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Mottastics – Dall’Ara: make it big (30.071 buoni motivi per farlo un pò più grande)

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Siete certi che il Dall’Ara sia grande abbastanza?

In questi ultimi anni ci siamo abituati a convivere con le incertezze della squadra, modulando(e forse così sbagliando) le nostre aspettative sui percorsi stagionali che non si discostavano  dai 12/13esimi posti (eccezione fatta per la stagione 18/19, dove una cavalcata furiosa nel girone di ritorno, condotta dal compianto Sinisa Mihajlovic, portò i rossoblù al decimo posto), piazzamenti che non erano sufficienti a creare una spinta motivazionale che spingesse il tifoso “tiepido” (figuriamoci “l’occasionale”) ad abbonarsi o seguire la squadra , per esempio in casa contro una squadra come l’Empoli (il 17 settembre scorso, con 15.670 spettatori, dato peggiore della stagione fra le mura amiche, coincidente con la prima partita sulla panchina di Thiago Motta), squadra che non scalda i cuori e non ha un seguito da “strisciata”.
Ma queste possono essere motivazioni sufficienti per “comprimere” una rinascita (e una crescita) del nostro catino, in fase di progettazione e rinnovamento, legandoli solo ai risultati di un recente passato? Decisamente no, non ci paiono giustificazioni che possano stare alla base di un progetto di prospettiva che coniuga il piano sportivo a quello economico, che possano supportare una giusta ambizione che la piazza può (e deve) avere.
Proviamo, quindi, ad andare oltre, soprattutto quando il gioco della squadra decolla e arrivano i punti. Come dovrebbe essere sempre, avvicinandosi magari al sogno Europa
Oggi la squadra (che ancora, a nostro modesto avviso, non ha espresso tutto il potenziale che racchiude) naviga abbastanza tranquilla all’ottavo posto, parte sinistra, avendo messo nel mirino i 50/52 punti. Può bastare? No, ma è un inizio, un buon inizio. Come un inizio sono i risultati delle ultime 4 partite in casa (più quella fuori casa contro l’Atalanta), contro le più difficili clienti del campionato, escluso il Napoli, che comunque aspettiamo il 28 maggio (dopo aver affrontato quattordici giorni prima la Roma): zero sconfitte, tre pareggi e due vittorie, che diventano tre se ci aggiungiamo quella perentoria contro l’Udinese. E ciliegina sulla torta i quattro clean sheet (Inter, Lazio, Udinese e Atalanta a Bergamo), che denotano che il lavoro importante che Thiago Motta sta facendo con i suoi giocatori rossoblù, a partire dalla difesa.
Quindi, se ripercorriamo il dato delle presenze di queste ultime partite fra le mura amiche è un “crescendo rossiniano”: si parte dai 25.562 con i bianconeri dell’Udinese (ma Udine non è dietro l’angolo), passando dai 27.369 con la Lazio, dai 28.317 con l’Inter e dai 29.024 contro i rossoneri di Pioli, per finire con ieri dove, contro i bianconeri della Juventus, abbiamo rotto la barriera dei 30mila (30.071 per la precisione), con poche decine di biglietti di tribuna gold rimasti invenduti. E ci aspettano dati importanti di vendita contro la Roma e i Campioni d’Italia (possiamo dirlo?) del Napoli, che non saranno inferiori sicuramente ai dati sopra menzionati. Quindi un Dall’Ara che può contenere 35/40mila spettatori sarebbe un progetto fuoriluogo? La passione dei tifosi non può essere conteggiata con il numero dei seggiolini occupati, ma rendere quelli stessi maggiormente confortevoli e “coperti”, potrebbe aiutare a travasare  tifosi dal bacino degli indecisi a quello degli abbonati e accontentare un numero crescente di tifosi, soprattutto per i match di cartello.
Ma andiamo oltre e proviamo, solo per un attimo, a pensare che  il Dall’Ara non possa essere solo “Bologna Fc 1909 centrico”: potrebbe, per esempio, alimentare la sua candidatura ad essere sede di finali di Coppe continentali, sede di gironi Europei (l’Italia sta per presentare la sua candidatura per Euro32) o per eventi che con il calcio non hanno parentela (concerti di star internazionali, come puntualmente accade ogni estate, pre e post covid), ma che possono mettere Bologna al centro, come punto di riferimento per altre iniziative, avendo un impianto moderno e abbastanza grande da contenere un pubblico previsto anche per  grandi eventi (come fu la visita del Santo Padre, il 1 ottobre 2017, che celebrò la funzione della Santa Messa proprio al Dall’Ara).
Vedere il Dall’Ara, quindi, non come possibilità di plurime iniziative, ma solo come contenitore delle “sorti” calcistiche del nostro Bologna potrebbe essere una visione miope e poco lungimirante: i 30mila di ieri lo hanno dimostrato e questo può essere un buon inizio. Ma non l’unico.

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