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MATTEO MASCETTI: il punto alla fine del calciomercato 1 febbraio .-

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Incontriamo in sala stampa dell’Ata Hotel l’amico e team manager Matteo Mascetti per un rapido commento alla giornata di mercato conclusasi poco fa.
 
 
Come hai vissuto questa ultima giornata di mercato?
 
Il solito circo fatto di frenesia e saldi last minute. Questa edizione, addirittura, una serie di affari sfumati che sembravano conclusi come Felipe Anderson e Stekelemburg. Ormai credo che l’ultimo giorno di mercato sia essenzialmente un affare mediatico perché al telespettatore piace guardare, sperare e sapere. La bravura nell’aver reso un calciomercato storicamente per pochi addetti ai lavori ad una macchina da audience dei Criscitiello e dei Di Marzio con le rispettive testate è agli occhi di tutti oggi.
 
 
 
Quale pensi sia stato il colpo di questo mercato?
 
Pochi botti come previsto e alcune operazioni di prospettiva. I nomi altisonanti sono quelli di Balotelli, ovviamente, e di Rossi. Mi incuriosisce capire poi le doti di Kovacic visto quanto è stato pagato, vedere all’opera Rolando (Napoli) e guardar giocare un Chievo che ha tassellato la rosa con la solita grande intelligenza.
 
 
 
E il Bologna?
 
La situazione del Bologna non era facile. Quando devi vincolare la gestione dinamica del parco giocatori alle operazioni in uscita è sempre complicato, oggi ancor di più a causa della situazione economica della società, del calcio e del paese. Roberto Zanzi è stato bravo a concretizzare le opportunità che si sono presentate. A casa mia si dice che friggere con l’acqua è dura anche per i cuochi. I Bolognesi speravano in qualcosa di più. Quale tifoso non vorrebbe vedere la propria squadra rinforzata e vincente?! Oggi è così purtroppo, si fa con quel che si ha a disposizione. Pensate che i dirigenti del Bologna, o lo stesso mister, si divertano a sfoltire e sfoltire senza poter acquistare? Io credo di no,ma in certi momenti la priorità è il bilancio. Oltretutto penso che l’attuale organico possa avere chanches di salvarsi più di altri.
 
 
 
Resta il nodo portiere?
 
Agliardi non é Preud’homme ma se gioca tranquillo è un buon giocatore, così come lo è Curci. Sentivo parlare di Neto, ma cambiare tanto per cambiare non ha senso quindi è meglio lavorare per far riacquistare fiducia ai portieri che il Bologna ha in casa con l’aiuto anche del pubblico. Per un portiere, scendere in campo col terrore di sbagliare la prima palla ed essere contestato non da bene nè a lui nè alla squadra.
 
 
 
Grazie Matteo, a presto.
 
Grazie a Voi e ai lettori di 1000cuorirossoblu

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