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Meteore Rossoblù – Matteo Mancosu

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Meteore. Quegli strani oggetti extraterrestri che in pochi hanno avuto il privilegio di ammirare, di indicare con il dito per tracciarne il percorso, confidandosi contestualmente con il cielo, come se l’epicità e la maestosità del momento giustificassero un dialogo segreto con la volta celeste, fedele custode dei nostri desideri. Meteore. Quei corpi spaziali così luminosi, che dopo aver irradiato gli angoli più remoti della Via Lattea e di chissà quanti altri luoghi inesplorati, si infrangono rovinosamente al suolo, perdendo così tutta la magia che li contraddistingue, diventando meri oggetti di studio, tangibile, replicabile, artificiale. 
La metamorfosi di una meteora riflette in gran parte la carriera di Matteo Mancosu con la maglia del Bologna, tesserato nel 2015 e autore di una vera e propria gavetta che lo ha portato a segnare in praticamente tutti i campionati di calcio, dall’Eccellenza fino all’agognata Serie A, realizzando ben 173 goal. Ripercorriamo insieme la sua carriera.

Matteo Mancosu nasce il 22 dicembre 1984 a Cagliari. In quegli anni è Bettino Craxi a governare il paese e nelle case italiane risuonano le immortali note del romanticissimo Careless Whisper e dell’intramontabile Last Christmas di George Micheal, per non parlare di Ci sarà di Al Bano e Romina, freschi vincitori del Festival di Sanremo, passando per Ci vorrebbe un amico Notte prima degli esami di Antonello Venditti, melodie che avrebbero fatto le fortune del cantautore romano. Ma sono anche anni cupi e di profonda instabilità: l’indimenticata strage di Bologna quattro anni prima, il 2 agosto 1980, scuote ancora gli animi, la morte di Enrico Berlinguer colto da infarto durante un comizio getta nello sconforto il PCI, conscio di aver perso un elemento carismatico e di assoluto valore, la tragedia del Rapido 904 e le scottanti rivelazioni di Tommaso Buscetta, Don Masino, che fecero scattare le manette per oltre 360 esponenti delle cosche siciliane, sono tutti evidenti strascichi degli Anni di Piombo.  

