Bologna FC
Lezioni di Italiano – Senza un momento di tregua
Una squadra decimata ma solida, volitiva e capace di dettare i ritmi del gioco per 90 minuti. Un Bologna così è da stropicciarsi gli occhi e se non si molla a primavera…
Ci sono serate come quella di ieri sera che non possono passare sotto silenzio e l’orgoglio e l’autostima di un allenatore, come quelli di Vincenzo Italiano, possono aver toccato cime stratosferiche. Un Bologna costretto (dall’espulsione) e caparbio, un Bologna organizzato e mai domo, una squadra capace di costruire architetture di gioco entusiasmanti, nonostante l’inferiorità numerica. Un Bologna, insomma, da spellarsi le mani per gli applausi. E il rammarico per quello che poteva essere e non è stato aumenta.
La serata inizia con soprese a bordo campo e in campo: Vincenzo Italiano appare dal tunnel e, come un talismano, si siede in panchina, chiudendo un digiuno presenziale durato dieci giorni. Poi l’effetto sorpresa si trasferisce in campo: al 23′ un improvvido intervento di Charalampos Lykogiannis (ma poi era tale?), riduce i rossoblù in dieci. Da quel momento inizia una partita straordinaria, che solo la mancanza del gol non la rende “perfetta”. Ma si sa la perfezione non è di questo mondo.
Italiano e i suoi dieci piccoli indiani
Così, mentre a video si percepiva l’incredulità del greco per un’espulsione quantomeno discutibile (il giallo poteva essere più che sufficiente), la tribù dei dieci rimasti si strutturava in comunità, potendo contare su elementi che conoscevano a memoria il copione. E così questa “band of brothers” iniziava a giocare una delle partite più belle della gestione Italiano. E in 24mila sugli spalti e le centinaia di migliaia davanti alle televisioni sono stati spettatori di un qualcosa di incredibile, per la durata di oltre 70 minuti. Perchè questo Bologna era l’espressione di un credo, professato allo stesso modo dai 10 in campo, compresi i sostituti dei minuti finali. 70 minuti da martelli pneumatici, senza un attimo di tregua.
Per questo, la pagella di ieri sera è forse stata una delle cose più semplici da scrivere, con sufficienze belle rotonde e piene. Benissimo la difesa, con un Lucumi sopra tutti. Un Lucumi che addirittura al 90′ si involava all’ala sinistra, crossando al centro per segnare quel maledetto vantaggio. Un consiglio: aumentategli lo stipendio. (se dobbiamo cambiarlo e ribadiamo se, pensiamo a quell’Helland, autore di una interessante partita, con la maglia del Brann). Benissimo il centrocampo, con Moro e un assolutamente ritrovato Ferguson. Il professor Freuler mancherà, ma sarà ben rimpiazzato. Molto bene l’attacco, a cui è mancato solo il gol (ma giocando così arriverà, come in altre partite è già arrivato, in Italia e in Europa).
Oggi la classifica europea ci vede 24esimi, ultimo posto disponibile per i play off, con ancora margini di miglioramento. Ma sia in Italia che in Europa questi margini, una volta raggiunti, significano prime o primissime posizioni (soprattutto in Italia). E questo Bologna, oggi, le merita tutte.
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