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Morto Klas Ingesson, gigante buono – 29 ott

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L’intera redazione di “1000cuorirossoblu” è triste nell’apprendere della morte di Klas Ingesson, alla cui famiglia vanno le nostre condoglianze e che certamente lascerà nel calcio e nella vita un grande vuoto come esempio di guerriero indomabile, capace fino all’ultimo di lottare nonostante un male che – purtroppo – non lascia scampo.


Nato a Ödeshög, piccolo paesino svedese, il 20 agosto del 1968, Ingesson era diventato famoso in Italia quando sbarcò nell’estate del 1995, acquistato dal Bari. Centrocampista di sostanza ma anche di una certa qualità, l’ottima presenza fisica ne aveva fatto in breve tempo un idolo per i tifosi del Bari prima e del Bologna poi, che ne avevano apprezzato la serietà, l’impegno, la correttezza. Soprattutto l’essere “uomo vero”, qualità che purtroppo spesso sembra essere di secondo piano per molti ma che rimane invece primaria per meritare l’affetto della gente. Dopo aver chiuso la carriera sempre in Italia a Lecce, dopo una fugace esperienza in Francia all’Olympique Marsiglia, era stato colpito da un mieloma multiplo, una forma aggressiva di tumore che per ben due volte il gigantesco guerriero svedese (per lui 57 presenze e 13 reti in Nazionale) aveva respinto. Non senza conseguenze, purtroppo: il fisico si era debilitato, le ossa erano diventate fragili, era stato costretto su una sedia a rotelle. Nel frattempo però non aveva perso la voglia di lottare e di mettersi in gioco: aveva fatto bene all’Elfsborg, che gli aveva proposto la panchina nel 2010, e lo scorso marzo, dopo il secondo attacco, aveva anche scherzato: “il cancro ha sbagliato corpo, è più piccolo di me.”
Purtroppo però due settimane fa le sue condizioni si erano aggravate ancora, costringendolo a dare le dimissioni dalla squadra. In molti sapevano che stavolta la battaglia sarebbe stata impossibile da superare, e così è stato: poche ore fa ha lasciato questo mondo quello che è stato un grande calciatore e prima ancora un grandissimo uomo, un guerriero indomabile che il mondo del calcio sempre dovrà ricordare e la cui presenza non potrà mai rimpiazzare.

Addio, gigante buono. 

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