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Meteore: Diego Laxalt

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In questa rubrica non vediamo spesso giocatori ancora in attività. Questo perché spesso una meteora la riconosci anni dopo, a seguito delle sue varie esperienze che ti permettono di dire “ma questo da dove è saltato fuori?”

Il giocatore di cui parliamo oggi, invece, è ancora nel pieno della sua carriera, avendo da poco spento le 29 candeline.

 

Diego Laxalt nasce il 7 febbraio 1993 a Montevideo, in Uruguay. Laterale mancino, si afferma nelle giovanili del Defensor, dove esordisce nel 2012. Si accorge subito del suo potenziale l’Inter, che nella sessione invernale lo acquista lasciandolo però alla base per il resto della stagione. La storia però ci insegna che con la casacca neroazzurra non giocherà neanche un minuto.

 

A fine stagione il giovane 20enne sbarca a Milano, bastano pochi allenamenti per mostrare il suo potenziale. Tuttavia, l’Inter viene da una stagione deludente dopo il dominio dell’era Mourinho, e decide quindi puntare su giocatori affermati. 

Laxalt, ovviamente, non è tra questi, e viene girato in prestito al Bologna, nell’affare che porta Saphir Taider in neroazzurro. 

 

Con la maglia rossoblù tocca il suo momento più alto in carriera, guarda caso, all’esordio contro il Milan. 

È il 25 settembre 2013, si gioca al Dall’Ara la quinta giornata di campionato. Il Bologna si trova sotto per 1-0, ma in 20 minuti Laxalt segna una doppietta che fa impazzire i tifosi rossoblù. La partita finisce con uno spettacolare 3-3, dopo il recupero del Milan grazie alle reti di Robinho e Abate rispettivamente al 89’ e 91’ minuto.

 

Laxalt diventa l’uomo del momento e non tardano a crescere le grandi aspettative sul suo conto.

“Per tutti i giocatori debuttare realizzando una doppietta è un sogno, soprattutto contro una squadra come il Milan. Ho ricevuto messaggi di complimenti da tante persone, in particolare dai miei familiari, ma so che l’importante è ora continuare a lavorare e crescere quotidianamente”.

 

Quella partita fa ben sperare anche i tifosi interisti, che in una sola sera vedono il Milan frenare e la loro scommessa spingere sull’acceleratore.

Quei due gol segnati al debutto, tuttavia, rimangono gli unici due gol dell’uruguagio con la maglia rossoblù. In tutta la stagione, complice anche qualche infortunio, gioca 15 partite senza riuscire a evitare la retrocessione. 

A fine stagione, poi, fa ritorno all’Inter.

 

Il 13 agosto 2013 viene mandato in prestito con diritto di riscatto e opzione di controriscatto all’Empoli, appena promossa in Serie A.

In Toscana le cose non vanno però come sperate: esordisce il 24 agosto nella vittoria per 3-0 contro L’Aquila in Coppa Italia, ma non riesce mai a trovare spazio e il 30 gennaio, dopo aver giocato solo 7 partite, viene ceduto al Genoa in prestito per 18 mesi.

 

Con il Grifone stampato sul petto Laxalt mostra i suoi colpi migliori da esterno a tutta fascia: velocità elevatissima accompagnata da una buona tecnica. Nella sua seconda stagione in Liguria risulta il giocatore più utilizzato in tutta la rosa, e a luglio 2016 viene riscattato per 4 milioni di euro. 

Con il Genoa gioca tre stagioni e mezzo, per un totale di 111 presenze e 7 reti. Ad agosto 2018, però, ecco l’opportunità del grande salto: il Milan, in totale ricostruzione, investe ben 14 milioni più 4 di bonus, proponendogli un contratto quadriennale. Laxalt, quindi, fa ritorno a Milano, ma questa volta vestendo la maglia rossonera.

 

La sua esperienza con il Milan rimane un grande punto interrogativo. Laxalt non riesce a trovare spazio con Gattuso in panchina, che lo schiera a volte esterno nel tridente, altre da terzino sinistro, talvolta anche da esterno destro nel 4-4-2.

Dopo appena un anno l’investimento si riconosce essere stato fallimentare. Viene girato in prestito per sei mesi al Torino, dove anche con Mazzarri non riesce a incidere.

Si trasferisce poi al Celtic per un anno, anche qui con risultati ben sotto le aspettative.

 

Nel 2021 si trasferisce alla Dinamo Mosca, dove tutt’ora gioca, sperando di riconquistare quel biglietto per una big europea. 

Il tempo non manca e il futuro è più che mai incerto. Le chiacchiere se le porta via il vento, ma quel boato al Dall’Ara se lo ricordano tutti, anche Laxalt.

 

 

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