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MotorShow, Virtus e Bologna FC: Alfredo Cazzola si racconta su RADIABO

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Damiano Fiorentini

Una vita intera con il marchio “Bologna” affianco. In competizione con Milano, Torino, Francoforte, Parigi nel panorama fieristico. In competizione con l’Italia e l’Europa nell’ambito sportivo. Alfredo Cazzola è molte cose, che si possono riassumere in una sola parola: Bologna. Era Bologna quando ha vinto il primo scudetto con la Virtus. Era Bologna quando ha riportato il Bologna Fc in Serie A.

Ed oggi è stato ospite della prima puntata di Playmaker, un programma di Gianni De Maio in onda su Radiabo, un format in cui verranno intervistate ogni Mercoledì pomeriggio personalità importanti dell’imprenditoria bolognese. Non sapete ancora che cos’è Radiabo? Potete scoprirlo qui. La prima puntata di Playmaker è stata una lunga e intensa conversazione in cui Cazzola si è raccontato toccando i nodi fondamentali della sua esperienza imprenditoriale: il Motorshow e l’attività fieristica in generale, le esperienze da Presidente con la Virtus e col Bologna FC, fino alla breve esperienza politica come candidato alle Elezioni Comunali. Dopo alcuni spaccati di vita particolarmente ruggenti, l’intervista si è poi volta verso il termine lasciando trasparire un Cazzola soddisfatto, una personalità che dopo anni di vita imprenditoriale non ha guadagnato “soltanto” un ingente patrimonio, ma qualcosa di più: la soddisfazione di essere rimasto da sempre coerente con sé stesso.

Ma come è stato possibile realizzare tutto ciò, dall’Uomo della Bolognina? 
“Molto dicono fiuto, altri dicono molta fortuna… Sostanzialmente mi sono sempre buttato in tutte le iniziative con cui ho ritenuto di cimentarmi sempre con un grande entusiasmo, sempre con l’obbiettivo di portare la realtà che avevo acquisito al massimo livello possibile.” Definisce in questo modo Cazzola la sua abilità a comprare, gestire, rinnovare e poi vendere al momento giusto, a traballare, qualche volta, ma a non cadere mai.L’esempio principale di questo suo intuito è prima di tutto il Motorshow, diventato fiore all’occhiello della sua attività imprenditoriale in ambito fieristico e poi venduto all’apice del suo successo. Ad oggi, in questo periodo incertezze, Cazzola guarda ancora al sistema fieristico con coraggio ed ottimismo: nonostante il rapporto B2C abbia avuto un enorme ridimensionamento, nel sistema B2B secondo Cazzola il “toccare con mano” è ancora vitale, ma certamente con dei limiti che devono essere superati arricchendo l’offerta con sistemi all’avanguardia. Un esempio? L’impiego della realtà aumentata. “Oggi come oggi l’organizzazione fieristica deve essere capace di mettere sul tavolo del potenziale visitatore una serie di strumenti impensabili soltanto 10 anni fa”. Se con il Motorshow ci aveva visto lungo decidendo di “accendere i motori” in Fiera per creare esperienze mai viste prima, ora guarda ancora più lungo, ma verso la Riviera Romagnola: c’è infatti in procinto l’idea di fusione tra Fiera di Bologna e Fiera di Rimini: “un accordo che spero si concretizzerà nei primi mesi del 2021, che a mio avviso darà un grande beneficio a tutta la Regione e ai vari settori a cui questi centri fieristici si stanno rivolgendo”.

Cazzola racconta con grande fervore di un altro suo importante business: l’acquisto della Virtus, acquisto in qualche modo “intrecciato” al successo del Motorshow e alla grande affluenza che apportava alla Città. “Presi la decisione di acquisire la virtus perché avevo capito che era una bandiera importante della città; pensai che fare questa acquisizione avrebbe in qualche modo compensato tutto il “fastidio” che il Motorshow dava ai cittadini di Bologna per 10 giorni l’anno.” Un fastidio che, sottolinea Cazzola, dalla sua ideazione ha portato quasi 20 mln di visitatori a Bologna. 