Mancosu, calcia i primi palloni a 6 anni nel 1990, forse mosso dalla febbrile attesa di Italia 90 che vide gli Azzurri uscire in semifinale contro l’Argentina di Maradona, tra le giovanili dello Johannes Cagliari. Nel 2001 comincia la sua carriera dilettantistica tra le fila dell’Atletico Elmas dove rimarrà per quattro anni per poi passare alla Nuorese, riuscendo a vincere il campionato per due anni consecutivi. Nel 2006 viene acquistato dalla Villacidrese che, grazie al prezioso apporto di Mancosu, riesce a vincere il campionato di serie D, facendo così esordire Mancosu in Lega Pro, nel 2009. 
Nel 2010, all’età di 26 anni decide di lasciare la Sardegna, desideroso di misurarsi in realtà diverse, approdando prima al Latina e successivamente al Vigor Lamezia. Mancosu continua a macinare goal e finisce nel mirino di diverse società, desiderose di tesserarlo. Tra queste il Trapani, voglioso di rilancio e deciso a conquistare la serie B. Vittorio Morace, l’allora presidente del Trapani, decide quindi di puntare tutto sull’attaccante cagliaritano per rinvigorire l’attacco dei granata e Mancosu, entusiasta dell’offerta e convinto del progetto, si trasferisce in Sicilia.
Matrimonio felice e proficuo per entrambi, tanto che nel 2012, riesce, grazie ai suoi goal, a trascinare il Trapani in serie B dopo un testa a testa con il più quotato Lecce, aggiudicandosi anche il premio di capocannoniere della squadra e del campionato. L’annata successiva si apre nel migliore dei modi per Mancosu che alla prima giornata riesce a siglare i suoi primi due goal in serie B, regalando la prima storica vittoria nel campionato cadetto del Trapani, ai danni del Padova. La stagione si concluderà con un dignitosissimo quattordicesimo posto grazie anche ai 26 goal di Mancosu che conquista, di nuovo, il titolo di capocannoniere, questa volta della Serie B. 
Nella stagione 2014-2015 si riconferma capocannoniere della propria squadra realizzando 10 goal in 19 presenze, score che attira su di se gli interessi di diverse squadre tra cui il Bologna che ha bisogno di un bomber da affiancare ai vari Cacia, Acquafresca, Sansone e Laribi per tentare l’assalto alla Serie A. Fenucci e Corvino mettono quindi sul piatto 900 mila euro per convincere il Trapani a cedere Mancosu che, allettato dall’offerta, lusingato dalla corte di Saputo e pregustandosi un possibile esordio nella massima serie, si trasferisce in Emilia.
Il neo attaccante rossoblù sceglie la maglia numero 10, che da queste parti è stata indossata da campioni del calibro di Kolyvanov, Signori e Baggio, di sicuro non lesina in coraggio ed intraprendenza. Purtroppo però in 17 presenze non riesce mai ad andare a segno, un’anomalia per uno come lui, abituato ad esultare e ad essere osannato da tifoseria e compagni. Poco male perché il Bologna riuscirà comunque ad agguantare la promozione dopo una soffertissima finale contro il Pescara, ancora negli occhi e nei cuori di tutti i tifosi rossoblù.
La stagione 2015-2016 è quella del suo esordio in Serie A che non tarda ad arrivare, venendo schierato da Delio Rossi alla prima giornata nella complicata trasferta di Roma contro la Lazio, con il grande ex Stefano Pioli a dirigere i suoi dalla panchina. La sfida non parte nel migliore dei modi, i rossoblù vengono subito schiacciati dall’asfissiante pressing dei biancocelesti e al 22′ del primo tempo si ritrovano sotto per 2-0. Il Bologna però non si disunisce, cercando di ribattere colpo su colpo. Reazione che si concretizza nel goal di Mancosu: vellutato lancio di esterno sinistro da parte di Brienza che lancia la punta ex Trapani che con uno scatto felino brucia sulla corsa Radu e con un potente sinistro trafigge Berisha.
Gioia incontenibile per il numero 11 (il 10 era passato sulle spalle del nuovo acquisto Mattia Destro) che sigla così il suo primo centro in Serie A, anche se non basterà a raddrizzare la partita che finirà sul 2-1. Non avrebbe potuto desiderare esordio migliore, lui che con tanta dedizione e sacrificio è riuscito a coronare il sogno di poter calcare quei tanto bramati campi di serie A. Ma si sa, quando si arriva così tanto in alto è facile cadere e schiantarsi al suolo, proprio come una meteora che all’apice della sua brillantezza e della sua velocità non riesce più a vivere di luce propria e, inesorabilmente, comincia la sua rapida discesa. E la caduta verticale di una stella cadente ricorda molto la carriera di Mancosu in rossoblù che non riuscirà più a trovare la via del goal, venendo relegato in panchina a discapito di Mattia Destro, nonostante il subentro di Roberto Donadoni in panchina. 
Verrà infatti girato in prestito fino a giugno 2016 al Carpi nella sessione invernale di calciomercato, scegliendo il numero 25. Va subito a segno, ancora una volta, al suo esordio contro il Milan a San Siro nei quarti di finale di Coppa Italia, aggiungendo alla sua collezione un altro stadio prestigioso in cui ha avuto il piacere di esultare. Segna il suo primo goal in campionato il 30 gennaio 2016 al Braglia, nel pareggio interno contro il Palermo. 
Ritorna a Bologna il 1 luglio, ma non per rimanerci. Non interromperà del tutto i contatti con la famiglia Saputo venendo infatti ceduto definitivamente al Montréal Impact, giocandosi le sue carte nella MLS. Rimarrà in Canada per due anni, fino al 2018, riuscendo a realizzare 17 goal e 8 assist in 69 presenze, arrivando anche in finale di playoff della Eastern Conference del 2016 poi persa contro Toronto. 
Rimasto svincolato e nostalgico dell’Italia, a 35 anni è davanti ad un bivio: accettare la proposta della Juventus U23, alla ricerca di un attaccante di esperienza per mantenere la categoria, e quindi avendo la possibilità di allenarsi con Cristiano Ronaldo oppure seguire il cuore, rimettendosi in discussione alla corte dell’Entella in serie C dove ritroverebbe Roberto Boscaglia che lo lanciò al Trapani e che fece le sue fortune.
Sceglie la Liguria, ritrovando subito il feeling con il goal realizzando una doppietta nella vittoria per 1-4 contro l’Arzachena e riscoprendosi uomo decisivo per la promozione dei suoi, ottenuta contro la Carrarese grazie al suo goal vittoria al 90′ e con la contemporanea sconfitta del favorito Piacenza sul campo del Siena. 
Il 24 agosto 2019 segna su rigore il goal che vale la vittoria contro il Livorno e il 14 settembre, con il goal al Frosinone, raggiunge quota 100 reti da professionista (2 in Serie A, 38 in B, 54 in Lega Pro, 3 in Coppa Italia, 3 in altri tornei post season). Di questi 100, ben 64 sono stati segnati sotto la guida di Boscaglia, sintomo del grande feeling tra l’allenatore siciliano e l’ex Bologna. Riuscirà infine a toccare quota 300 presenze nei campionati professionistici in Benevento-Entella del 29 settembre 2019.

Questa è la storia di Matteo Mancosu: un ragazzo partito dal basso, umile, ma che si è sempre messo al servizio della squadra, divenendone spesso e volentieri il pilastro, l’uomo chiave, come dimostrano le esperienze con Trapani ed Entella. La storia di un ragazzo cresciuto in una famiglia dove il calcio si respira e si vive: suo padre a livello minore, Marco, suo fratello, con un passato tra Cagliari e Benevento ed ora al centro del progetto Lecce e Marcello, l’altro fratello, in serie D. Una meteora che, sebbene durante l’esperienza rossoblù non abbia brillato di quella luce così cristallina ed eterea, non ha ancora smesso di risplendere e, a 36 anni, non ha nessuna intenzione di terminare la sua corsa, non ancora. 

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Crediti immagini: Transfermarkt, 1000cuorirossoblu, Goalscout.com, Centotrentuno.com, LegaB.it

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