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Mihajlović: “Non alleno i miei da una settimana, che campionato è questo?”

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crediti immagine: Damiano Fiorentini - 1000 Cuori Rossoblu


Questa mattina è stata pubblicata sul Corriere dello Sport l’intervista di mister Mihajlovic a cura di Ivan Zazzaroni. Diversi temi sono stati affrontati dal tecnico del Bologna in un momento delicato del campionato dovuto agli oltre 100 contagiati sparsi tra tutte le squadre, dalla decisione dell’ultimo minuto sul match contro il Cagliari alla questione Djokovic. Zazzaroni premette che il serbo ha affidato a lui anche il compito della titolarità delle risposte, concludendo con: “Poi me la fai leggere e ti dico e va bene”. 

Io volevo giocare contro l’Inter“, e, rispondendo ad un parallelismo con la questione Djokovic, continua “Le regole sono regole, ma gli organizzatori sono i primi a sbagliare. Avrebbero dovuto attenersi alle indicazioni del governo, evitando di garantire a Nole la presenza nel torneo. Per come la vedo io Djokovic è la prima vittima, non il principale responsabile di questo casino. Ridicola la messinscena del numero uno del tennis mondiale bloccato nell’hotel dei rifugiati. Quello che è successo potrebbe però far luce sulle condizioni dei rifugiati“.

Sulla contrarietà del tennista riguardo i vaccini: “Io sono per la libertà di scelta, da noi Sansone non voleva vaccinarsi, tuttavia, se il regolamento impone le tre dosi per giocare, o lo fai o stai fuori. Dopo la terza dose eliminerei i tamponi, poiché con essa Omicron poco più di un’influenza, lo ripetono gli esperti. Martedì era programmata la terza dose, ma recuperiamo la partita con il Cagliari che non ha le coppe. Perché tutta questa fretta? Non alleno i miei da una settimana, lavoro solo con dei primavera. Capisco l’emergenza, ma non è accettabile che si proceda sempre a vista. La soluzione, lo ribadisco, è la terza dose”. Sulla domanda se in questi due anni si sia visto il miglior Mihajlovic: “Le esperienze aiutano, io mi aggiorno in continuazione. In tutte le squadre ho sempre fatto meglio di chi mi aveva preceduto ed anche dell’allenatore che mi ha sostituito. Non ho mai capito perché il Milan mi abbia esonerato: ero quinto o sesto ed in finale di Coppa Italia con quella squadra che del Milan portava solo il nome“. Sull’avere rimpianti: “I rimpianti non servono a niente. Erano liberi Spalletti, Allegri e Mancini e la Juve scelse me, ma con la Juve si andava per le lunghe e firmai un altro anno con Ferrero”. Sull’interesse di vari club: “Sono come la bella Cecilia, tutti lo vogliono e nessuno se lo piglia. Con la Juve avrei vinto anche io, che dici? Prima o poi il grande club arriverà”. Sul Bologna: “Mi piace la città, mi piace il Bologna, sono anche cittadino onorario“. Sulle difficoltà di Mourinho: “Allenare a Roma è complicato, radio e tv romane presentissime. Al Nord meno distrazioni e più soldi, potere economico e politico”. Su chi vince lo scudetto quest’anno: “Spero vinca il Napoli per la gente, mi piace la gente di Napoli, popolo di cuore come i serbi. Abbiamo la stessa attenzione nei rapporti, coltiviamo il senso dell’amicizia. Tuttavia ci sono pecore nere anche in famiglia, quelle le tolleri. Su Insigne non entro nel merito delle decisioni, né dei tempi. Se uno continua ad allenarsi con impegno va sempre sostenuto. Non isolato o messo fuori rosa, come successo più volte.”

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