Si dice che siano le passioni a spingere un uomo a fare grandi cose; al contrario, che cosa può spingerlo invece ad interessarsi verso i più disparati settori, spesso sconosciuti come il basket, e a farli diventare non solo un business ma anche una travolgente passione? 
“Entrare in un settore ignoto per me è sempre stato un vantaggio, perché ho avuto la capacità di poter entrare in un settore avendone la freddezza e il distacco per riuscire a individuare punti deboli e punti forti, mentre se sei nello stesso contesto da anni dai per scontato un sacco di cose, non sei capace di invertire completamente la rotta” …e ancora: “in molti casi in cui sono entrato sono stato capace di invertire la rotta di quell’impresa e trovare un percorso più efficace e più funzionale”.

I due esempi lampanti sono proprio l’esperienza col Bologna Fc e con la Virtus, acquistate nel loro periodo più nero e fatte risorgere dalle proprie ceneri. Sono al miele le parole che rilascia per la sua esperienza in Virtus, cominciata da neofita del basket e conclusasi con un palmares di tutto rispetto: “L’anno dopo vincemmo il primo scudetto, poi ne vincemmo tre consecutivi: “È stato un amore straordinario che è cresciuto anno dopo anno per tutti gli anni novanta fino ad arrivare alla conquista della Coppa dei Campioni. Mi sono veramente innamorato di questo sport”.

Un successo che ha fatto continuare a Cazzola la discesa negli inferi dello sport, alle prese con un Bologna fermo in Serie B e con gravi problemi di bilancio: “quando entrammo il campionato era già partito, se volevamo rinforzare la squadra dovevamo aspettare Gennaio. Fu un’annata molto problematica” – racconta Cazzola. Tra gli aneddoti calcistici più curiosi, Cazzola ricorda quando scoprì per caso che il marchio Bologna era stato ceduto da un Srl per una cifra ridicola: lì si accorse che la situazione era veramente critica; o quando a causa dell’ennesima ingiustizia calcistica, durante la partita tentò di abbandonare il campo. Trattenuto dal vicequestore, in quel caso se la cavò con 6 mesi di squalifica come Presidente. Tuttavia i successi calcistici non hanno toccato la sua integrità morale, tanto che, ricorda Cazzola, il suo obbiettivo era soltanto uno: “Nel secondo anno io farò di tutto per portare il Bologna in serie A, da quel momento però sono venditore…ci sono processi e relazioni che non fanno al mio caso.” 
Il terzo anno di presidenza, l’impresa era compiuta. Il Bologna salì in serie A. Cazzola ricorda con gioia i festeggiamenti in Piazza Maggiore e la felicità di quel momento. Tuttavia, da amante del calcio ha riservato qualche critica sul sistema calcistico, cosa che lo ha spinto, una volta raggiunta la Serie A, a vendere le proprie quote e a concludere la sua esperienza da Presidente del Bologna Fc: “Quello che mi impressionò molto è che toccai con mano che il sistema calcio di allora, non era certamente un sistema dentro al quale io avrei voluto viverci”.  Ma era giunta l’ora di un’altra sfida, di cercare nuovi traguardi.

Passione, la voglia di rompere gli schemi e di prendere in mano la situazione. Questo fa di Cazzola il nostro Playmaker: un uomo che sa come gestire patrimoni, collaboratori e situazioni. Un uomo che nel calcio ha saputo vedere oltre la barriera del calcio di punizione, e che nel basket ha saputo passare la palla al compagno giusto al momento giusto. Un uomo con una storia imprenditoriale che ogni tifoso Bolognese e amante della propria Città, non potrà dimenticare facilmente.

Per chi volesse ascoltare la sua intervista, Playmaker vi aspetta in replica il sabato, alle ore 20:00, solo su RADIABO.

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