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Mihajlovic: ”Dijks deve riconquistare la mia fiducia. Ci vuole tempo per adattarsi al campionato italiano”

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crediti immagine: Damiano Fiorentini per 1000 cuori rossoblu

 

 

Questo pomeriggio ha parlato in conferenza stampa Sinisa Mihajlovic per presentare la gara di domani contro l’Empoli.
Con lui anche Riccardo Orsolini.

Sul mercato appena concluso. 
”Il vecchio testamento dice che c’è un tempo per ogni cosa. Noi non possiamo pensare che una mela verde abbia lo stesso sapore di una mela matura rossa, ogni cosa ha il tuo tempo di maturazione, anche nel calcio. Voi ricordate Svanberg, Schouten, Hickey, Tomiyasu com’erano quando sono arrivati e come sono ora? Non sono nemmeno i loro lontani parenti. Chi meglio di me può sapere quanto tempo ci vuole per adattarsi? Quando sono arrivato a Roma mi ci è voluto più di un anno per ambientarmi, il campionato italiano è molto difficile, quindi tutti i giocatori devono avere tempo. Dipende quanto tempo ci vuole per la maturazione, se poi ci mettiamo anche la lingua i tempi si allungano. Abbiamo 19 nazionalità diverse in squadra, ieri ho fatto un glossario in inglese da dare ai nuovi arrivati, devo cercare di ridurre il tasso di dispersione. Abbiamo preso due ragazzi di prospettiva, abbiamo perso Nico e abbiamo dato via Skov Olsen che non voleva più stare a Bologna. Il nostro girone di ritorno dipenderà dalla maturazione dei nuovi e da quello che riusciamo a fare in più noi. L’obiettivo nostro rimane la parte sinistra della classifica, se ci riusciamo sarà straordinario, se non dovessimo riuscirci sarà comunque un risultato positivo perché riusciremo a far maturare il capitale umano di questa rosa, questo è il mio lavoro. Io alleno la squadra che la società mi mette a disposizione. Ci mancano 16 partite, il nostro viaggio riparte da domani. Sappiamo all’andata com’è andata, siamo stati la prima squadra a fare il ritiro e con il cambio di modulo abbiamo svoltato. Incontriamo di nuovo l’Empoli in una situazione poco positiva, nell’ultimo mese per noi c’è stato poco calcio, domani sarà una bella prova. Domani dobbiamo giocare per il doppio riscatto, dato che all’andata abbiamo perso. Sappiamo dove possiamo arrivare, ma non sarà facile perché anche le altre squadre si sono rinforzate. La società ha fatto quello che ha potuto.
Skov Olsen ha grandi potenzialità, è stato l’unico che non sono riuscito a migliorare, è una mia sconfitta, dopo 3 anni ancora parlava poco. Mi è dispiaciuto, può diventare forte ma deve cambiare il suo carattere. Io ero favorevole a mandarlo via ma la reputo una mia sconfitta, non sono riuscito a trovare la giusta medicina”.

Su Dijks.
”La cultura di un gruppo si dà con i valori e i comportamenti. Mi aspetto dai giocatori più esperti che diano l’esempio, che indichino i giusti comportamenti da seguire. Se guardate la foto di Vlahovic con Bonucci è di grande impatto, perché Bonucci gli spiegherà il mondo della Juve. Un gruppo cresce quando ci sono i riferimenti. Dijks sta qui da 4 anni e non si è comportato bene, o comunque secondo la mia linea. Ora deve riconquistare la mia fiducia e quella dei suoi compagni, poi dipende da lui quanto e quando giocherà nelle prossime partite”.

Cos’ha intuito di Aebicher?
”E’ un nazionale svizzero, ha fatto diverse gare in Champions. Io prima di venire in Italia ho fatto più di lui, ma comunque ho avuto bisogno di tempo. L’ho visto poco, mi fido della società. E’ un giocatore importante come lo stesso Kasius, che ha gamba, attacca. Sono entrambi di prospettiva e importanti, dipende dalla maturazione che avranno. Bisogna vedere quanto tempo passerà, loro due sicuramente li butterò quando avrò bisogno. Però non puoi nemmeno mettere insieme troppe informazioni, dipende anche dalla loro intelligenza. Bisogna avere pazienza e aspettare il tempo”.

