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Non solo l’uomo della domenica, ma l’uomo del Bologna: Lorenzo De Silvestri

Lorenzo De Silvestri, un simbolo di Bologna, che va oltre il Bologna: un ragazzo che è un esempio, per tutti

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Lorenzo De Silvestri (© Bologna FC 1909)
Lorenzo De Silvestri (© Bologna FC 1909)

Il gol. Quindici stagioni a segno nel massimo campionato. 36 anni. L’esultanza con dedica alla moglie, per aggiungere un “più uno” alla bellissima famiglia che già è. Le parole del compagno più giovane di tutti, quasi, Giovanni Fabbian, il quale lo indica come esempio. «Questo è il gruppo più bello in cui abbia mai giocato». Lorenzo De Silvestri è l’uomo di Bologna, tutta, non solo di Bologna-Como.

Un leader, un Sindaco. Senza virgolette, stavolta, come se fosse davvero la sua carica in città. Perché tutti, compreso il vero Sindaco, lo vedono così il buon Lorenzo. Un giocatore che vedeva Bologna come l’ennesima tappa della sua già ampia carriera, e che invece si è ritrovato più di una famiglia, più di una casa.

Lorenzo De Silvestri, nella gioia e nel dolore

Lollo, questo soprannome che ormai tutti, a Bologna, pensando ai Rossoblù riportano a lui. L’ha fatto ancora una volta, Lollo. Di questi tempi, un anno fa, Thiago Motta lo buttava dentro per decidere un Bologna-Genoa rognoso, in un momento di difficoltà. Oggi, invece, Vincenzo Italiano lo sceglie dal primo minuto e il risultato è lo stesso, in un momento però diverso: decisivo. E poco importa se ormai l’età avanza: lui sembra non invecchiare mai quando corre sul campo da calcio. E quando non corre più come il primo minuto, usa l’intelligenza, dote che non ha mai fatto notare di mancargli. È un Capitano vero, De Silvestri, ed è un uomo che incarna a pieno lo spirito di Bologna e del Bologna.

Lorenzo De Silvestri (© Bologna FC 1909)

Lorenzo De Silvestri (© Bologna FC 1909)

Arriva per volere di un altro uomo con la U maiuscola: Sinisa Mihajlovic. E il legame tra i due non poteva essere banale, conoscendoli. Questi sono gli uomini che amano Bologna e che vengono amati da Bologna, città e squadra. Il dolore, quello forse che ne ha sofferto di più di tutti. La perdita di una guida, che vedeva in lui una guida per i suoi giocatori, per i compagni di Lollo. E, anche per questo, è forse aumentata la responsabilità nei confronti di tutti. Il primo ad accogliere i nuovi arrivati, il primo a spingere la squadra, che sia in campo o fuori. «Senza di lui non saremmo qui e non avremmo giocato la Champions League»: come facciamo a non credere a queste parole?

Un esempio, anche di vita

Prosegue, Giovanni Fabbian: «Lollo è il numero 1, in campo ma soprattutto fuori. Gli diciamo sempre che è il nostro maestro di vita. Lui è il nostro esempio e va seguito». Va seguito, quasi come un mantra. Fa capire molto dell’importanza di Lorenzo a Bologna e nel Bologna. Non è un caso se ogni estate, e sono almeno due, arriva il rinnovo di contratto. Non è un caso se gli viene chiesto, a lui e alla dirigenza, del futuro oltre al campo, al Bologna. Perché Bologna e il Bologna hanno bisogno di uomini come Lorenzo De Silvestri. Uomini che vanno oltre la prestazione sportiva: uomini che danno un valore morale alto a ciò che si fa, e che tentano di essere da guida per tutti, giovani e non. Vedere l’esultanza di tutti – ma proprio tutti – dopo il suo gol con dedica alla sua Carlotta.

(© Bologna FC 1909)

(© Bologna FC 1909)

Di uomini come Lorenzo De Silvestri non ci si stanca mai, soprattutto a Bologna. «Questo è forse il gruppo più bello in cui abbia mai giocato: nelle ultime due-tre stagioni abbiamo fatto un enorme salto di qualità, specialmente in termini di mentalità». Sentirlo dire da un ragazzo che ha sulle spalle 444 partite in Serie A, giocate tra Torino, Sampdoria, Bologna, Fiorentina e Lazio. Sentirlo dire da un giocatore che ha vissuto piazze e giocatori di alto livello, dal 22 aprile 2007, giorno del suo esordio in Serie A. Sentirlo dire da chi, oggi, incarna senza dubbio alcuno i valori di Bologna e del Bologna, non ha prezzo per nessuno. Lorenzo De Silvestri è e rimarrà un simbolo di quel calcio romantico che manca a molti, ma che a Bologna si sente un po’ di più.

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