forse con la Fiorentina che tocca le vette più alte della sua carriera: 3 finali in 3 anni. Perse si, ma arrivare per tre anni a tre finali, in Italia ed in Europa, è sicuramente un palmares di tutto rispetto.
Ma Bologna “è una big”
Stagione 24-25: campionato spettacolare, rapporto che si rinforza col tempo fra tecnico e tifoseria, la vittoria in Coppa Italia, l’approdo in Europa League l’apoteosi. Ma a differenza della stagione precedente, Vincenzo trova una motivazione per rimanere, l’equilibrio di una scelta di saggia crescita, senza fughe in avanti, dettate dall’ambizione. Perchè di questa colpa si è macchiato Thiago: l’ego smisurato che non gli ha permesso di cogliere dei segnali del contesto, che era quello giusto, non sottodimensionato per le sue ambizioni. Non riusciva a scegliere per una crescita graduale, che gli permettesse di strutturare le sue competenze e la sua esperienza in una squadra di medio alta classifica, esattamente come è il Bologna.E l’epilogo è stato devastante: licenziato dalla sua nuova società, senza nemmeno finire il campionato, con tutta la squadra che gli remava contro.
A Vincenzo invece ( ecco dove abbiamo capito che era un grande) sono bastate poche partite e una riunione “confidenziale” con i senatori dello spogliatoio. Intelligente marcia indietro sui suoi dogmi sulla filosofia di gioco, capacità di ascolto verso i suoi giocatori che chiedevano cambiamenti, percorso virtuoso da Cagliari in poi fino al quarto posto (poi diventato nono). Il resto lo conosciamo, fino all’epilogo di ieri: “c’è ancora tanto valore da estrarre” la frase che era solito dire nelle ultime settimane.

Vincenzo Italiano prolunga il contratto fino al 2027 (© Bologna FC 1909)
E la scelta, più ovvia, quella di rimanere in una città, in una società, con un squadra che lo seguiva perchè lo stimava e lo stima. Si dice che chi si contenta gode: ma scegliere Bologna non è mai una scelta di minima.
E Vincenzo, felice e contento, firmando, lo sapeva da un pezzo.
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