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Meteore: Davide Moscardelli

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Bologna FC


L’etichetta di “meteora rossoblù” può non far piacere a molti, è comprensibile. Dopotutto si parla sempre di giocatori che nella loro esperienza a Bologna non sono riusciti a lasciare il segno. Non tutti però sono giocatori scarsi: vedi Laxalt o Marco Macina; e non tutti vengono ricordati con disprezzo, come Dyego Coelho, il brasiliano che faceva i numeri sotto la curva.

Il protagonista di questa puntata, infatti, viene ricordato non solo come un giocatore dagli ottimi piedi, ma soprattutto come uno dei più genuini e simpatici giocatori degli ultimi tempi.

 

Davide Moscardelli nasce il 3 febbraio 1980 a Mons, in Belgio. Di belga, però, non ha nulla: la famiglia si era trasferita da poco per via del lavoro del padre, ma è a Roma che nasce la passione per il pallone. “Born in Belgium, made in Italy”, come si presenta sui social.

Moscardelli inizia a giocare nelle giovanili della Maccarese, con cui debutta nel 1997. Sinistro dolcissimo, viene impiegato da seconda punta, lasciandogli la libertà di svariare per tutto il fronte offensivo data la sua ottima tecnica individuale.

 

 Nel 2002 il grande salto nei professionisti, in Serie C2, dopo essersi trasferito alla Sangiovannese, con cui in un anno segna 15 gol in 30 partite. 

Lo nota subito la Triestina, che lo acquista portandolo in Serie B. Il primo anno in B è decisamente promettente: 16 reti e ottime prestazioni per il ventiduenne; ma nella stagione il rendimento cala e di conseguenza anche il minutaggio.

Nel 2005 si trasferisce al Rimini, dove rimane due stagioni senza mai riuscire a imporsi come titolare fisso. Conclude la sua esperienza romagnola con 63 presenze e 15 gol.

 

Nel 2007 passa ai bianconeri del Cesena, dove gioca con continuità realizzando 15 reti, che però non bastano a evitare la retrocessione in Lega Pro.

Nella stagione 2008-2009 il Piacenza acquista in comproprietà il suo cartellino. Qui trova l’allenatore con cui lavorerà con più continuità nell’arco della sua carriera: Stefano Pioli.

Proprio Pioli lo sposta da centravanti a esterno offensivo, dove Moscardelli riesce a esprimere tutta la sua qualità e fantasia.

Siamo due persone vere, che si rispettano l’uno con l’altro. Il resto viene da sé. Quando abbiamo lavorato insieme abbiamo sempre raggiunto gli obbiettivi prefissati”, così Moscardelli parla del suo vecchio allenatore.

 

Passa un’altra stagione a Piacenza, contribuendo alla salvezza ottenuta nel finale di stagione, e il 4 agosto 2010, all’età di 30 anni, si presenta il tanto atteso treno della Serie A, destinazione Chievo.

A Verona ritrova Pioli, che tanto ha spinto per averlo in rosa. Il 29 agosto 2010, all’esordio in campionato, Moscardelli ripaga la fiducia del tecnico segnando il suo primo gol nella massima serie nella partita vinta contro il Catania. 

Se non bastasse, alla seconda giornata realizza il suo secondo gol in Serie A contro il Genoa.

 

Dopo la prima ottima stagione, Moscardelli non trova più spazio vista la concorrenza di Paloschi, Théréau e, ovviamente, Sergio Pellissier: nel seguente anno e mezzo, infatti, gioca 32 partite con i clivensi, quasi tutte partendo dalla panchina.

Il 31 gennaio 2013 il suo cartellino viene acquistato dal Bologna, su richiesta, nuovamente, di Stefano Pioli. 

Le sue prestazioni, purtroppo, non sono all’altezza e spesso viene gli vengono preferiti giocatori come Gilardino e Diamanti.

 

Nonostante tutto, il popolo rossoblù lo idolatra visto il suo spirito sempre gioioso e quell’aspetto bizzarro sancito da una barba a dir poco importante.

Il 27 aprile accade poi l’impensabile: il Bologna gioca contro l’Atalanta e a pochi minuti dalla fine si infortuna il portiere Curci. I cambi sono esauriti e nella confusione generale Moscardelli si infila la maglia numero 1, posizionandosi tra i pali accompagnato dal boato dello stadio.

 

Per la stagione 2013-2014 gli viene assegnata la maglia numero 10, lasciata libera dopo la partenza di Gilardino. Alla seconda giornata di campionato parte titolare contro la Sampdoria e mette a segno la prima rete stagionale del Bologna. 

Dopo un avvio promettente cala il minutaggio, visti anche i 34 anni che iniziano a farsi sentire. A fine stagione, conclusa con 17 presenze e 1 gol, rimane poi svincolato.

Si trasferisce dunque al Lecce, in Lega Pro, dove il suo rendimento è decisamente più importante, e poi all’Arezzo e infine al Pisa, dove nel 2020 annuncia il ritiro dal calcio giocato.

 

Oggigiorno è raro trovare giocatori che, ovunque si vada, vengono ricordati in maniera positiva. Moscardelli è uno di questi. Per questa ragione vorrei terminare questa puntata suscitando un ricordo in voi che leggete. 

È il 19 aprile 2014, si gioca un Juventus-Bologna e Moscardelli parte dalla panchina per questa sfida delicatissima per tutto il mondo rossoblù. Durante il riscaldamento prepartita un tifoso bolognese, a cui tutti dovremmo dire grazie, prende il telefonino e inquadra il numero 10 rossoblù.

Il video, ancora oggi facilmente reperibile, riprende Moscardelli scaldarsi da solo con un pallone: numeri da capogiro, stop di petto alla Ronaldinho, palla lanciata alta in cielo e fermata con delicatezza sul piede… semplicemente magico. Semplicemente, Davide Moscardelli. 

 

 

 

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