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Marazzina: ” Il Bologna dovrà fare una partita perfetta”

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Dieci maglie in carriera sono quelle indossate da Massimo Marazzina in 17 anni di calcio professionistico ad alti livelli. Può vantare 121 marcature in 428 presenze tra nazionale, A e B. 1000cuorirossoblù lo ha intervistato in esclusiva e qui leggerete il suo pensiero riguardante la sfida tra due delle sue ex squadre: Bologna-Roma.

Massimo, da Roma è arrivata voce che Salah e Gervinho rimarranno fermi ai box per problemi fisici. Ma l’avversaria fa comunque paura, considerando che come alternative possiede Florenzi, Iturbe e Iago Falque. Di chi bisogna fare particolare attenzione?
In linea di massima, le partite vengono sempre risolte dagli attaccanti quindi bisognerà fare attenzione a loro. Il Bologna dovrà comunque fare una partita perfetta, perché il suo bagaglio tecnico è nettamente inferiore, ma se entrerà in campo con una buona mentalità e se avrà la fortuna di iniziare la partita nel verso giusto potrà anche portare a casa qualche punto.

Questa formazione dovrà pur avere qualche punto debole da sfruttare!
Oltre agli assenti, il Bologna affronta la Roma nel momento migliore perché dopo tre giorni dovrà affrontare una partita importantissima, quindi i giallorossi avranno già la testa a Barcellona. I rossoblù devono far leva sul fatto che vengono da due risultati positivi e da due brillanti prestazioni.

Il Bologna sta pagando il fatto di vaere una rosa giovane con pochi innesti d’esperienza?
Sicuramente si. In una squadra ci deve essere il giusto mix, perché quando le cose non vanno bene i veterani devono tenere alto il morale dei meno esperti insegnandoli a non mollare. Questa è solo una considerazione mia, non voglio mettere in discussione il lavoro fatto da Corvino.. si sa che a lui piace lanciare nuove promesse nel mondo del pallone!

Nell’anno della promozione in A hai segnato ben 23 reti.. dalla decima giornata in poi! Quindi c’è margine di miglioramento per Destro?
C’è speranza per tutti! L’attaccante è un ruolo strano, pensa che io feci tutti quei gol in circa 25 partite. Tutti mi chiesero cosa mi fosse successo, ma in realtà questo è un ruolo in cui avere una forte personalità e una mentalità stabile conta tantissimo. Ricordo che i giornalisti delle tv locali, quando approdammo in massima serie, dicevano “ma come si fa ad andare in A con Marazzina?”.. me ne sono fregato e sono andato avanti a testa alta. Io abito a Roma e quando Destro giocava qua era spesso sotto il riflettore e veniva spesso bersagliato dalle critiche. Io questo accanimento nei suoi confronti non l’ho mai condiviso. Bologna ha speso tanto per averlo, bisogna puntare su di lui perché il talento non gli manca. Per salvarsi bisogna passare per i suoi gol, anche perché non ci sono alternative.

Approposito di alternative.. la rosa scarseggia di centravanti di spessore. Chi vedresti bene con la maglia rossoblù?
Io ho ancora 20 minuti buoni nelle gambe! Apparte gli scherzi, non mi viene in mente nessun nome da proporre. La piazza di Bologna è fantastica, molti vorrebbero venire.. il problema è che nel mercato di gennaio nessuno è disposto a vendere un attaccante prolifico e che segna molto. Quindi sarà una gara dura trovarlo.

Non esistono più le vecchie bandiere? Nel Bologna chi potrebbe ricoprire questo ruolo?
Una bandiera non è solo un punto di riferimento per una squadra, deve anche essere un fuoriclasse a prescindere.. quindi lo si nota a 17/18 anni, come è stato per Totti o Nesta. Il problema è che le bandiere vengono piantate solo nelle grandi squadre, la cui società deve essere forte e in grado di costruirgli una squadra attorno. In una squadra da metà classifica come il Bologna, è difficile che si venga a creare una situazione simile perché subentrano vari interessi e per esigenze di bilancio la società si sente “costretta” a dare quel giocatore ad una big. 

Hai più volte dichiarato che non soffri la sindrome dell’ex giocatore, hai mai pensato di allenare?
Sono strano, ma il calcio non mi manca per niente. Qua a Roma continuo a giocare con altri ex giocatori però mi piacerebbe intraprendere la strada dell’osservatore. Non mi piace il mestiere dell’allenatore, non me la sentirei.. verrei caricato di troppe responsabilità, in più io non ho la pazienza giusta.

Salutiamoci con una curiosità; cosa hai pensato prima di tirare il famoso rigore contro il Pisa che, di fatto, ci portò in massima serie?
“ Sono talmente forte che se sbaglio questo rigore poi segno più tardi”, questo è stato il mio pensiero in quel momento. Onestamente, è stato più difficile tirare il rigore contro il Messina due settimane pirma perché venivamo da un risultato negativo ed era anche sul finire della partita. Io non sono un esperto di rigori, guardai il rigorista e lui abbassò gli occhi quindi decisi di prendermi questa responsabilità.  

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