Come sta Schouten?
”Sta bene. Dobbiamo gestirlo perché non deve arrivare al dolore, quando sente o sta per sentire qualcosa lo dice subito e fa differenziato, cerchiamo di averlo al cento per cento a breve, ora non ce l’ha. Ha saltato qualche allenamento ma si è allenato bene per il resto, gradualmente troverà la miglior condizione”.

A Orsolini: Senti il dualismo con Barrow?
”Prima giocavamo con gli esterni in attacco e dovevo lottare con Skov Olsen. Nel nuovo modulo mi sto trovano bene, anche grazie ad Arnautovic, mi ha risollevato molto anche trovare il gol e la continuità. E’ tornato Musa ma dipende anche tanto da me, se continuo a far bene poi è il mister che va in difficoltà. Conta sempre l’atteggiamento, le chiacchere stanno a zero”.

A Orsolini: Come va la spalla?
”Ho subito una brutta botta Cagliari, sono riuscito a giocare ma con un grande fastidio e con l’aiuto di medicinali. La sosta ha aiutato molto, dopo Verona ho avuto molto male. Ho recuperato energie, ho ancora qualche piccolo fastidio ma molto meno rispetto a qualche settimana fa. Tutta la squadra era acciaccata a Verona”.

Sarà possibile vedere insieme Barrow e Orsolini?
”Magari si, in un 3-4-3”.

Rispetto all’andata, che Bologna è?
”Si può sempre fare meglio. Nell’ultimo mese abbiamo avuto poco a che vedere con il calcio. Se ci fossimo sempre allenati, magari le cose sarebbero andate in modo diverso, in più abbiamo avuto tanti infortuni”.

A Orsolini: Sul rapporto con Mihajlovic.
”Crescere con lui ti fa affrontare le situazioni di petto, prima ero più timoroso, a lui invece puoi dire tutto quello che vuoi, apprezza il confronto. Meglio dire subito le cose con lui invece che tenere il muso per esempio”.

Arnautovic come sta? Cosa si aspetta da lui?
”Si è allenato bene, non ha più avuto fastidi. Mi aspetto quello che fa un leader, deve fare la differenza, spronare”.

A Orsolini: Sei stato vicino al Siviglia?
”In un certo momento se n’è parlato, ma non mi ci sono molto focalizzato. Ho preferito non intraprendere questa strada, anche perché ho ancora molto da imparare in Italia. Il Siviglia è una grandissima squadra, però ho preferito restare a Bologna. Ci sono state altre uscite e si è anche preferito non indebolire troppo la rosa. Fortunatamente sono arrivati anche i gol per me, quello è un capitolo chiuso”.

Sulla Nazionale.
”Non è una priorità, non mi pesa come invece era qualche mese fa. Penso solo a fare bene qui, poi se dovesse arrivare una convocazione sarò contento”.

Su Rojas
”L’ho visto poco, è stato preso per la Primavera, si è infortunato dopo poco. Per quanto l’ho visto mi è piaciuto, ma mi hanno detto che è stato preso per la Primavera”.

Sul calcio di oggi.
”Oggi c’è meno passione rispetto a prima nel calcio, perché i soldi e anche alle volte i genitori la fanno diminuire.  I sacrifici li fai per passione.
Questa non è solo una caratteristica italiana, è una questione di fama. Se vedete, al sud riescono in tante cose, perché hanno fame. Io quando sono venuto qui non ho pensato ai soldi, sono venuto per passione, era anche l’unico modo per uscire dalla povertà. Quando sono arrivato a Roma piangevo spesso, mi sono detto che dovevo stare lì per lottare. Se avessi avuto una famiglia ricca magari avrei agito diversamente, dipende dal contesto in cui nasci e cosa vuoi dalla tua vita. Al giorno d’oggi molti ragazzi hanno tutto. Se non c’è la passione che ti spinge oltre è difficile”.

 

 

 

 

 

 

 

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